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L’Italia è grande: Nino Benvenuti, dall’oro di Roma 1960 alla epica triologia con Emile Griffith

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Due stelle splendenti illuminarono il cielo delle notti di Roma nel 1960, due talenti purissimi, divenuti poi campioni immortali di una boxe che non esiste più: Cassius Clay, il più grande, e Nino Benvenuti, il più grande della rinascita italiana, campione olimpico dei Welter e Mondiale dei pesi medi, protagonista di sfide indimenticabili prima nel torneo a Cinque Cerchi e poi tra i professionisti.

Nino Benvenuti nasce il 26 aprile 1938 a Isola d’Istria, che oggi è territorio sloveno, ma allora era italiana. Nell’aprile del 1945 Isola d’Istria viene occupata dall’armata jugoslava di Tito e con il Memorandum di Londra, quei territori diventano jugoslavi, obbligando la popolazione ad un drammatico esodo forzato o peggio nella terribile reclusione nelle foibe.

La famiglia Benvenuti, piuttosto benestante, viene coinvolta nel dramma istriano: il padre Fernando ha un’attività di vendita di pesce a Trieste, a Isola d’Istria hanno una bella casa, ma accade che il fratello più grande di Nino, Eliano, viene arrestato senza motivo e resta in carcere per ben sette mesi e poi, improvvisamente, espropriano la famiglia Benvenuti della loro bella casa che serve al comandante delle Forze dell’Esercito, le guardie popolari. Nino è un adolescente e vive questa terribile ingiustizia in maniera bruciante. Vede i propri genitori umiliati, obbligati ad abbandonare tutti i propri averi e nella sua mente sale la rabbia che saprà sfogare nel modo giusto, sul ring.

Un pizzico di delusione per la mancata convocazione a Melbourne 1956 ma poi Nino Benvenuti si rivela al mondo del pugilato con un doppio podio europeo, bronzo a Praga nel 1957 e oro a Lucerna nel 1959 che gli permettono di arrivare all’Olimpiade casalinga, a Roma tra i grandi favoriti per la medaglia d’oro. Al PalaEur il primo avversario di Benvenuti è francese e si chiama Jean Josselin. Benvenuti si aggiudica la prima ripresa grazie a un destro che fa barcollare Josselin, poi ancora Benvenuti piazza qualche buon colpo aggiudicandosi il secondo round, mentre il francese tenta l’assalto disperato nella terza ripresa mandando un po’ in difficoltà Benvenuti che comunque resiste, supera il turno e si prepara ad affrontare il nordcoreano Ki-Soo Kim, che qualche anno dopo a Seul avrebbe strappato a Benvenuti il Mondiale dei medi leggeri.

Non c’è partita: Benvenuti, pur senza strafare, domina l’incontro e demolisce la flebile resistenza dell’asiatico. L’azzurro al terzo turno trova a sorpresa il bulgaro Chichman Mitzev, che aveva sconfitto il favorito tunisino Omrane Sadok. Per l’azzurro è un’altra vittoria nettissima, quasi senza storia l’incontro che si chiude con un altro verdetto unanime: 5-0 con Mitzev che deve subire anche atterramento e conteggio ma che riuscirà a portare a termine l’incontro. 

In semifinale l’avversario di Benvenuti è il britannico Jimmi Lloyd, veloce e ambidestro. Incontro più equilibrato dei due precedenti, Lloyd piazza anche qualche buon colpo ma Benvenuti stavolta non si risparmia e riesce comunque ad avere meritatamente la meglio ancora grazie al sinistro. Il 6 settembre 1960 Nino Benvenuti affronta la prima sfida senza ritorno della sua carriera, la finale olimpica a Roma. L’avversario è un russo, Yuri Radionyak, La tensione è alle stelle perchè Benvenuti sa che l’appuntamento è con la storia e con la gloria. Al primo battito d’ali dell’incontro Benvenuti piazza un sinistro al corpo e un destro alla mascella del rivale. A metà della seconda ripresa Radionyak va al tappeto e viene contato, il PalaEur ribolle di gioia. Alla fine, nel tripudio generale, si aggiudicherà l’incontro col punteggio di 4-1 conquistando l’oro olimpico che funzionerà, come per Cassius Clay, da trampolino di lancio.

