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L’Italia è grande: Erika Lechner, il primo oro azzurro femminile alle Olimpiadi Invernali. Una gara in cui successe di tutto

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Il nome di Erika Lechner è incastonato all’interno della storia degli sport della neve e del ghiaccio. Infatti la slittinista altoatesina è stata la prima donna italiana capace di vincere una medaglia d’oro ai Giochi olimpici invernali. L’evento si verificò a Grenoble 1968 ed ebbe risvolti da film di spionaggio. Andiamo dunque a rivivere le dinamiche che, in maniera rocambolesca e inaspettata, portarono l’allora ventenne della Val Pusteria sul trono di Olimpia.

Villard-de-Lans, febbraio 1968. In questo villaggio delle alpi francesi è stato costruito il budello da utilizzare per le gare di slittino dei Giochi invernali di Grenoble. Fra le donne la grande favorita per la vittoria è la tedesca dell’est Ortrun Enderlein, campionessa olimpica in carica e vincitrice degli ultimi due ori mondiali. La ventiquattrenne di scuola Oberwiesenthal è la punta di diamante della DDR, che da tempo domina la disciplina e punta quindi moltissimo sulla competizione di slittino femminile per ottenere il primo oro olimpico della sua storia. Eh già, perché per molto tempo lo sport tedesco non si era adeguato alla geopolitica e, nonostante la drammatica divisione figlia dell’insorgere della guerra fredda, sino al 1964 la Germania si era sempre presentata ai Giochi come squadra unica, con gli atleti orientali e occidentali riuniti sotto la medesima bandiera. Tuttavia, alla metà degli anni ’60, l’inasprirsi del confronto tra il mondo capitalista e l’impero comunista aveva portato alla scissione anche in ambito sportivo. Dunque, a Grenoble, Germania Est e Germania Ovest si presentano per la prima volta come soggetti separati.

A Villard-de-Lans la situazione appare subito complicata per tutti. Fa caldo, la temperatura resta a lungo sopra lo zero e soprattutto piove parecchio. Insomma, inizia uno stillicidio di rinvii e le prime due manche si possono disputare solo domenica 11 febbraio, con un ritardo di tre giorni rispetto al previsto! Dopo due discese, Enderlein è prevedibilmente al comando con 6 centesimi di vantaggio sulla connazionale Anna-Maria Müller e 7 centesimi sull’azzurra Erika Lechner, autrice di una prova superlativa. La terza tedesca dell’est, Angela Knösel, è quarta a 69 centesimi, mentre le tedesche dell’ovest Christa Schmuch e Angelika Dünhaupt sono quinta e sesta, rispettivamente a 91 centesimi e 1”14. Insomma, in casa Italia c’è profumo di medaglia. Non propriamente attesa, poiché l’altoatesina oggi verrebbe definita un’outsider, ma al tempo stesso neppure del tutto sorprendente. In seno al clan azzurro ci sono però sentimenti contrastanti, poiché la gioia e la speranza per la performance di Lechner si mischiano alla preoccupazione causata dal brutto incidente capitato a Cristina Pabst, schiantatasi durante la seconda discesa e trasportata in ospedale con svariate fratture.

Lunedì 12 non si riesce a gareggiare, mentre martedì 13 può andare in scena una manche ed è qui che la vicenda si tinge di giallo. In qualche modo il vice-presidente della federazione internazionale Lucjan Swiderski, polacco, viene a sapere che i pattini delle slitte delle tedesche dell’est sarebbero riscaldati. Una pratica proibita che riduce l’attrito delle lame sul ghiaccio, aumentando quindi la velocità del mezzo. Un anno prima, ai Mondiali di Hammarstrand, Horst Hörnlein, atleta della DDR, era stato squalificato per lo stesso motivo. Dopo essere stato obbligato ad aspettare a lungo al cancelletto di partenza a causa del ribaltamento del concorrente che lo precedeva, aveva preso il via lasciando una pozza d’acqua nel punto in cui era appoggiata la sua slitta, indice di come i pattini fossero caldi.

Sul come e perché la voce giunga all’orecchio di Swiderski non è dato a sapersi con certezza. Di sicuro c’è che sui pattini delle tedesche dell’est viene appoggiata della neve e questa si scioglie rapidamente. La “soffiata” quindi è corretta. Sta per scatenarsi un pandemonio, però la terza manche va regolarmente in scena, anche se è evidente come le atlete della DDR stiano gareggiando sub-judice. Enderlein rimane al comando, ma Müller le si avvicina a soli 2 centesimi. Lechner resta terza, sprofondando però a 62 centesimi dalla testa e vedendosi avvicinata da Knösel, sempre quarta, a 89 centesimi dalla battistrada. Tuttavia, la classifica viene stravolta subito dopo, poiché la Germania Est viene squalificata in blocco! Così l’azzurra è la nuova leader, con un margine di 71 centesimi su Schmuch e 90 centesimi su Dünhaupt!

Tra le due Germanie volano gli stracci. I tedeschi dell’ovest accusano quelli dell’est di frode ripetuta, la federazione della DDR invece si ritiene vittima di un complotto ordito dagli occidentali che ora si trovano con due medaglie servite su un piatto d’argento, quando altrimenti non avrebbero toccato palla. Nel frattempo, ci sarebbe una quarta manche da disputare, ma sia mercoledì 14 che giovedì 15 Villard-de-Lans è sempre colpita dalla pioggia. Ormai incombe la gara di doppio del weekend e, di conseguenza, si decide di omologare il risultato al termine della terza discesa. Tra la sorpresa generale Erika Lechner diventa campionessa olimpica. È la prima donna italiana a mettersi al collo un oro a Cinque cerchi ai Giochi invernali! Questa sconosciuta ventenne della Val Pusteria diventa all’improvviso una figura nazionalpopolare. Per l’Italia quelle di Grenoble 1968 sono passate agli annali come le Olimpiadi dell’oro di Franco Nones nella 30 km e della doppietta di Eugenio Monti, tuttavia anche Erika Lechner ha saputo scrivere la sua pagina di storia. Anzi, l’altoatesina rimarrà l’unica donna italiana con al collo un oro olimpico invernale sino al 1984, quando Paoletta Magoni si imporrà altrettanto a sorpresa nello slalom di sci alpino femminile.

E la vicenda delle tedesche dell’Est? Persino la Stasi, ovvero la polizia politica della DDR, si occuperà della questione. L’apertura degli archivi della “Gestapo rossa”, avvenuta dopo la riunificazione della Germania, svelerà che l’indagine del servizio segreto aveva concluso come Swiderski fosse stato corrotto dalla federazione della Germania occidentale e da quella austriaca. La Germania Est, comunque, vincerà la sua prima medaglia d’oro olimpica proprio pochi giorni dopo la clamorosa squalifica di squadra nel singolo femminile. Infatti Klaus-Michael Bonsack e Thomas Köhler trionferanno nel doppio.

Erika Lechner proseguirà la sua attività agonistica per altri quattro anni, ritirandosi dopo i Giochi olimpici di Sapporo 1972. Nel mentre, conquisterà la medaglia d’argento iridata ai Mondiali del 1971.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Wikipedia

1 Commento

  1. OLIMPIONICO

    13 Aprile 2020 at 15:05

    GRANDISSIMA ! ITALIA VITTORIOSA !

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