Sci Alpino

L’Italia è grande: Sierra Nevada 1996, quando Alberto Tomba e Deborah Compagnoni trascinarono gli azzurri in vetta al medagliere iridato

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Ventidue anni dopo i trionfi di St. Moritz 1974 (3 ori e 1 bronzo), targati Gustav Thoeni e Pierino Gros, l‘Italia dello sci torna finalmente a conquistare titoli iridati nella disciplina simbolo degli sport invernali azzurri. E lo fa in maniera fragorosa, nel sud della Spagna, sull’altopiano di Sierra Nevada, per i Mondiali del 1996 che in realtà erano programmati un anno prima, ma che nel 1995 saltarono causa mancanza di neve (siamo più vicini all’Africa che ai Pirenei).

E’ il Mondiale che riconcilia una squadra fortissima con un appuntamento però sempre sfortunato, o quasi, dal 1989: nelle ultime tre rassegne, infatti, Vail 1989, Saalbach 1991 e Morioka 1993, l’Italia è andata due vote totalmente in “bianco” (1989 e 1991), mentre in Austria sono stati Ghedina e Runggaldier a “salvare” il bilancio con tre medaglie, nessuna d’oro. Il titolo manca dal 1974, quando Gustav Thoeni seppe rimontare più di un secondo e mezzo di svantaggio a Pierino Gros nello slalom speciale che chiuse la rassegna, quella in cui nacque per la prima vola anche l’idea di Casa Italia. Eppure è il periodo aureo di Deborah Compagnoni e Alberto Tomba. Ma nessuno dei due fuoriclasse azzurri, fenomeni ai Giochi, ha mai conquistato un titolo mondiale, fin lì.

A Sierra Nevada i conti vanno a posto: Alberto Tomba vince il titolo in gigante, dopo essersi salvato da un errore clamoroso nella prima manche, e poi trionfa in slalom, rimontando dalla sesta posizione e dominando la concorrenza nella domenica conclusiva. In Spagna, dopo i due bronzi olimpici di Lillehammer ’94, Isolde Kostner si prende l’oro in superG, respingendo l’attacco delle qualificate avversarie, mentre Deborah Compagnoni si conferma dopo il titolo olimpico in gigante, sempre nel 1994, trionfando tra le porte larghe, in rimonta e con un pizzico di fortuna per l’uscita di Sonja Nef, al comando con più di un secondo di vantaggio a metà gara (la svizzera si rifarà vincendo Coppa di specialità, titolo iridato nel 2001 e bronzo olimpico nel 2002). C’è anche l’argento di Ghedina in discesa, su una pista piatta, semplice e a lui favorevole, dietro Ortlieb e davanti ad Alphand. Tra il 1994 e il 1998 Deborah Compagnoni sarà imbattibile in gigante nelle grandi manifestazioni: le vincerà tutte, due mondiali e due olimpiche.

Al termine del Mondiale spagnolo ci si accorge che per la prima volta in assoluto (e sarà anche l’ultima) l‘Italia, con 4 ori e 1 argento, conquista il medagliere conclusivo! Il riscatto dei campioni azzurri.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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FOTO: LaPresse

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