Formula 1
F1, le grandi rivalità: Ayrton Senna vs Alain Prost, furibondo scontro senza esclusione di colpi tra nemici-amici
Guardando all’intera storia della Formula 1, la rivalità per antonomasia è quella tra Ayrton Senna e Alain Prost. Andiamo dunque a rivivere quel feroce dualismo non privo di colpi bassi tra due uomini che, in realtà, si stimavano profondamente e che ha segnato un’epoca d’oro del Circus, quella a cavallo degli anni ’80 e ’90.
Le strade di Alain Prost e Ayrton Senna si incrociano nel 1988, quando si trovano a essere compagni di squadra alla McLaren. Il francese ha 33 anni, è alla sua quinta stagione nel team di Woking ed è un pilota già affermato. Anzi, è considerato il migliore di tutti, come testimoniato dal fatto di aver già vinto 2 Mondiali e 28 Gran Premi, all’epoca un numero record nella storia della Formula 1. Il brasiliano, invece, ha 28 anni ed è appena arrivato alla corte di Ron Dennis, il quale lo ha voluto fortemente. Dopo i tre anni in Lotus, durante i quali ha collezionato 6 successi, il paulista è alla ricerca della definitiva consacrazione ed è certo che la McLaren rappresenti l’occasione che aspettava da tempo. Peraltro, Ayrton porta come dote i fantasmagorici motori Honda, strappati alla Williams. Alla vigilia della stagione tutto lascia intendere che la lotta per l’Iride possa essere una questione interna al team di Woking, il quale può avvalersi contemporaneamente del pilota più forte e di quello più talentuoso. Il prevedibile dominio si rivela ancor più marcato del previsto, perché il 1988 è un anno di transizione sul piano tecnico, essendo l’ultimo in cui è consentita la sovralimentazione prima dell’annunciato ritorno ai propulsori aspirati. Molte squadre, pertanto, in fase di progettazione decidono di non dannarsi l’anima. McLaren e Honda, invece, scelgono di creare una monoposto e un motore studiati ad hoc per le regole di quella singola annata. Nasce così la MP4/4 spinta dall’RA168-E. Un’accoppiata meccanica sensazionale che, messa in mano a due fuoriclasse, si rivela assolutamente devastante.
Così, nel 1988, Prost e Senna gareggiano in una dimensione a parte, realizzando doppiette a raffica e, talvolta, doppiando tutti gli avversari. Il brasiliano si dimostra subito più rapido del francese, che si trova costretto a rincorrere. Infatti, quando mancano quattro Gran Premi al termine, il Titolo sembra ormai nelle mani del sudamericano. La convivenza tra i due è sino a quel momento tranquilla, ma in Portogallo avviene il primo screzio. Al secondo giro Ayrton è al comando con Alain alle sue spalle. Il Professore prende la scia di Magic all’uscita dell’ultima curva e lo affianca sul rettilineo del traguardo. Il paulista non si fa scrupoli e stringe pericolosamente il transalpino contro il muretto dei box. Prost non si fa intimidire e tiene giù il piede, infilandosi nello strettissimo spazio tra il cemento e le ruote dell’altra McLaren, completando il sorpasso. Il francese si invola verso il successo, mentre il brasiliano arranca fino al sesto posto finale a causa di un fantomatico consumo di carburante eccessivo erroneamente segnalatogli dal computer di bordo. Il medesimo problema si ripresenta anche la domenica seguente in Spagna, dove Alain (che non ha nascosto il malumore per il comportamento del compagno di squadra all’Estoril) incamera un’altra affermazione. Il Mondiale torna in bilico e Ayrton, innervosito dall’accaduto, lascia intendere a mezzo stampa di sospettare che la Honda potrebbe aver sabotato scientemente la sua vettura allo scopo di tenere viva la lotta per il Titolo. Si alza un polverone mediatico, che però viene prontamente disinnescato dall’esito del Gran Premio del Giappone, vinto da Magic, il quale si laurea così Campione del Mondo. La relazione con il Professore, però, inizia a scricchiolare. Il transalpino mal digerisce la sconfitta, anche perché figlia degli scarti previsti dal sistema di punteggio, e soprattutto si sente messo in secondo piano all’interno del team da un pilota che, non solo si è rivelato alla sua altezza, ma è persino di un lustro più giovane. La conferma indiretta di questa sgradevole sensazione arriva a fine anno, quando il fuoriclasse della Loira scopre che il compagno di squadra ha firmato un contratto per altre due stagioni, mentre a lui, Ron Dennis ha proposto il rinnovo “solo” per il 1989…
Proprio a inizio 1989, la rivalità tra Senna e Prost esplode in tutta la sua violenza. Il 23 aprile si corre il Gran Premio di San Marino, secondo round del Mondiale. La McLaren è ancora la vettura da battere, ma il GP del Brasile, vinto dalla Ferrari di Nigel Mansell, ha dimostrato come il team di Woking non goda più della supremazia devastante dell’anno precedente. Pertanto, prima del via di Imola, tra il brasiliano e il francese viene stipulato un patto di non belligeranza. Chi partirà meglio avrà diritto a impostare il proprio ritmo nella tornata iniziale, senza badare a doversi difendere dal compagno di squadra. Le ostilità si apriranno solo a partire dal secondo giro.
