Nuoto
L’Italia è grande: Gregorio Paltrinieri, il padrone dei 1500 sl. I due ori mondiali di Kazan 2015 e Budapest 2017
Amare il duro lavoro, non c’è altro modo per raggiungere il proprio obiettivo. Non esistono formule magiche o corsie preferenziali per eccellere ed essere il migliore o la migliore. Lo sappiamo tutti e lo sa ancor meglio chi compete a livello sportivo.
Nella vasca questo concetto è ancor più esasperato perché il nuoto è sport di prestazione e non ti regala niente: se si sono seguite per bene le tappe di un percorso e si ha la mentalità adeguata allora si possono raggiungere grandi traguardi altrimenti è difficile. E’ chiaro, è necessario una componente solida di talento per essere poi un campione. Gregorio Paltrinieri appartiene al club perché nella sua carriera densa di successi, fatta di 1 oro olimpico, 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi mondiali e 5 ori, 2 argenti e 1 bronzo europei (vasca lunga), ha dimostrato a più riprese di che pasta sia fatto. Le firme d’autore sono diverse. Si ricorda quella di Rio 2016, ma anche le due vittorie iridate consecutive negli amati 1500 sl (2015-2017) hanno lasciato il segno per motivi diversi.
A Budapest la storia era diversa: Paltrinieri era il favorito nei 1500 sl in qualità di campione olimpico e Sun scelse di non prendere parte alla prova, cimentandosi nei 200, 400 e e negli 800 sl. Un incrocio, però, vi fu nelle sedici vasche e in quel contesto l’asiatico affondò letteralmente palesando tutte le sue deficienze in termini di resistenza. Una gara splendida, dove a contendersi il titolo furono in tre: Greg, l’amico/rivale Gabriele Detti e il sorprendente polacco Wojciech Wojdak. Vinse il livornese davanti a Wojdak e a Paltrinieri, firmando anche il nuovo primato europeo di 7’40″77. L’epilogo non era stato così gradito dal carpigiano, pur considerando gli 800 sl solo un assaggio prima della la sua gara. Ecco che le motivazioni per le trenta vasche erano molte e lui era pronto a centrare un obiettivo. Tanti si attendevano un assolo, ma di fatto fu una prova decisamente equilibrata con un nuovo avversario, ovvero l’ucraino Mykhailo Romanchuk che in un periodo si allenò anche alla corte di Stefano Morini. Un confronto di passo, con i duellanti spalla a spalla fino a 200 metri dall’arrivo. Poi, il cambio di passo di Greg, quello del campione che vuole andarsi a prendere tutto, in un anno post olimpico non semplice sul piano psicologico: 14’35″85 il suo crono di pregevolissima fattura a precedere un Romanchuk (14’37″14) di grande rilievo. Era lui ancora una volta il re dei 1500 sl!
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse