Ciclismo
L’Italia è grande: Paolo Bettini e la meraviglia di Atene 2004. Un Grillo sulla vetta dell’Olimpo
Una delle imprese più entusiasmanti del ciclismo italiano degli ultimi decenni porta la firma di Paolo Bettini: stiamo parlando delle Olimpiadi di Atene 2004, quando il Grillo sfoderò una performance da urlo e si arrampicò sulla vetta dell’Olimpo, iscrivendosi di diritto tra i più grandi corridori della storia della penisola. Andiamo a rivivere quel giorno magico, che tinse di azzurro la capitale greca e mandò in delirio gli appassionati del Bel Paese.
Paolo Bettini affrontò la prova in linea dei Giochi ateniesi con la mentalità del campione, voglioso di afferrare e mettere al collo quell’oro che gli era sfuggito ai Mondiali di Lisbona del 2001, quando il toscano si era dovuto accontentare del secondo posto alle spalle dello spagnolo Oscar Freire. A risultare vincente fu la strategia studiata con il commissario tecnico Franco Ballerini e resa possibile dalla collaborazione di una squadra semplicemente perfetta. Il momento topico della corsa fu l’ascesa del Licabetto, posta a circa 20 chilometri dal termine, quando Bettini diede il via allo strappo decisivo che spaccò il gruppo. L’unico a tenergli testa fu il portoghese Sergio Paulinho e i due arrivarono in prossimità del traguardo ruota a ruota.
La volata finale fu emozionante: il lusitano era davanti e sembrava il favorito per la vittoria, ma il Grillo con un affondo di potenza notevole riuscì a superarlo e a ergersi sulla vetta dell’Olimpo dopo cinque ore di battaglia vera e propria. Bettini, ebbro di gioia per esser riuscito a compiere l’impresa tanto agognata, scoppiò in lacrime: fu il pianto di un guerriero, di chi sapeva di aver scritto la storia del ciclismo italiano. Era il 14 agosto 2004 e per l’Italia fu il primo (e finora unico) oro olimpico su strada del XXI secolo dopo i cinque del 1900 (l’ultimo dei quali targato Fabio Casartelli a Barcellona 1992).
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antonio.lucia@oasport.it
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Foto: LaPresse