Quando il semaforo diventa verde, Ayrton, partito dalla pole position, rimane in testa seguito da Alain. Tuttavia, all’inizio della quarta tornata, la Ferrari di Gerhard Berger si schianta al Tamburello e prende fuoco. Per domare il rogo e soccorrere il pilota austriaco viene esposta la bandiera rossa. Il Gran Premio viene quindi interrotto e, come da regolamento dell’epoca, verrà effettuata una nuova partenza. La classifica finale sarà stilata per somma dei tempi fra i tre giri già percorsi e quelli rimanenti. Al secondo start, Magic si avvia in maniera balbettante e il Professore ne approfitta, ponendosi in testa. Tuttavia alla Tosa il paulista si infila all’interno dell’incredulo transalpino, scavalcandolo e involandosi verso la vittoria. Sul podio Prost ha un’espressione estremamente cupa, si rifiuta di stappare lo champagne ed evita i giornalisti, quindi si fionda da Ron Dennis per lanciarsi in una dura requisitoria contro Senna, accusandolo di essere una persona viscida e sleale. Il brasiliano si difende con il suo team manager affermando che il patto di non belligeranza era relativo al primo giro della gara, mentre lui ha effettuato il sorpasso durante il quarto.
La frattura è evidente e nella settimana successiva alla McLaren si decide di organizzare un incontro chiarificatore tra i due per cercare di sanarla. Le conseguenze del meeting saranno invece devastanti. Non tanto per il colloquio in sè, b-2ensì per ciò che avviene nei giorni seguenti. Il quotidiano francese l’Equipe pubblica, infatti, indiscrezioni riguardo quanto accaduto nel corso della riunione. Si racconta di come Ayrton, messo spalle al muro dall’evidenza dei fatti e sapendo di essere in torto, sia arrivato addirittura sull’orlo delle lacrime e abbia chiesto scusa ad Alain per il suo comportamento a Imola. Quando Magic viene a conoscenza dell’articolo, si infuria. Non c’è niente di falso in quanto scritto dall’Equipe, ma la gola profonda che ha spifferato tutto può essere solo il Professore in persona, anche perché l’articolo è firmato da Johnny Rives, persona notoriamente a lui vicina. Il transalpino si giustifica affermando che il giornalista ha abusato della sua fiducia, rendendo pubbliche informazioni raccontategli in via confidenziale. Poco importa al paulista, che a questo punto si sente tradito a sua volta.
