Ciclismo

Giro di Lombardia 1961: l’assolo di Vito Taccone, il Camoscio d’Abruzzo

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Tra i successi più prestigiosi ottenuti da Vito Taccone rientra sicuramente il Giro di Lombardia 1961, vinto al primo anno da professionista. La carriera del Camoscio d’Abruzzo, come era soprannominato per le sue qualità di scalatore e per il suo temperamento sanguigno, durò soltanto dieci anni, durante i quali si aggiudicò anche il Giro del Piemonte 1962, la Milano-Torino 1965 e complessivamente otto tappe del Giro d’Italia, di cui ben cinque nel 1963.

La cinquantacinquesima edizione del Giro di Lombardia venne disputata il 21 ottobre 1961, con partenza da Milano alle 9 del mattino e arrivo a Como nel pomeriggio. Ad avventurarsi nella prima fuga di giornata furono Raymond Impanis, Willy Schroeders e Flavio Vanzella, a cui ben presto si aggiunsero diversi altri ciclisti: il tentativo non andò però a buon fine e a Colico il gruppo si ricompattò. La corsa si mantenne particolarmente vivace e poco dopo si verificò un altro attacco, portato da Aldo Moser e da altri sei ciclisti: attraverso una serie di scatti il fratello di Francesco riuscì a divincolarsi dai suoi commilitoni e a rimanere solo in testa.

Moser venne però raggiunto da Carlo Brugnami e Gastone Nencini, che fu abile ad ovviare con grande prontezza a una foratura subita durante un tratto in discesa. A 40 chilometri dall’arrivo i tre battistrada vantavano un margine superiore al minuto sui più diretti inseguitori (tra cui Taccone), ma il Muro di Sormano cambiò totalmente le carte in tavola. Moser spinse con decisione e lasciò indietro i compagni di fuga, ma al contempo dovette subire il ritorno di uno scatenato Imerio Massignan, a cui si associarono Renzo Fontona e lo stesso Taccone.

Dopo aver scavalcato un esausto Moser, cominciò un emozionante triello. Taccone, vittima dei crampi, perse terreno in discesa, ma con grande grinta riuscì a rimettersi in sesto e a riportarsi al comando della corsa. Non pago, il Camoscio d’Abruzzo decise di accelerare improvvisamente: Fontona cedette di schianto, mentre Massignan fu in grado di rimanere attaccato alla sua ruota. I due entrarono insieme allo stadio “Giuseppe Sinigaglia” di Como: il veneto rimase davanti fino all’ultima curva, ma negli ultimi 150 metri fu tradito dalla stanchezza e venne superato da Taccone, che tagliò per primo il traguardo al termine di una corsa al cardiopalma.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: Olycom / LaPresse

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