MotoGP

Motomondiale, Pier Paolo Bianchi e i tre Mondiali nella classe 125

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Non avrà tenuto il passo (in termini di palmares e popolarità) di leggende del calibro di Giacomo Agostini, Valentino Rossi e Carlo Ubbiali, ma Pier Paolo Bianchi è stato in grado di ritagliarsi un ruolo da grandissimo protagonista per quanto riguarda il motociclismo italiano specialmente nella seconda parte degli anni ’70. È stato uno dei pochissimi centauri capaci di spezzare l’egemonia dello spagnolo Angel Nieto nella classe 125 del Motomondiale ed è ad oggi il romagnolo più titolato della storia con tre Mondiali complessivi, al pari di Loris Capirossi.

Nato a Rimini l’11 marzo 1952, Pier Paolo Bianchi cresce nella terra dei motori per eccellenza facendo il suo debutto nelle competizioni a sedici anni con una Guazzoni 60 in quel di Cesenatico. Successivamente si distingue ottenendo buoni risultati a livello nazionale in pista e nelle corse in salita, guadagnandosi la possibilità di debuttare nel Motomondiale nel 1973 con una Yamaha 125. Dopo un paio di stagioni con pochissime apparizioni (in cui conquista comunque un terzo posto nel GP delle Nazioni 1974 a Imola), a partire dal 1975 diventa pilota titolare della Morbidelli prendendo parte integralmente al Campionato del Mondo della 125. L’impatto con il Mondiale è estremamente positivo: il romagnolo raccoglie sei secondi posti consecutivi alle spalle del compagno di squadra Paolo Pileri e conclude il campionato in piazza d’onore rispettando pienamente gli ordini di scuderia.

L’anno successivo viene però invertita la gerarchia all’interno del team e Pier Paolo ne approfitta, vincendo 7 Gran Premi su 9 e laureandosi per la prima volta campione del mondo precedendo abbastanza nettamente il fuoriclasse iberico Angel Nieto (in quel momento già sette volte campione iridato tra classe 50 e 125) in classifica. Il romagnolo però non si ferma e si ripete anche nel 1977, bissando il titolo iridato nella ottavo di litro con 7 successi e 9 podi su 11 gare disputate terminando il campionato con 26 punti di margine sul compagno di squadra Eugenio Lazzarini e addirittura 51 su Nieto. Nel 1978 Bianchi torna alla Minarelli, squadra per cui aveva corso da wild-card nel 1974, ma non riesce a confermarsi sul trono mondiale a causa di un grave incidente, avvenuto nel Gran Premio di Finlandia mentre era in piena corsa per il titolo, che lo mette fuori causa per il resto della stagione. Il campionato successivo è fallimentare, con una sola vittoria di tappa e svariati ritiri per una pessima decima piazza assoluta nella generale.

Nel 1980 Bianchi approda alla MBA e si rende protagonista di uno dei Mondiali più intensi e tirati della sua carriera, con una lotta a tre molto equilibrata per il titolo iridato. Il riminese parte forte e si aggiudica i primi due round stagionali in Italia e Spagna, in seguito prova a contenere la rimonta di uno scatenato Nieto (quattro primi posti nelle successive cinque gare) con diversi piazzamenti importanti nella top4 e mettendo a referto un solo zero in tutta il campionato. A tre tappe dalla fine, Bianchi è ancora al comando con 4 lunghezze di margine sul rivale spagnolo e 19 sul francese Guy Bertin. A Silverstone si decide di fatto la corsa al titolo, con Nieto e Bertin ritirati e con il centauro italiano della MBA che sale sul terzo gradino del podio ipotecando il suo terzo trionfo iridato in classe 125. La matematica certezza del successo arriva sette giorni più tardi, a Brno, quando, alla luce della caduta di Nieto, è sufficiente il quinto posto sul traguardo per festeggiare il tris mondiale con una gara di anticipo.

Nei tre anni seguenti Angel Nieto è ingiocabile (prima con la Minarelli, poi con la Garelli) per tutti e Bianchi si deve accontentare di un terzo, un quarto ed un ottavo posto in campionato senza vittorie parziali. Nel 1984 il romagnolo prova a cambiare aria gareggiando nella neonata classe 80, ma dopo un avvio promettente, in cui sembra potersi giocare il Mondiale, conclude la stagione in terza posizione. Il 1985 rappresenta l’ultima annata di rilievo della sua carriera agonistica, con il ritorno nella 125 sempre con la MBA. Il riminese è molto competitivo e vince tre delle prime cinque gare arrivando al giro di boa del campionato davanti a tutti, ma in seguito il suo rendimento cala ed è costretto a giocarsi tutto all’ultimo Gran Premio in quel di Misano con il connazionale Fausto Gresini. Bianchi parte terzo in griglia e può controllare la situazione (gli basta arrivare subito alle spalle di Gresini per vincere il titolo), ma un problema meccanico lo costringe al ritiro consegnando di fatto il Mondiale nelle mani di Gresini. Da quel momento in avanti Bianchi non riesce più a salire sul podio fino al momento del ritiro dalle corse, che avviene nel 1989 a 37 anni, dopo aver conquistato tre titoli mondiali con 27 Gran Premi vinti, 61 podi e 32 pole position.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Wikipedia Pier Paolo Bianchi

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