Ormai tra i due è guerra aperta ed entrambi, molto abili sul piano comunicativo, non si fanno problemi a usare la stampa per gettare benzina sul fuoco, tramutandolo in un incendio incontrollabile. La forbice prestazionale tra Senna e Prost si apre sempre di più. Il francese inizia quindi ad accusare pubblicamente la Honda di fornire al brasiliano propulsori più potenti, portando a sostegno delle sue affermazioni l’inspiegabile differenza in termini di velocità massima registrata tra le due MP4/5 sul rettilineo del Gp del Messico. Ormai Alain non ha più alcuna fiducia né nel motorista giapponese, né in Ron Dennis, che ritiene schierato dalla parte del più giovane compagno di squadra. In estate annuncia quindi il suo addio al team di Woking per trasferirsi, a partire dall’annata seguente, alla Ferrari. Ormai lo scontro tra Magic e il Professore non è più solo sportivo, ma anche umano. Alla McLaren l’aria è irrespirabile, i due non si parlano più e non vi è Gran Premio prima del quale l’uno o l’altro non polemizzi con il rivale di fronte a un microfono. Il 1989 segue, però, un copione particolare. Il paulista, pur dimostrandosi superiore al transalpino, è vittima di svariati guasti meccanici che, in alcuni casi, lo costringono a rinunciare a vittorie ormai certe quando mancano pochi giri al traguardo (come avviene in Canada e in Italia). In questo modo Senna lascia sul piatto punti pesantissimi e Prost, che cinque anni prima aveva vissuto sulla propria pelle la medesima situazione, bada a mettere fieno in cascina correndo in difesa, proprio come aveva fatto Niki Lauda nei suoi confronti durante il 1984.
Si arriva così in Giappone, penultimo round stagionale, con il francese saldamente in testa al campionato. Il gioco degli scarti permette però al brasiliano di essere ancora padrone del suo destino, perché se dovesse vincere entrambe le gare rimanenti si laureerebbe campione, indipendentemente dai risultati del rivale. A Suzuka la tensione si taglia con il coltello. In prova Ayrton travolge Alain, il quale però punta tutto sulla gara, a cui assiste un pubblico record di 130.000 persone. Il Professore non è soprannominato così per caso, ha studiato attentamente il da farsi e prende un rischio calcolato. Regola la sua monoposto in maniera tale da avere un carico aerodinamico minimo per il tracciato, privilegiando così la velocità di punta. L’obiettivo è avere un piccolo margine in fase di sorpasso. Quando il semaforo diventa verde, Magic si vede sopravanzato dal compagno di squadra, il quale scatta meglio e si pone al comando. Ben presto il paulista si rende conto che sopravanzare il grande rivale sarà arduo, perché l’assetto scelto dal transalpino gli conferisce un vantaggio sui rettilinei.
Prost inizia a menare le danze seguito a breve distanza da Senna che, dopo il cambio gomme di metà gara, si avvicina sempre di più al battistrada. I due tengono un ritmo infernale, guadagnando oltre un minuto su tutti gli avversari. Il brasiliano, dopo aver studiato a lungo il francese, si rende conto che l’unica piccola possibilità di sorpassarlo è alla Casio chicane. Al quarantasettesimo giro Ayrton lancia un disperato attacco in maniera azzardata e rischiosa, poiché parte da lontano. Alain, infatti, non difende l’interno, ma imposta la curva come se nulla fosse. È il patatrac. Le due McLaren vengono a contatto e si fermano sul bordo della via di fuga. Il Professore slaccia subito le cinture ed esce dall’abitacolo, mentre Magic, dopo aver indirizzato un sarcastico pollice in su al compagno, chiede freneticamente ai commissari di spingere la sua monoposto per farlo ripartire. Ci riesce, anche se ha l’alettone anteriore danneggiato. Il paulista percorre un giro prima di rientrare ai box e sostituire il musetto, rientrando secondo, a 10” dalla Benetton di Alessandro Nannini, nuovo leader.
In pista, Senna si lancia in una furibonda rimonta ai danni del senese, mentre in pit-lane sta accadendo di tutto. La direzione gara e il presidente della Fia Jean-Marie Balestre stanno consultando i regolamenti, perché il brasiliano è a forte rischio squalifica. Infatti è ripartito grazie alla spinta dei commissari e soprattutto ha tagliato la chicane. Magic intanto raggiunge Nannini e lo sorpassa, tagliando il traguardo in prima posizione. Tuttavia, quando rientra ai box, non viene portato sul podio, bensì nell’ufficio della direzione gara, dove oltre agli ufficiali ci sono anche il compagno di squadra, Balestre e Ron Dennis. Alfine, dopo una lunga discussione, viene ufficializzata la squalifica. Di conseguenza il Professore è Campione del Mondo per la terza volta.
