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L’Italia è grande: Adriano Panatta, l’ultimo azzurro ad aver vinto uno Slam

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Non è mai bello fare confronti, ma se ci fosse da scegliere il miglior tennista italiano dell’era Open i dubbi sarebbero davvero pochi: Adriano Panatta. A parlare chiaro sono i numeri: 10 titoli del circuito maggiore vinti in singolare, tra cui il trionfo casalingo agli Internazionali di Roma e la grandiosa affermazione al Roland Garros, a cui bisogna aggiungere i 18 titoli in doppio e la storica vittoria, prima e unica per l’Italia, della Coppa Davis 1976.

Nato a Roma il 9 luglio 1950, Panatta si avvicinò al tennis già durante l’infanzia grazie al padre Ascenzio, che era il custode del Tennis Club Parioli. Nel 1969, dopo alcune esperienze a livello amatoriale, fece il proprio esordio nel circuito maggiore, ma fu l’anno successivo che salì definitivamente alla ribalta con la sorprendente vittoria dei Campionati italiani assoluti: particolarmente emblematica fu la finale contro l’ormai trentasettenne Nicola Pietrangeli, che rappresentò un vero e proprio passaggio di consegne tra una leggenda del tennis italiano e un talentuoso giovane destinato a raccoglierne l’eredità.

Nel 1971, oltre ad aggiudicarsi il replay della finale contro Pietrangeli e bissare quindi il successo ai Campionati assoluti, conquistò sulla terra rossa di Senigallia il primo titolo ATP della propria carriera, affermandosi come il primo italiano a farlo da quando i tornei erano stati aperti a professionisti e dilettanti. Due anni dopo, in seguito al trionfo di Bournemouth e al raggiungimento delle semifinali al Roland Garros, entrò nella top 10 della classifica mondiale, impresa che dopo di lui riuscirà soltanto ad altri tre tennisti del Bel Paese.

Le successive vittorie di Firenze (1974), Kitzbühel e Stoccolma (1975) fecero da antipasto alla migliore stagione di Panatta, datata 1976, nella quale il tennista romano riuscì a togliersi le più grandi soddisfazioni della propria carriera. La prima fu l’apoteosi agli Internazionali d’Italia: dopo aver annullato ben undici match point all’australiano Warwick nel primo turno, il cammino del beniamino di casa vide i successi ai danni di John Newcombe in semifinale e di Guillermo Vilas nell’ultimo atto del torneo capitolino. Il mese d’oro di Panatta proseguì al Roland Garros, dove superò Bjorn Borg ai quarti di finale e sconfisse in finale lo statunitense Harold Solomon: quel trionfo rimane l’ultimo firmato da un italiano a un torneo del Grande Slam. Dopo aver toccato il proprio best ranking (quarto posto) ad agosto, l’azzurro concluse la stagione in bellezza trascinando l’Italia alla conquista della prima e unica Coppa Davis, ottenuta battendo in finale il Cile padrone di casa.

Dopo gli ultimi tre acuti in singolare (Houston 1977, Tokyo 1978, Firenze 1980) e qualche cocente delusione (su tutte, Wimbledon 1979, dove arrivò a un passo dalle semifinali), il signore della terra decise di appendere la racchetta al chiodo nel 1983, rivestendo però, dall’anno seguente fino al 1997, la carica di capitano non giocatore della squadra italiana di Coppa Davis.

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