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Golf, la NextGen maschile: i migliori Under23 da seguire. Sungjae Im è già una stella, Viktor Hovland speranza europea

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La pausa del grande golf continua imperterrita, anche se recentemente sono arrivati importanti segnali di luce da parte delle varie federazioni, in particolare quella americana. Negli States infatti il golf, in quanto attività quasi prettamente solitaria, lo sport nobile non si è mai del tutto fermato nei vari circoli ed è di pochi giorni fa la conferma della data ufficiale di ripartenza per quanto riguarda il PGA Tour 2020, interrotto un mese e mezzo fa agli albori del The Players Championship.
A metà giugno si potrà tornare dunque a rivedere le grandi star del gioco grazie al Charles Schwab Challenge 2020, il primo di una serie di tornei a porte chiuse che potrebbero aiutare anche la situazione europea che resta più complicata. Quale momento migliore di questa pausa, però, per andare a dare un’occhiata più da vicino alle principali figure emergenti del panorama mondiale?? OA Sport prosegue la sua rubrica sui papabili futuri protagonisti con la lista dei cinque migliori giovani che nelle ultime stagioni sono stati in grado di mettersi in luce nei tornei di primo piano. Curiosamente si può notare come i cinque nomi che andremo ad elencare provengono da quattro continenti differenti, America del Nord (x2), America del Sud, Europa e Asia. 

1) Sungjae Im (KOR), 30.03.1998

Impossibile non partire dal coreano, autentico meteorite in fase di rapido avvicinamento al pianeta Terra e pronto ad arrecare enormi danni. Nativo della piccola isola Jeju, Im ha da poco spento 22 candeline ma può già vantare un palmares di tutto successo sul PGA Tour in un anno e mezzo dal suo debutto, avvenuto nella scorsa stagione dopo aver conseguito i titolo di Player of the Year del Web.com Tour nel 2018. Qualche mese di assestamento tra i migliori golfisti del mondo ed ecco che l’asiatico è stato subito capace di diventare uno dei nomi caldissimi del Tour nelle settimane precedenti allo stop, arrivato proprio nel momento di vera esplosione di Im. Ad inizio marzo infatti è arrivato già a mettersi in tasca il primo torneo, il The Honda Classic, e il successivo piazzamento in terza posizione all’Arnold Palmer Invitational lo ha proiettato in testa alla FedEx Cup, un piazzamento che naturalmente occupa tutt’ora a gioco fermo. Questa “doppietta” di risultati di prestigio ha fatto salire Im vorticosamente anche nel ranking mondiale, dove occupa già la 23esima posizione. Va ricordato infine come il coreano fosse già andato vicino a trionfare lo scorso settembre, quando perse al playoff da Sebastian Muñoz il Sanderson Farms Championship. Era stato poi assoluto protagonista anche della successiva President Cup in Australia, dove chiuse con un record personale di 3-1 nonostante Team USA portò a casa la coppa.

2) Collin Morikawa (USA), 06.02.1997

Il secondo nome è quello del californiano, anche se qui dobbiamo subito ammettere una piccola eccezione rispetto al titolo dell’articolo visto che Collin ha compiuto da poche settimane i 23 anni. Impossibile non tenerlo tuttavia in considerazione essendo cresciuto battagliando con gli altri nomi di questa lista, e visto il livello raggiunto nel 2019 dove ha conquistato, nella sua stagione d’esordio da professionista, il primo e unico successo al Barracuda Championship, l’evento alternato che si disputa nella stessa settimana del WGC-FedEx St. Jude Invitational. In questo primo scorcio di 2019/2020 lo statunitense ha già raccolto tre Top 10 e questi ottimi piazzamenti gli hanno permesso di scalare l’ordine di merito mondiale fino al 44esimo posto.

3) Viktor Hovland (NOR), 18.09.1997

La Norvegia è arrivata anche nel golf. Il giovane talento di Oslo (ma di scuola americana) è infatti senza dubbio il neo-professionista più chiacchierato degli ultimi mesi nel panorama golfistico insieme a Im, un cammino che è iniziato la scorsa stagione con il titolo di miglior amatore sia al Masters che allo US Open, con particolare accento sulla sua performance a Pebble Beach dove terminò 12esimo complessivo stabilendo il nuovo record assoluto per un amatore (-12). L’annata in corso è iniziata nel migliore dei modi per lui con la vittoria di fine febbraio al Puerto Rico Open, fondamentale in quanto si tratta della prima di sempre per la Norvegia sul PGA Tour. Come se non bastasse Hovland ha già stabilito anche un incredibile record nel PGA Tour, visto che nel secondo giro della CJ Cup in Corea del Sud ha toccato quota 19 round consecutivi sotto i 70 colpi. Al momento il ventiduenne nordico occupa già la 55esima posizione nel ranking ma a detta di tutti gli addetti ai lavori è destinato a salire rapidamente non appena si tornerà a giocare.

4) Joaquin Niemann (CHI), 07.11.1998

Quella dell’appena ventunenne cileno è un’altra storia da seguire con estremo interesse. Dopo un totale dominio da amatore, dove è stato numero 1 per quasi un anno intero a soli 18/19 anni, a metà 2018 ha deciso di fare subito il salto nel professionismo, chiudendo clamorosamente sesto al Texas Valero Open al debutto assoluto. Quel risultato fu seguito da una costanza di rendimento impressionante, numerosi piazzamenti nella Top 10 che gli valsero la carta per il Tour senza nemmeno passare dal Web.com come la stra grande maggioranza dei giocatori sono costretti a fare. A settembre, finalmente, l’exploit definitivo, quando si impose nell’ A Military Tribute at The Greenbrier. Un successo che vale molto di più del primo trionfo di una giovane e promettente carriera: non è stata solamente la prima storica vittoria del Cile sul PGA Tour ma lo ha reso anche, con i suoi 20 anni e 10 mesi, il più giovane vincitore non americano sul Tour dell’ultimo secolo. Un biglietto da visita niente male per quello che è già a tutti gli effetti una realtà nel panorama mondiale, al momento 78° nell’ordine di merito.

5) Matthew Wolff (USA), 14.04.1999

L’ultimo nome non poteva che essere quello del “gemello sportivo” di Hovland, visto che è un prodotto dell’ Oklahoma State Universty come il norvegese. Il più giovane in assoluto della lista, ha da pochissimi giorni compiuto i 21 anni ma non per questo il suo palmares è meno importante di quello dei rivali. Ha debuttato nel PGA Tour tredici mesi fa al Phenix Open grazie uno sponsor, trovandosi subito nell’occhio del ciclone della stampa per via del suo swing decisamente atipico, che lo rende tuttavia uno dei più potenti colpitori di palla del circus. Molto probabilmente il californiano ha mantenuto le basi dell’impostazione da giocatore di baseball in quanto “calcia” leggermente con la gamba sinistra per generare più rotazione. In ogni caso dietro alla potenza si celano anche delle mani piuttosto delicate, e a poco più di un mese dal debutto ha infatti vinto il 3M Open 2019 a soli vent’anni, superando al fotofinish proprio quel Collin Morikawa sopra citato.  Da quel successo non sono arrivati grossi acuti e infatti l’ordine di merito mondiale mostra un “sottovalutante” 110 accanto al suo nome; tuttavia, considerata l’età, potrebbe tranquillamente raggiungere e magari anche oltrepassare i colleghi di qui a un paio di stagioni.

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