Apriti cielo! Senna è una furia e ne ha per tutti. Accusa apertamente Prost di aver cercato la collisione e spara a zero sulla Fia, guidata da Balestre, connazionale del suo grande rivale, di essere collusa con lui. Insomma, il brasiliano si ritiene vittima di un complotto. Dal canto suo il francese si limita candidamente a dire che, essendo davanti, aveva il diritto di impostare la sua traiettoria. Al di là delle evidenti responsabilità di Alain, per il quale il secondo posto sarebbe stato assolutamente inutile, la squalifica di Ayrton è a norma di regolamento inoppugnabile. La McLaren annuncia ricorso (mettendo quindi in discussione il Titolo Mondiale di un proprio pilota!), che non solo viene prevedibilmente, respinto, ma addirittura genera una bagarre legale che si trascina per tutto l’inverno e, a un certo punto, porta Magic a venire escluso dal campionato 1990! Alla fine tutto si sistema e il paulista può essere regolarmente al via della nuova stagione, dove ha un unico obiettivo, quello di riprendersi ciò che ritiene essergli stato scippato dal transalpino, nel frattempo trasferitosi alla Ferrari.
Come prevedibile il 1990 è improntato sul dualismo Senna-Prost, ora acuito ancor di più dal fatto di gareggiare per due team a loro volta acerrimi rivali. L’annata vive un andamento a elastico. Il brasiliano parte meglio, però il francese reagisce e al giro di boa della stagione è lui a essere in testa alla classifica iridata; quindi Magic inverte la tendenza e prende il largo, tuttavia il Professore non si arrende e riapre la contesa. Si arriva in Giappone nella stessa situazione del 1989, seppur a parti invertite. Il paulista è leader del mondiale, ma grazie al gioco degli scarti il transalpino può ancora laurearsi campione indipendentemente dai risultati del rivale. Tra i due c’è stata anche un’apparente riappacificazione, promossa dalla stampa italiana e avvenuta nella conferenza stampa successiva al Gran Premio d’Italia, durante il quale hanno dato vita a un emozionante braccio di ferro.
A Suzuka Senna realizza la pole position, che però ritiene un boccone avvelenato, soprattutto considerando che Prost partirà al suo fianco in prima fila. Infatti la casella della pole è sul lato sporco della pista, quindi chi scatterà nelle posizioni dispari avrà un grip decisamente inferiore rispetto a chi si troverà in una posizione pari. In altre parole, realizzare il secondo tempo rappresenta un vantaggio rispetto a risultare il migliore in qualificazione. Un paradosso! La stessa situazione si era già verificata all’Estoril, quando proprio il brasiliano aveva proposto di invertire la griglia di partenza, raccogliendo il consenso della Fia. Stavolta, invece, il direttore di gara Roland Bruynseraede risponde picche sin dal mercoledì, ovvero da ben prima che le ostilità in pista si aprano. Ayrton reitera più volte la richiesta nel corso del weekend, senza però venire mai ascoltato. Magic non capisce. Perché in Portogallo non ci sono stati problemi, mentre dopo un mese non si può più fare? Inizia a quindi a pensar male e cioè che Balestre si sia messo di traverso per cercare di favorire il Professore.
Domenica mattina, durante il briefing pre-gara, la situazione degenera. Argomento la Casio Chicane. Per evitare quanto accaduto l’anno prima, sono stati posizionati dei pneumatici per chiudere la via di fuga. Bruynseraede chiede ai piloti che dovessero andare lunghi di effettuare un mezzo giro su sé stessi e tornare in pista. Nelson Piquet sbotta. Definisce la proposta “idiota e pericolosa”, chiedendo invece che le gomme vengano tolte, piazzando però un commissario che dia il via libera per rientrare sul tracciato passando dalla via di fuga stessa. In altre parole, propone che la chicane possa essere tagliata con il consenso della direzione gara. Bruynseraede si definisce possibilista. A questo punto Senna perde completamente le staffe. Si alza in piedi e dice: “Io ho fatto così l’anno scorso e mi avete squalificato! Adesso invece va bene? Ridatemi il Mondiale del 1989, allora! Questa discussione è ridicola, io non ho più niente da dire”. Quindi abbandona la riunione, sbattendo la porta. Ron Dennis tenta di cogliere la palla al balzo e dice: “Se potete aprire la chicane, allora potete anche invertire la griglia di partenza!”. “Fuori questione” – replica Bruynseraede – “la pole è sempre stata a destra e rimarrà a destra”. Prost, nel mentre, non emette parola. Ha dominato il warm-up e sa di essere il favorito per vincere il Gran Premio.
