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Ciclismo
Giro d’Italia 1919: Costante Girardengo, il condottiero che guidò l’Italia nella rinascita dopo la Prima Guerra Mondiale
Il 1919 è l’anno di Costante Girardengo. Già trionfatore in due tappe del Giro d’Italia tra il 1913 e il 1914, è costretto ad aspettare cinque anni per ripresentarsi alla Corsa Rosa come il favorito numero uno per la vittoria finale. Quattro edizioni buie e cancellate dalla Prima Guerra Mondiale. Il 21 maggio del 1919, però, il campione di Novi Ligure ha intenzione di recuperare il tempo perso. Vince la prima tappa di Trento, diventa subito leader.
Una posizione che mantiene stretta stretta fino alla fine, fino all’Arena di Milano, dove alza nuovamente le braccia al cielo nella sua settima vittoria di tappa su dieci frazioni totali: un dominio assoluto. Sono solamente quattro i vincitori della Corsa Rosa che sono riusciti, finora, a rimanere in testa alla classifica generale dalla prima all’ultima frazione: Girardengo, Binda, Merckx e Bugno. Girardengo è stato il primo ad entrare nell’Olimpo del ciclismo. Emilio Colombo, ai tempi direttore della Gazzetta dello Sport, coniò per lui il soprannome “Campionissimo”.
Fu lui il primo vero campione delle due ruote italiane, seguito anni dopo dal suo celebre concittadino Fausto Coppi, alla cui memoria, insieme a quella di Costante, è ora intitolato il Museo dei Campionissimi. Fu Girardengo il primo ad infiammare la passione per il ciclismo azzurro. Tra di loro c’era il più grande giornalista italiano del Novecento, Indro Montanelli, che scrisse: “Costante Girardengo fu il mio ultimo idolo prima che l’adolescenza giungesse a spazzare dal mio cielo, che ne rimase disperatamente vuoto, ogni epica traccia di eroi. Nei sogni, nelle fantasie della mia generazione, Girardengo viene, nel tempo, subito dopo Testa di Pietro e il Corsaro Nero sui quali aveva insieme un vantaggio e uno svantaggio: quello di essere vero e di poterlo, i pochi fortunati, toccare”.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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Foto: Wikipedia