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Lorenzo Dalla Porta, Moto2: “Pronto ad un anno di apprendistato. I voli saranno un problema”

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Lorenzo Dalla Porta negli ultimi mesi ha vissuto un mix di emozioni davvero particolare. Il 27 ottobre si è laureato campione del mondo della Moto3 nel Gran Premio di Phillip Island riportando in alto l’Italia nella classe più leggera dopo ben 15 anni. Da li a poche settimane ha iniziato la sua nuova avventura in Moto2 e, di conseguenza, ha vissuto l’esordio nella nuova categoria con il Gran Premio del Qatar dell’8 marzo (concluso in ventiquattresima posizione). Da quel momento, purtroppo, moto e pista sono passate in secondo piano, dato che il mondo intero è stato funestato dalla pandemia di coronavirus. Il pilota toscano, quindi, è stato costretto a fare ritorno a casa con molto tempo per riflettere sui quesiti che gli aveva proposto il primo appuntamento stagionale. Momento ideale per una chiacchierata con il nuovo portacolori del team Italtrans, pronto per completare la sua prima annata nella classe mediana.

Lorenzo, la situazione a livello mondiale per colpa del coronavirus sta davvero complicando ogni piano del Motomondiale. Si riuscirà a correre ancora quest’anno?

“Come si dice sempre ‘la speranza è l’ultima a morire’, anche se purtroppo la situazione è davvero complicata. Non penso sia facile fare previsioni in questo momento anche perchè a quanto ha annunciato in una intervista Carmelo Ezpeleta (il numero uno di Dorna, ndr) se non si troverà un vaccino in tempi brevi non sarà semplice poter pensare ad un ritorno in pista o ad una annata regolare”.

In questo momento dovreste prepararvi per la tappa argentina di Termas de Rio Hondo, invece ci troviamo nel bel mezzo di una lunga sosta forzata. Come stai vivendo le tue giornate?

“Come tutti gli altri italiani sono chiuso in casa in attesa che si possa finalmente tornare alla vita di tutti i giorni. Devo ammettere che è veramente complicato non poter uscire mai, non poter vedere i propri amici e fare sempre le solite tre cose ogni giorno. In poche parole siamo davvero ‘leoni in gabbia’, ma non dobbiamo lamentarci”.

Quali pensi saranno le maggiori difficoltà che andranno valutate per una ripartenza?

“Anche solo a livello logistico e di spostamenti tutto sarà davvero complicato da incastrare. Siamo un circus composto da centinaia di persone che si sposta di nazione in nazione. Se non saranno organizzati voli speciali solo per noi è impensabile pensare che ogni Paese possa dare il benestare. Davvero, il timore che non si possa più correre in questo 2020 non va assolutamente sottovalutato”.

Che tipo di calendario dovremo attenderci in caso di nuovo inizio?

“Provando a ragionare ottimisticamente non potrà che essere un campionato compresso e con un numero ridotto di gare. Non so se saranno una decina oppure 15, ma senza dubbio se, e quando, si potrà ripartire, si correrà senza soluzione di continuità”.

In questo modo si annuncia una stagione durissima sia a livello fisico sia mentale?  

“Ad ogni modo meglio che stare a casa – scherza – Non so se queste tempistiche rappresenteranno una difficoltà. Noi piloti, ve lo assicuro, non vediamo l’ora di tornare in sella alle nostre moto e fare quello che amiamo, ovvero correre. Gli sforzi sono ben altri”.

Una complicazione ulteriore nel tuo caso, dato che avevi bisogno di macinare chilometri e fare esperienza?

“Per quanto mi riguarda ero, e sono ancora, pronto a vivere un anno di apprendistato in questa nuova categoria. Purtroppo questo stop forzato non ci voleva proprio. Non posso girare, fare esperienza con la mia moto e imparare come affrontare nel migliore dei modi la Moto2. Rimane tutto in stand-by in questo modo, invece vorrei mettermi alla prova e bruciare le tappe”.

Te lo aspettavi in questo modo l’impatto con la nuova categoria?

“L’inizio di questa nuova avventura, come era assolutamente preventivabile, non è stato semplice. Sin dai test pre-stagionali ho fatto fatica a trovare il giusto feeling con la mia moto (la Kalex del team Italtrans, ndr) né sono stato in grado di creare il giusto comfort di guida. Confidavo molto in questi primi appuntamenti iridati per limare diverse problematiche, invece non posso fare nulla di tutto questo”.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai affrontato per il momento?

“Probabilmente negli ultimi anni il gap tra Moto3 e Moto2 si è fatto quasi più ampio di quello tra classe mediana e MotoGP. Forse anche per questo motivo sto soffrendo a livello fisico, perchè le moto sono davvero impegnative e, di conseguenza, anche per l’altissimo livello di questo campionato. Un aspetto è conseguente rispetto all’altro”.

Anche se avete corso solamente in Qatar, si può dire che ci attende una annata quanto mai intrigante?

“Penso che ci troviamo davanti ad una delle stagioni di Moto2 di maggiore spessore degli ultimi anni. Me ne sono accorto già nell’esordio nel deserto di Losail. In questo 2020 ci sono davvero numerosi piloti pronti a dire la loro. C’è la pattuglia italiana con tante frecce al proprio arco, senza dimenticare i sempre temibili spagnoli, ma non solo…”.

Quali potrebbero essere i favoriti per il successo finale?

“Non vedo un solo nome davanti a tutti, penso davvero che saranno in molti a poter lottare per il titolo. Dal giapponese Tetstuta Nagashima che ha vinto la prima uscita a Losail, quindi tra gli italiani vedo bene Luca Marini, Lorenzo Baldassarri e il mio compagno Enea Bastianini. Tra gli spagnoli attenzione a Jorge Martin che è pronto a fare grandi cose, senza dimenticare Jorge Navarro o Augusto Fernandez. Sono veramente tanti e pericolosi, ci sarà da divertirsi”.

Era solamente fine ottobre quando vincevi il titolo della Moto3, una emozione che porti ancora ben nitida nella tua mente o uno stimolo per il futuro?

“Non è che ci pensi tutti i giorni ormai, ovviamente, ma quando rivedo una foto di quel giorno le emozioni sono davvero incredibili. Un finale perfetto per una annata che ha avuto dell’incredibile. Ero partito con l’idea e la consapevolezza di potermela giocare fino in fondo, ma vincere in quel modo proprio no… Ho avuto grande costanza di rendimento, con una progressione finale che ha fatto la differenza. Un sogno che si è realizzato e che ha anche spezzato un digiuno per i nostri colori nella classe più leggera che durava da troppo tempo. Ora sono in Moto2, carico e felice, con tante cose da imparare e una enorme voglia di mettermi in discussione. La speranza, ovviamente, è che si possa tornare in sella nel più breve tempo possibile, perchè vorrebbe anche dire che il mondo è tornato alla normalità”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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