Formula 1

F1, Piloti immortali: Keke Rosberg e quel Mondiale 1982 vinto con un solo successo

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34 anni prima del trionfo iridato del figlio Nico (al termine di un testa a testa molto tirato con il compagno di squadra Hamilton in Mercedes nel 2016), fu Keke Rosberg ad imporsi nel Campionato del Mondo di Formula 1 del 1982 con all’attivo un solo successo di tappa. Il pilota finlandese è l’unico della storia al pari di Mike Hawthorn nel 1958 ad aver conquistato il titolo mondiale di Formula 1 portando a casa un solo primo posto in stagione, a testimonianza di una buonissima costanza di rendimento nel corso di un campionato molto anomalo.

Nato a Solna il 6 dicembre 1948, Keke Rosberg esordisce nei kart nel 1965 raccogliendo diversi risultati importanti nei campionati finlandesi e scandinavi fino al 1972, in cui comincia la sua esperienza in Formula Vee. Dopo alcune stagioni molto positive, il finnico riesce a trovare un posto in Formula 2 e Formula 3 iniziando a farsi notare da alcuni team di Formula 1 grazie a qualche exploit di rilievo. A quasi 30 anni, Keke debutta nel Mondiale di Formula 1 alla guida della modesta Theodore in occasione del Gran Premio del Sudafrica 1978. La carriera dello scandinavo stenta a decollare a causa della scarsa competitività delle varie Theodore, ATS, Wolf e Fittipaldi che gli vengono affidate fino al 1981, annata chiusa senza riuscire a portare a casa neanche un punto.

Dopo quattro stagioni nella massima categoria dell’automobilismo globale, Rosberg ha collezionato appena 6 punti andando a punti solo in due occasioni, con un terzo posto in Argentina ed un quinto in Italia nel 1980 al volante della Fittipaldi. Il momento chiave della sua avventura in Formula 1 arriva al termine della stagione 1981, quando viene contattato da Frank Williams per effettuare un test al Paul Ricard in seguito all’annuncio del ritiro di Alan Jones. Keke sfrutta nel migliore dei modi l’occasione e stampa il record del circuito francese, guadagnandosi un contratto da 250 mila dollari per la stagione successiva in Williams al fianco di Carlos Reutemann (il quale si ritira a sorpresa dopo la seconda gara stagionale lasciando al finnico il ruolo di prima guida).

La Williams è reduce da due titoli costruttori consecutivi ma alla vigilia del campionato non risulta tra le vetture da battere a causa della mancanza di un motore turbo, infatti il pilota scandinavo comincia con un quinto posto in Sudafrica rimediando in seguito una squalifica in Brasile per monoposto irregolare che gli toglie un prezioso secondo posto. Rosberg, nella prima metà del Mondiale, ottiene due secondi posti (a Long Beach e Zolder) ed un quarto a Detroit mettendo però a referto un paio di “zeri” molto pesanti a causa di guasti meccanici. In un campionato caratterizzato dalla morte di Gilles Villeneuve (uno dei favoriti per il titolo) nelle prove del GP del Belgio e dal grave infortunio di Didier Pironi (leader iridato a cinque tappe dalla fine) nel corso delle qualifiche di Hockenheim, diventa fondamentale la regolarità sulla lunga distanza.

Keke, quinto in classifica generale alla vigilia del weekend di Hockenheim a -16 da Pironi e -7 da Watson, sale di colpi nel momento più importante e porta a casa tre podi consecutivi tra cui il primo agognato successo in Formula 1 a Digione, che gli consente di balzare in vetta al Mondiale con un buon margine di sicurezza sul primo degli inseguitori ancora in corsa. Nonostante un negativo ottavo posto a Monza, il finnico della Williams arriva all’ultima gara dell’anno con 9 punti di vantaggio su Watson (e 3 su Pironi, out per infortunio) e con la possibilità di chiudere i conti con un piazzamento nella top6. I due rivali per il titolo fanno fatica in qualifica a Las Vegas, inoltre il nord irlandese della McLaren parte male in gara ed è costretto a rimontare dalle retrovie mentre Rosberg conserva una posizione ai margini della zona punti. Watson si scatena rendendosi protagonista di una rimonta superlativa che lo porta a tagliare il traguardo in seconda posizione alle spalle dell’italiano Michele Alboreto, alla sua prima vittoria in carriera, un risultato insufficiente per insidiare Keke Rosberg, quinto classificato e campione del mondo 1982.

Successivamente, Rosberg rimane in Williams fino al 1985 conquistando altri quattro successi di tappa ma non riuscendo a lottare nuovamente per il titolo mondiale fino in fondo. Nel 1986 passa alla McLaren per la sua ultima stagione in Formula 1, raccogliendo diversi piazzamenti a ridosso del podio e andando molto vicino al trionfo nell’atto conclusivo del campionato in Australia prima di ritirarsi per una foratura ad una ventina di giri dalla fine. Keke Rosberg conclude così la sua carriera con all’attivo un titolo iridato, 5 Gran Premi vinti, 17 podi e 5 pole position. 

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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