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Emergenza coronavirus, Roberto Burioni propone una struttura di monitoraggio: 5 punti per tornare alla vita di sempre

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L’Italia sta affrontando l’emergenza coronavirus da più di un mese, il nostro Paese sarà in lockdown fino al 3 maggio e poi dovrà iniziare la fase-2 ovvero quella della convivenza con Covid-19. Si andrà verso una riapertura graduale delle varie attività, il ritorno alla vita normale sarà molto lento e tutto sarà molto diverso rispetto a quello che ci ricordavamo: distanziamento sociale, utilizzo di mascherine e guanti, ingressi contingentati nei negozi e tante altre regole saranno all’ordine del giorno.

Roberto Burioni, Professore Ordinario presso l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, ha proposto la “creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile, MRF, dell’infezione da SARS-CoV-2 e della malattia che ne consegue (COVID-19) e, possibilmente, in futuro, di altre epidemie“. Questa struttura dovrebbe operare sotto il coordinamento di Protezione Civile e di Ministero della Salute col supporto tecnico dell’Istituto di Sanità. Questo ente dovrebbe avere cinque caratteristiche generali come riportato sull’articolo pubblicato su Medical Facts.

1) capacità e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia alla settimana) sia virologici che sierologici nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione da parte del Governo centrale e dai singoli governi regionali, da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai epidemici.

2) Struttura di sorveglianza centrale potenziata presso l’ISS, che sia responsabile sia dell’analisi dei dati in tempo “quasi-reale”, che della loro presentazione da parte del Ministero della Salute, a frequenza regolare direttamente al Governo, al Parlamento e agli organismi sanitari sovranazionali.

3) Rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica, sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio e con messa a punto di sistemi di “epidemic intelligence”, che rilevino precocemente ogni segnale di accensione di focolai epidemici.

4) Mandato legale di proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale (sospensione di attività, eventi sportivi, scuole, ecc…); gestione di infetti e contatti (implementata anche attraverso l’uso di appropriate tecnologie come smart phones, apps, etc come già sperimentato a Singapore ed in Corea), potenziamento di specifiche strutture sanitarie.

5) Condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione  facilona o addirittura negazionista (utilizzando anche l’esperienza sul campo nel rapporto medico-paziente).

 

L’articolo poi prosegue:

Non sfugge, ovviamente, alla nostra attenzione che un simile ambizioso progetto di struttura di monitoraggio e risposta flessibile (MRF) al rischio di ritorno dell’infezione da SARS-CoV-2, che sia rigorosamente “data-driven”, rappresenti un investimento significativo di risorse, necessarie alla sua rapida implementazione nei prossimi quattro-sei mesi (personale, infrastruttura, test, analisi ecc…**). Allo stesso modo siamo consapevoli che la creazione di questa struttura “MRF” richiederà la definizione circostanziata di un perimetro normativo entro il quale operare quanto più possibile in armonia e sinergia con le rilevanti entità politiche, amministrative, sanitarie e tecnico-scientifiche, a livello sia nazionale che loco-regionale.

Il rafforzamento del sistema sorveglianza-risposta a livello sanitario dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio di attivazione di focolai epidemici nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico. Tale piano dovrà prevedere una profonda ristrutturazione delle procedure e delle attività, che dovranno essere ridisegnate al fine di limitare la diffusione di virus respiratori.

Mentre una dettagliata valutazione economica e normativa del corrente progetto esula dallo scopo di questa prima esposizione della proposta, riteniamo tuttavia che questo possa essere un ragionevole percorso, dal punto di vista epidemiologico e virologico, per il ritorno alla normalità durante il forzato periodo di convivenza con il coronavirus che – speriamo – sarà quanto prima interrotto dall’arrivo di un vaccino.

*A questo proposito riteniamo che l’analisi dello status immunologico della popolazione italiana nei confronti di COVID-19 debba essere iniziata il più presto possibile mediante studio sierologici a campione in soggetti asintomatici.

**A questo proposito riteniamo che la succitata struttura “MRF” debba coordinare e supervisionare anche la capacità di produrre e stoccare alte quantità di dispositivi di protezione individuale, in primis mascherine.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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