Nel 1961 Benvenuti passerà professionista, nel 1963 conquista il titolo italiano dei pesi medi battendo Tommaso Truppi, il 18 giugno 1965 a San Siro completa la scalata mandando ko il rivale e connazionale Sandro Mazzinghi e conquistando così la corona di detentore del titolo mondiale nei Superwelter. Nel frattempo Benvenuti conquista anche il titolo europeo e difende la corona iridata nella rivincita con Mazzinghi. La prima delusione arriva proprio contro il coreano Ki-Soo Kim, battuto dall’azzurro a Roma e affrontato in Corea per la difesa del titolo mondiale. Durante la quattordicesima ripresa, mentre Benvenuti stava per mettere al tappeto il coreano, il ring improvvisamente crolla, il match si ferma per un quarto d’ora e, alla ripresa, la vittoria viene assegnata al coreano ai punti fra le proteste del clan italiano.

Benvenuti lascia i Superwelter e passa ai Medi. Il 17 aprile 1967 al Madison Square Garden si disputa il primo dei tre leggendari incontri con in palio il titolo mondiale tra Benvenuti e Emile Griffin, con cui nascerà un rapporto di sincera amicizia. La sfida (seguita in Italia da 18 milioni di persone alla Tv) è tiratissima e alla fine a Benvenuti riesce un’impresa mai raggiunta prima da qualsiasi altro pugile europeo: conquistare il titolo mondiale negli Usa. Benvenuti vince ai punti aggiudicandosi dieci round su quindici e diventando il primo italiano campione del mondo dei pesi medi.

Griffin vuole la rivincita e Benvenuti torna negli States cinque mesi dopo, il 29 settembre 1967. L’incontro si disputa allo Shea Stadium, un impianto dove solitamente si gioca a baseball situato nel Queens. L’azzurro si frattura una costola al secondo round e l’incontro diventa sofferenza pura per lui. Perde forza e brillantezza, subisce qualche colpo di troppo da un avversario pimpante ma forse, in condizioni normali, ancora battibile. Invece stavolta Griffin non perde e si riprende la corona ma Benvenuti esce a testa avendo resistito con una costola rotta, in piedi per tutti i 15 round.

Non può mancare la sfida delle sfide, la “bella” tra i due campioni dei pesi Medi, Benvenuti e Griffin. Il 4 marzo 1968 si inaugura a New York il nuovo Madison Square Garden che accoglie più di 18mila spettatori. Nella stessa riunione Joe Frazier affronta Buster Mathis per la consacrazione di campione nella categoria dei Massimi che lo porterà poi ad affrontare Cassius Clay, già Mohamed Alì.

Benvenuti inizia il match puntando sul lungo e centrato sinistro, che tanto fastidio da a Griffith come tutti i suoi avversari. Nel quarto e quinto round Griffin cerca di prendere il sopravvento, ma al nono round Benvenuti confeziona il capolavoro della sua carriera: un sinistro al mento scoperto di Griffith che finisce a terra, si rialza ma deve aspettare l’8  per riprendere l’incontro. Benvenuti sfrutta molto bene l’effetto domino e nell’undicesimo round, con Griffith,alle corde, va a segno con precisione ben 6 volte. Griffith, da campione qual è, ritrova le ultime energie e al round di chiusura piazza un destro micidiale che fa barcollare Benvenuti il quale però ha il merito di restare in piedi. Due giudici alla fine hanno due riprese a favore di Benvenuti e un terzo ha il pari con preferenza per l’ italiano. E’ di nuovo titolo mondiale per l’azzurro Nino Benvenuti che entra così nella leggenda.

Un titolo difeso per ben quattro volte da Benvenuti contro Don Fullmer e Fraser Scott, Luis Manuel Rodríguez e Tom Bethea, prima che un ragazzo argentino di nome Carlos Monzon arrivi a strappargli la corona e ponga di fatto fine alla sua carriera nel 1971.

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