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Giuseppe Conte: “Misure restrittive fino al 3 maggio. L’Italia vuole gli Eurobond”. Paese in lockdown per altre 3 settimane

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Giuseppe Conte è intervenuto in conferenza stampa durante questo Venerdì Santo, il premier avrebbe dovuto parlare all’inizio del pomeriggio ma l’atteso discorso è arrivato soltanto alle ore 19.30. Il Capo del Governo ha confermato il lockdown fino a domenica 3 maggio compresa, l’Italia resterà in “zona rossa” per altre tre settimane: si potrà uscire di casa soltanto per motivi di lavoro, ragioni di salute, casi di necessità (fare la spesa); rimangono aperti negozi di alimentari, farmacie, edicole, tabaccai, aziende e attività che forniscono beni o servizi essenziali. Sono state inserite delle piccole deroghe per cartolerie, librerie, negozi per bambini che potranno aprire già da martedì 14 aprile e potranno rialzare la saracinesca anche altre piccole attività come quelle legate alla silvicoltura.

Il premier si è poi soffermato sull’eurogruppo, sul Mes e sugli Eurobond. Giuseppe Conte ha più volte ribadito l’inefficacia del Mes e la volontà di ottenere gli Eurobond, ha poi fatto i nomi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che, a detta del Primo Ministro, hanno dichiarato menzogne da ieri sera. Il Capo del Governo ha poi augurato Buona Pasqua tutti gli italiani, dopo aver infuso alcuni messaggi di coraggio e promettendo che la riapertura potrebbe avvenire poi a tutti gli effetti a inizio maggio in maniera graduale e rispettando le norme di sicurezza previste. Di seguito i passaggi principali della conferenza stampa.

Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, è una misura difficile e di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche. Il comitato tecnico-scientifico ci ha detto che i segnali della curva epidemica sono positivi, i provvedimenti presi stanno dando frutti e risultati positivi. L’Italia si sta dimostrando un esempio anche per altri Paesi nelle misure di reazione per tutelare la salute dei cittadini, proprio per questo non possiamo cedere e vanificare gli sforzi compiuti. Potremmo perdere i risultati conseguiti se dovessimo cedere, potremmo correre il rischio di dovere rincominciare. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’attenzione, proprio ora che si avvicinano la Pasqua, i ponti del 25 aprile e del 1° maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire, l’auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela, con gradualità ma ripartire: dipende dal nostro comportamento, dobbiamo compiere questo ulteriore sforzo e rispettare le regole, dobbiamo continuare a mantenere le distanze sociali”.

La proroga vale anche per le attività produttive. Mettiamo la tutela della salute al primo posto, cerchiamo di ponderare tutti gli interessi in campo, ci sta a cuore il tessuto socio-economico. La nostra determinazione è quella di allentare le misure per le attività produttive e fare ripartire presto il motore del nostro Paese ma non siamo ancora in quella condizione, dobbiamo attendere ancora. Se prima del 3 maggio si verificassero le condizioni cercheremo di provvedere di conseguenza. Dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e per bambini, qualche altra attività produttiva come silvicoltura (taglio dei boschi) e anche attività forestali”.

Le prime stime ci dicono che saranno necessari 1500 miliardi di euro per fronteggiare questo momento. Negli USA il sostegno pubblico è dell’ordine di 2200-2300 miliardi: sono numeri mai visti in tempo di pace. Le proposte messe sul tavolo dell’eurogruppo sono il primo passo verso una risposta europea. Il Ministro Gualtieri ha fatto un grande lavoro. Una misura comunque ancora insufficiente, dobbiamo lavorare per costruire qualcosa di ancora più ambizioso. La battaglia che l’Italia deve condurre è quella di un fondo da finanziare con una condivisione dello sforzo, con gli eurobond: il fondo deve avere una potenza di fuoco proporzionata alle cifre richieste da un’economia di guerra. Il fondo deve essere disponibile fin da subito, se arriveremo tardi sarà insufficiente e deprireremo ancora di più il nostro tessuto socio-economico. Si è parlato anche della cassa integrazione gestita a livello europeo che metterà a disposizione la somma di 100 miliardi, avremo anche 200 miliardi di investimenti dalla Banca per lo sviluppo. Ma ripeto che il nostro strumento è l’eurobond, condurremo fino alla fine questa battaglia”.

L’eurogruppo propone anche una linea di gruppo senza condizionabilità per le spese sanitarie, il già conosciuto Mes. Si è levato un dibattito in Italia, legittimo e vivace, che ritengo di sana democrazia. Questo dibattito si deve svolgere senza falsità. Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri e attivato la scorsa notte come invece è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni: lo stanno ripetendo dalla scorsa notte, ma non è assolutamente così. Questo Governo non lavora col favore delle tenebre, lavora guardando gli italiani negli occhi. L’eurogruppo non ha firmato nulla. L’Italia non ha firmato il Mes, non ne ha bisogno. L’Italia ritiene il Mes uno strumento totalmente inadatto per l’emergenza che stiamo vivendo.

Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i cittadini italiani ed è per questo che dico che le menzogne ci fanno male, ci indeboliscono nella trattativa. Avevo chiesto all’opposizione di essere compatti, le menzogne dette indeboliscono tutta l’Italia: è una trattativa difficilissima, ci sono altri 26 Paesi e dobbiamo parlare a loro, al popolo tedesco, al popolo olandese, dobbiamo fare capire il nostro progetto, dimostrare lungimiranza e dignità. Se si va avanti così rischiamo di compromettere la nostra forza negoziale. La mia posizione sarà chiara: lotteremo per avere gli Eurobond e spiegherò al prossimo Consiglio Europeo che il Mes è totalmente inadeguato e insufficiente”.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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