Formula 1

F1, si pensa a un budget cap differenziato tra i costruttori e i team clienti

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Giorni di incontri in confence-call quelli tra i Team Principal di F1 per trovare delle soluzioni alle problematiche di questo presente così ricco di incertezze. Il Covid-19 sta avendo delle conseguenze importanti nel Circus, considerando gli annullamenti dei primi otto round del Mondiale 2020 e i punti di domanda sugli altri weekend previsti nel periodo estivo. I riflessi economici, da questo punto di vista, sono molto negativi e non a caso McLaren e Williams si sono già attivate riducendo gli stipendi del personale e dei piloti.

Per questo, oltre una conferma dell’introduzione del nuovo regolamento tecnico nel 2022 (la Red Bull aveva proposto un ulteriore rinvio nel 2023), si è discusso del budget cup e di una riduzione dai 175 milioni di dollari previsti dalle norme. Rispetto a ciò si è creata una spaccatura tra i top team (Mercedes, Ferrari e Red Bull) e il resto della “griglia”. Da parte delle squadre clienti le accuse sono quelle di curare troppo i propri interessi a discapito dell’intera F1, senza tener conto del difficile momento vissuto da tutti.

Di fatto i costruttori, che devono sostenere i costi di ricerca e di sviluppo, ritengono che sia giusto usufruire di una quota di spesa maggiore rispetto al resto della “truppa”, in quanto i clienti si limitano ad acquistare delle parti di monoposto, come ad esempio power unit, cambio e sospensioni. Pertanto l’idea sarebbe quella di partire da una cifra base uguale per tutti, con le scuderie menzionate che godrebbero di una disponibilità maggiore per quanto detto. Una sorta di budget cup differenziato. Questo anche perché i citati clienti potrebbero investire le risorse a disposizione in altre aree della macchina.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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