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Come evitare ricadute Coronavirus: le soglie sentinella, cosa sono e che valori non superare per evitare nuovi lockdown

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L’Italia si appresta a entrare nella fase 2, quella in cui i cittadini dovranno iniziare a convivere col coronavirus e in cui ci sarà una graduale riapertura delle attività su tutto il territorio nazionale: il 4 maggio toccherà alle aziende, il 18 maggio alzeranno le saracinesche i negozi e i musei, il 1° giugno toccherà a parrucchieri, barbieri, bar, ristoranti, centri estetici mentre per piscine, palestre, cinema, scuole il discorso è rimandato ulteriormente. Le persone potranno uscire per andare a lavoro, per motivi di salute, per casi di stringente necessità, per praticare sport all’aria aperta e per fare visita ai congiunti ma dovranno essere sempre muniti di una’autocertificazione.

C’è però un retroscena nel piano messo a punto dal Comitato tecnico-scientifico per valutare l’andamento complessivo della fase 2. Ed ecco che entrano in gioco le “soglie sentinella”, già annunciate da Giuseppe Conte nel messaggio agli italiani di ieri. Si tratta di tre parametri che verranno monitorati costantemente: indice R0, la pressione negli ospedali, la distribuzione delle mascherine. Se anche soltanto uno di questi parametri dovesse fare segnare un trend negativo allora ci sarebbe il rischio di un nuovo lockdown, questa volta però circoscritto a determinate aree geografiche e non su tutto il territorio nazionale. Diamo uno sguardo più dettagliato a cosa sono le “soglie sentinella” come riporta Il Giornale.

SOGLIE SENTINELLA:

IL REPORT DELLE REGIONI:

L’informativa sanitaria regionale dovrà contenere, nello specifico, il rapporto fra numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva – TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; il rapporto fra il numero dei casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo e infine il rapporto fra numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo. ll secondo e il quarto di questi valori dovranno far segnare “almeno il 60% con trend in miglioramento” in base alle rilevazioni della app relativa al tracciamento dei contagi.

Se la verifica risultasse negativa (parametri in crescita) si ritornerebbe alla fase1. Da ultimo, si dovrà registrare l’ assenza di focolai di trasmissione sul territorio regionale o, nel caso contrario, valutare la possibilità di istituire una zona rossa sub-regionale. Se tutti i parametri di riferimento dovessero fornire indicazioni negative, invalidando di fatto le misure suggerite dai tecnici della Commissione scientifica, si procederà con la valutazione ad hoc del rischio relativo all’aumento dei contagi negli ultimi 5 giorni (R0 maggiore di 1). A quel punto, si resterà nella fase 2 con rivalutazione settimanale e /o mensile dei criteri per decidere il dafarsi.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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