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Formula 1
F1, Piloti immortali: Alain Prost. La rivalità con Senna, 51 vittorie e 4 titoli per il “Professore” per entrare nella leggenda
Alain Prost. “Il Professore”. Non è certo un compito semplice per chi scrive riassumere la vita e la carriera dell’immenso pilota francese in poche righe. Un fuoriclasse che ha segnato un’era indelebile della massima categoria del motorsport, che ha vissuto il periodo forse con la maggiore concentrazione a livello di campioni, ha vinto tantissimo e, sopra ogni altra cosa, ha legato il proprio nome ad una accesissima rivalità con Ayrton Senna. Duelli che talvolta sono sfociati nell’antisportività, ma che hanno marchiato a fuoco la F1.
Proviamo ad andare con ordine per cercare di tracciare nel migliore dei modi la sua vita. Alain Marie Pascal Prost è nato con origini armene a Lorette, nella Regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, in Francia, il 24 febbraio 1955. Come spesso capita a chi diventerà un grande pilota, la famiglia è appassionata di motori, ma i suoi primi approcci al mondo dei kart arrivano solamente all’età di 15 anni, dopo aver giocato a calcio e praticato addirittura il wrestling. Dai kart inizia la sua lunga trafila nelle categorie minori, dalla Formula Renault fino alla Formula 3. Nel 1980, infine, arriverà l’esordio nella massima categoria del motorsport.
La F1 abbraccia Alain Prost al volante di una McLaren al fianco di John Watson. I primi risultati sono tutto sommato positivi, con un quinto posto in Brasile, quindi tre sesti posti tra Argentina, Gran Bretagna e Olanda, ma quattro ritiri e due non-partenze lo relegano mestamente al sedicesimo posto della classifica generale. Il secondo anno vede il francese passare nel team di casa più importante: la Renault. L’annata risulta agrodolce. Arrivano le prime 3 vittorie della carriera (proprio in Francia a Digione, quindi Olanda e Monza) assieme a due secondi posti (Germania e nel particolarissimo GP di Las Vegas) e un terzo in Argentina. Un ruolino di marcia da titolo, se non fosse per nove ritiri che lo fanno scivolare in quinta posizione a 7 punti da Nelson Piquet che diventerà campione in una stagione livellatissima.
La crescita di Prost prosegue nel 1982 con due vittorie iniziali tra Sudafrica e Brasile che lo vedono chiudere al quarto posto della graduatoria finale e soprattutto nel 1983, quando deve inchinarsi al solito Nelson Piquet per appena 2 punti in classifica. Il francese vince in Francia, Belgio, Gran Bretagna e Austria, ma paga a caro prezzo tre ritiri finali, mentre il brasiliano piazza due vittorie e un terzo posto che gli permettono il sorpasso. Si arriva quindi al 1984, un anno che entrerà nella storia della F1 e non solo il suo ritorno alla McLaren: parliamo infatti del campionato deciso per il minor gap di tutti i tempi, appena 0.5 punti. Trionfa Niki Lauda con 72 punti contro i 71.5 del transalpino in un duello serrato che consegnerà l’ultimo titolo della carriera all’austriaco. Prost vince Brasile, Imola, Monaco, Germania, Olanda, Nurburgring e Portogallo, ma paga a caro prezzo il punteggio dimezzato della gara monegasca, chiusa anzitempo sotto un diluvio clamoroso. Un Gran Premio nel quale successe letteralmente di tutto in condizioni ben oltre il limite e dove si segnalò un giovane Ayrton Senna, che letteralmente volava sul bagnato e, per quanto riguarda Prost, ne sentiremo ancora parlare.
Ormai è solamente questione di tempo e il 1985 vede il primo trionfo del “Professore”, chiamato in questo modo perché si è sempre saputo distinguere per una accuratissima gestione della propria vettura a livello di consumi e gomme. Il campionato lo vede letteralmente dominare. Cinque vittorie, due secondi e quattro terzi posti gli consegnano il titolo con 20 punti di margine su Michele Alboreto. Il binomio McLaren-Prost detta legge anche nel 1986 con un altro anno di supremazia quasi incontrastata. Quattro successi, Imola, Monaco, Austria e Australia assieme a 7 podi totali: un ruolino di marcia che lo fa primeggiare per 2 lunghezze su Nigel Mansell.
