F1, la nuova frontiera degli eSports. Ma nella IndyCar e nella Nascar sono più avanti

Durante questo periodo di stop forzato, la F1 ha seguito l’esempio di molti altri campionati e si è concentrata sugli eSports. Le competizioni virtuali, in continua crescita ed accessibili a tutti, sono la nuova frontiera del motorsport che cerca disperatamente un modo per compensare l’assenza di corse vere.

La F1 ha sviluppato questa esperienza con il proprio videogioco ufficiale ed ha deciso di organizzare una corsa nella stessa data in cui era previsto il GP del Bahrein. Lo scorso 22 marzo, piloti reali del Circus e protagonisti di altre categorie hanno dato vita al primo GP virtuale della storia della F1. Guanyu Zhou, impegnato nella Formula 2, ha vinto questa prova che verrà riproposta oggi con un evento organizzato sul tracciato cittadino di Melbourne. L’Albert Park sostituisce il vero GP del Vietnam, originariamente organizzato per domenica 5 aprile.

La F1 si è quindi adattata alle altre categorie del motorsport, puntando su un format volto a dare uno spettacolo senza regole. Il risultato del GP del Bahrein al simulatore si è rivelato un evento che non può essere collegato agli eSports vista l’assenza l’assenza di realtà. Una prova, quella del Bahrein, che è stata rifiutata anche dagli stessi piloti come Max Verstappen. L’olandese di casa Red Bull, per chi non lo sapesse, è un ottimo pilota viruale che non ha partecipato alla gara di F1 per dedicarsi ad altri eventi.

Una scelta che chiaramente non fa notizia o scalpore, ma che evidenzia come il progetto della massima formula non sia alla pari di altre categorie che hanno obbligato i propri piloti a correre le gare organizzate dai rispettivi campionato. Un esempio è quello americano dell’IndyCar Series o della NASCAR Cup Series, realtà dove tutti i piloti hanno dovuto mettersi in gioco e competere al simulatore contro i colleghi.

Non sarebbe interessante vedere Lewis Hamilton, Charles Leclerc e Max Verstappen tutti in pista con la stessa auto per una sprint race virtuale? Giudicate voi…

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Foto: Lapresse