Ormai convinto di essere vittima di un nuovo complotto, il fuoriclasse brasiliano decide di farsi giustizia da solo. Quando il semaforo diventa verde, il francese guadagna prevedibilmente la testa. Ayrton lo segue da vicino e alla prima curva, anziché frenare per impostare la traiettoria, tiene il piede sul gas e sperona volontariamente Alain. Le due monoposto finiscono nella via di fuga, il mondiale è finito, Magic è matematicamente Campione per la seconda volta.
Le polemiche sono, ovviamente, furibonde. Il Professore non degna il rivale neppure di uno sguardo, dopodiché ai box fa esplodere tutta la sua ira di fronte ai microfoni. Definisce il grande avversario “un uomo privo di qualsiasi senso sportivo” per il quale “la Formula 1 è come la guerra, dove conta solo vincere o morire. Ha scelto il modo più semplice per vincere il Mondiale”. Dopodiché annuncia che potrebbe anche ritirarsi seduta stante dalla Formula 1. Dal canto suo, Senna risponde “Prost non può darmi alcuna lezione, viene a farmi la morale proprio lui che ha passato la carriera a distruggere avversari e compagni di squadra? Vuole ritirarsi? Ha idea di cosa ho passato io durante l’ultimo inverno? Reagisce sempre male quando perde, e non ammette mai di essere stato fortunato quando raccoglie vittorie che non merita. Fa parte del suo carattere”. Insomma, è evidente a tutti come Ayrton abbia voluto vendicarsi con gli interessi di quanto avvenuto l’anno prima. Seguono settimane convulse, fatte di polemiche portate avanti soprattutto dalla Ferrari. Alain invece si è rinchiuso in un inusuale mutismo, rifiutando persino di comparire nelle tradizionali fotografie di gruppo di fine stagione. Ha incassato il colpo. Non si ritira, ma l’accaduto gli ha tolto serenità, come si vedrà durante i mesi successivi.
Nel 1991 la rivalità Senna-Prost si tramuta in guerra fredda. I due si ignorano e raramente si incrociano in pista. La Ferrari entra in crisi tecnica e viene dilaniata da mille lotte intestine, tanto che il francese non può lottare per il mondiale e medita l’addio a Maranello. Il brasiliano, invece, è sempre al vertice, ma dopo una partenza sfavillante si trova in difficoltà nel contenere la prepotenza di Mansell e della Williams-Renault. Durante il Gran Premio di Germania, però, il dualismo riesplode in maniera prorompente. Magic e il Professore ingaggiano una lunghissima lotta senza esclusione di colpi per… la quarta piazza! Il paulista, in crisi con il proprio consumo di carburante, si difende arcignamente dagli attacchi del transalpino, talvolta anche zigzagando sugli interminabili rettilinei di Hockenheim. A pochi giri dal termine Prost tenta un attacco all’esterno della prima chicane, ma Senna chiude la traiettoria con decisione e il francese, per evitare il contatto, finisce fuori pista. Neppure il brasiliano conclde la gara, poiché rimane senza benzina all’inizio dell’ultima tornata. Sul podio Mansell, Patrese e Alesi fanno festa, ma l’attenzione mediatica è nuovamente catalizzata dai due arcirivali.
Il Professore rilascia dichiarazioni di una violenza a lui sconosciuta: “Senna si è comportato in maniera scorretta per tutta la gara, addirittura arrivava a frenare senza motivo in rettilineo per obbligarmi a rallentare a mia volta. Quando ho tentato il sorpasso ha fatto in modo di spingermi fuori pista. La prossima volta non avrò esitazioni, gli andrò addosso. Almeno, aiuterò Mansell e la Renault a vincere il Mondiale”. Una minaccia in piena regola, a cui Magic risponde a tono: “Ormai tutti conoscono Prost. Si lamenta della sua auto, delle sue gomme, della sua squadra, della sua benzina, degli altri piloti, dei circuiti. Non è mai colpa sua! Oggi si è preso un rischio eccessivo ed è uscito di pista da solo. Questa è la verità”.
L’improvvisa escalation allarma la Fia, che teme l’ennesimo incidente tra i due. Di conseguenza, in occasione del Gran Premio d’Ungheria, viene organizzato un incontro chiarificatore. Senna e Prost sono convocati per una riunione assieme a diversi ufficiali della federazione internazionale. Al termine di questo meeting, che si svolge nel “territorio neutrale” del motorhome Elf, il brasiliano e il francese chiedono di restare da soli. Per un’ora rimangono all’interno del caravan, assediato dai giornalisti. Nessuno ha mai saputo cosa si siano detti, ma quando escono annunciano di essersi confrontati da uomo a uomo e di essere sulla strada di una vera riappacificazione.
Una guerra così intensa e anni di veleni non si cancellano, però, in un’ora. Infatti la riconciliazione sarà progressiva. Magic vince il Mondiale 1991, mentre il Professore viene clamorosamente licenziato dalla Ferrari, restando senza squadra per il 1992. Così si prende un anno sabbatico, accordandosi però in segreto con la Williams per il 1993 e il 1994. La Renault sollecita una clausola nel contratto tramite la quale si sbarra la strada a un eventuale approdo a Didcot del paulista che, quando lo capisce, ci rimane male. Però i suoi attacchi al grande rivale su questo tema sono tutto sommato solo punture di spillo rispetto al passato.
Nel 1993 Prost guida una vettura inarrivabile, ma Senna riesce a tenere viva la lotta iridata grazie alla sua classe, sfruttando qualche errore del francese e rendendosi protagonista di alcune performance sensazionali, come a Donington, Suzuka e Adelaide. Si nota come la rivalità tra i due abbia cambiato connotati. Le polemiche sono minime e, quando arrivano, sono sempre addolcite da una spruzzata d’ironia. Il brasiliano, vista l’inferiorità del suo mezzo, è rassegnato alla sconfitta. Il Professore, consapevole di avere il quarto titolo in tasca grazie alla supremazia della Williams, si rende conto di essere in parabola discendente e decide di lasciare da Campione in carica, rinunciando a un anno di contratto e spianando la strada all’approdo di Magic in Williams per il 1994.
Così, tra Senna e Prost scoppia improvvisamente la pace. Sul podio di Adelaide, ultimo GP della stagione 1993, si abbracciano sorridenti, mostrando anche una certa complicità nella successiva conferenza stampa. Venuta meno la rivalità sportiva, emerge persino la possibilità di una sincera amicizia per anni soffocata dalla furia agonistica. Infatti il 1° maggio 1994, pochi minuti prima del tragico incidente che gli toglierà la vita, Ayrton commenta in diretta un giro della pista di Imola per la televisione francese TF1, concludendo il suo intervento con le parole: “Prima di cominciare un saluto speciale al mio caro amico Alain. Mi manchi Alain!”. Quelle parole rappresenteranno il congedo di Magic non solo al Professore, ma anche al mondo intero, perché saranno le ultime da lui pronunciate pubblicamente.
Insomma, Senna-Prost è stata la rivalità per antonomasia nel mondo dei motori, ma a renderla così intensa e speciale non è stato solo il fatto che si siano confrontati due fuoriclasse assoluti, bensì anche il profondo legame umano tra di essi, a lungo distorto e avvelenato dallo scontro sportivo, ma in realtà caratterizzato da una grandissima stima reciproca e da un’affinità caratteriale che avrebbero potuto davvero generare una grande amicizia.
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Foto: La Presse