Nel 1987 ci pensa nuovamente Nelsol Piquet a togliere il sorriso al francese che, per colpa di una MP4/3 che non risulta competitiva come negli anni precedenti, non va oltre il quarto posto assoluto con 3 vittorie tra Brasile, Belgio e Portogallo, ma diversi sanguinosi ritiri che costano punti preziosi. La scuderia di Woking nel 1988 si riscatta e assembla una MP4/4 che andrà a riscrivere tutti i record. 16 gare corse con 15 vittorie, con il titolo che va al suo neo-compagno Ayrton Senna con appena 3 punti di differenza. L’inizio della grandissima rivalità tra i due sta solamente mettendo le prime radici. L’esplosione, come ogni appassionato di F1 sa, si manifesterà nel 1989. Una annata vissuta senza esclusione di colpi. Un derby interno alla McLaren che vede i due piloti arrivare alle ultime gare con il brasiliano in vantaggio. Prost vince negli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Italia, assieme a sei secondi posti, ma Senna risponde con ben sei successi. Si arriva a Suzuka. Il francese ha ancora qualche chance per riaprire i discorsi e conduce la gara sin dall’avvio. Il brasiliano rimonta giro dopo giro e tenta l’attacco alla disperata alla famosa chicane Triangle. Nessuno dei due alza il piede, entrambi se ne infischiano della traiettoria del rivale, ed il contatto è inevitabile. Ritiro per il transalpino, squalifica per Senna che, in quel modo diventerà comunque campione del mondo.
Il modo di dire “Due galli nel pollaio” calza a pennello in casa McLaren, tanto che Prost decide di andarsene per sbarcare a Maranello. La Ferrari lo accoglie ed è amore a prima vista. Nel 1990 il “Professore” vince in Brasile, Messico, Francia, Gran Bretagna e Spagna, aggiungendo 4 podi. Ancora una volta, però, tutto sarà in ballo a Suzuka, in Giappone, con l’ineffabile Ayrton Senna. Il portacolori della McLaren è avanti in graduatoria e entrambi sono in prima fila. Prost scatta bene, Senna non ci sta e, sostanzialmente, lo tampona in curva 1 per “tagliare la testa al toro” e incamerare il secondo titolo. E così fu, tra mille roventi polemiche. Nel 1991 la monoposto del Cavallino stenta, e non poco. Per Prost arriva il primo anno senza vittorie (non capitava dal 1980, anno dell’esordio) con sei ritiri e la non-partenza di Imola con l’uscita di pista nel giro di allineamento sotto la pioggia. La 642 F1 prima, e la 643 F1 poi, proprio non vanno e il francese lo fa notare a modo suo. Dopo il Gran Premio del Giappone le sue critiche furono roventi: “Questa macchina sembra un camion”. Anche se Enzo Ferrari era già passato a miglior vita, si trattava di parole inaccettabili per la scuderia di Maranello che licenziò in tronco Prost che, quindi, non prese parte all’ultima gara in Australia (che venne sospesa dopo 16 giri per colpa di un nubifragio da tregenda su Adelaide).
Questo scossone lo lascia a piedi nel 1992, ma il ritorno alle gare arriva puntuale nel 1993 con la Williams. La formidabile FW15C lo trascina al quarto titolo della sua epopea vincendo Sudafrica, Imola, Spagna, Canada, Francia, Gran Bretagna e Germania. Prost fa calare il sipario sulla sua carriera con il poker iridato con 26 punti di margine proprio su Ayrton Senna, iscrivendo il suo nome nel Gotha della Formula Uno. Il francese conclude quindi la sua esperienza con 4 titoli mondiali, 51 vittorie su 202 gare disputate, 106 podi totali, 33 pole position e 41 giri veloci. Numeri da vera leggenda della F1.
Alain Prost dopo il ritiro non ha certo abbandonato il mondo del motorsport, come ben sappiamo. Nel 1994 e nel 1995 tornò a collaborare con l’emittente televisiva francese TF1, e contemporaneamente anche per la Renault, come addetto alle pubbliche relazioni. La sorte fece sì che fosse proprio lui a commentare il Gran Premio di San Marino 1994, assistendo alla morte in diretta del suo ex rivale, poi suo grande amico, Ayrton Senna. Il rapporto si era talmente rinsaldato con il tempo tra i due che Prost partecipò al suo funerale a San Paolo portando anche il feretro. Successivamente Prost fondò una propria scuderia di Formula 1, la Prost Grand Prix, rilevando le attrezzature dalla Ligier e da Flavio Briatore, e corse nel Mondiale dal 1997 al 2001. Dall’inizio della stagione 2017, infine, detiene il ruolo di consulente del team Renault.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse