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Ciclismo
L’Italia è grande: la leggenda di Gaetano Belloni e i trionfi al Giro di Lombardia prima e dopo la Guerra Mondiale
Gaetano Belloni, uno dei personaggi più iconici del ciclismo degli anni Venti, è passato alla storia con la fama non troppo lusinghiera di “eterno secondo”. A giustificare l’appellativo, che oggi ci appare piuttosto ingiusto, è stato lo storico duello con Costante Girardengo, il primo Campionissimo del ciclismo italiano, che molto spesso l’ha visto soccombere. Eppure, dando un’occhiata al palmarès di Tano, spuntano in bella mostra il Giro d’Italia 1920, due edizioni della Milano-Sanremo (1917 e 1920), tre Giri di Lombardia (1915, 1918, 1928), oltre ai successi su pista nella Sei Giorni di New York (1922 e 1930) e nella Sei Giorni di Chicago (1929). Non male per un “eterno secondo”.
Nato a Pizzighettone, piccolo comune in provincia di Cremona, nel 1892, Tano seguì ben presto la famiglia a Milano, dove fu mandato a fare l’apprendista presso un’azienda tessile: qui in seguito a un incidente perse il pollice e l’indice della mano destra. Dopo un’esperienza nell’ambito della lotta greco-romana, si avvicinò al ciclismo e fece il proprio debutto nel 1912. Nel 1914 vinse il campionato italiano per dilettanti e l’anno successivo iniziò a partecipare alle prime gare professionistiche, cogliendo un successo di notevole prestigio al Giro di Lombardia.
Belloni evitò la chiamata alle armi in occasione della Grande Guerra proprio a causa della menomazione subita presso l’impresa tessile e in quegli anni riuscì a mettere in bacheca altri titoli importanti, come la Milano-Sanremo 1917, vinta con un vantaggio di ben 11’48” su Girardengo, e il Giro di Lombardia 1918. Nel 1920 raggiunse l’apice della propria carriera, testimoniato dalla vittoria del Giro d’Italia (organizzato in otto tappe concentrate nel centro-nord della penisola) e dal bis alla Milano-Sanremo. D’altro canto, furono numerosi anche i secondi posti centrati da Belloni in questi anni: ben 100, 26 dei quali alle spalle di Girardengo.
L’ultimo acuto del corridore lombardo su strada fu il Giro di Lombardia 1928, vinto all’età di trentasei anni. Da sottolineare, però, anche i successi raccolti su pista: i più prestigiosi giunsero oltreoceano e, nello specifico, in due edizioni della Sei Giorni di New York (nel 1922 e nel 1930) e nella Sei Giorni di Chicago del 1929.
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antonio.lucia@oasport.it
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