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Liegi-Bastogne-Liegi 1965: la prima volta dell’Italia e il trionfo della vita di Carmine Preziosi

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La Liegi-Bastogne-Liegi, pur essendo la “decana” delle classiche, non ha sempre avuto il prestigio di cui gode attualmente. Nel periodo che va dal secondo dopoguerra alla nascita della Coppa del Mondo, infatti, la Doyenne non era considerata una gara di maggior pregio rispetto alla Freccia Vallone. Anzi, sovente i grandi campioni stranieri preferivano presentarsi al via di quest’ultima. Prova ne è che sia Fausto Coppi che Gino Bartali arrivarono sul podio della manifestazione che oggi si conclude sul Muro di Huy (Coppi la vinse anche nel 1950), mentre alla Liegi nessuno dei due vanta un piazzamento tra i primi tre.

Non vi è da sorprendersi, dunque, se il primo vincitore azzurro della Doyenne è un corridore poco conosciuto come Carmine Preziosi. Questi, italiano cresciuto in Belgio dopo esservi emigrato con la famiglia, non era comunque un atleta di poco conto. Nelle categorie giovanili vinse circa ottanta corse e nel 1964, a ventun anni, si piazzò al secondo posto nel Giro di Lombardia conquistato da Gianni Motta. Date le caratteristiche di passista veloce, Carmine era particolarmente portato per le gare in linea.

Il suo 1965 fu a dir poco favoloso. Giunse sesto alla Freccia Vallone, settimo alla Gand-Wevelgem e al Giro delle Fiandre e ottavo alla Freccia Vallone. A inizio maggio coglie il successo che potrebbe proiettarlo nel mito, la Liegi-Bastogne-Liegi, per l’appunto. Nella Doyenne Preziosi trionfa, con una volata irregolare, su quel Vittorio Adorni che nel 1963 fu il primo azzurro ad arrivare sul podio della grande classica belga. La giuria decide di penalizzare Carmine per le sue scorrettezze, però, dandogli solo una multa, senza, così, levargli la vittoria.

Preziosi sembrava lanciato verso una carriera particolarmente importante. Tuttavia, si era spremuto troppo nelle categorie e ben presto ne pagò il conto. Non tornerà più sui livelli del 1965 e nella stagione successiva inizierà una lunga discesa che lo porterà a ritirarsi definitivamente dallo sport pedalato nel 1972, a soli 29 anni.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Le Syte du Cyclisme

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