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Nuoto, il segreto della 4×200 sl italiana. Manca un vero fenomeno, ma la concorrenza interna ha valorizzato i singoli

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Tutti per uno, uno per tutti. Non parliamo di tempi andati e di duelli tra spadaccini. Lo spirito di squadra è quello di una compagine, quella di nuoto italiana, che avrebbe tanto desiderato regalarsi una chiosa d’autore nei Giochi Olimpici Estivi di Tokyo, dopo aver fatto fuochi e fiamme nei Mondiali di Gwangju (Corea del Sud). Sappiamo che purtroppo lo show è stato rimandato per le cause ormai note. La Nazionale, comunque, non è più solo espressione di pochi campioni ma è un gruppo nel quale anche gli atleti di ottimo livello affrontano la competizione top dell’anno con spirito battagliero e non con la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua.

La rinascita della 4×200 stile libero maschile si fonda proprio su questo. Dopo gli anni di Emiliano Brembilla, Massimiliano Rosolino e di Filippo Magnini, questa prova aveva attraversato un lungo periodo di difficoltà. Dagli Europei 2016 a Londra, con quel bronzo, si è iniziato un percorso che poi la rassegna iridata citata ha confermato. Di fatto, il quartetto azzurro, in una finale serratissima, è giunto quarto a tre centesimi dal terzo posto degli Stati Uniti, realizzando il nuovo primato italiano di 7’02″01 e con i quattro frazionisti capaci di nuotare in media un crono da 1’45”. Tempi sensazionali se si pensa solo a qualche mese prima.

Una squadra che, pur priva del fenomeno da 1’44”, ha minimo sei atleti che possono essere della partita per comporre il roster: Gabriele Detti, Stefano Di Cola, Mattia Zuin, Alessio Proietti Colonna, Matteo Ciampi, Filippo Megli e Stefano Ballo sono alcuni degli interpreti che si sono messi in evidenza in una specialità ricchissima di atleti. Non si era mai visto un livello medio di questa portata in Italia e questo chiaramente aiuta i diretti interessati a dare quel qualcosa in più in allenamento e a superare i propri limiti.

Non a caso alcuni di loro si allenano nel medesimo Centro federale. Ci si riferisce a Detti, Di Cola, Zuin e Proietti Colonna guidati da Stefano Morini, il quale recentemente intervistato da OA Sport ha sottolineato quanto questa formazione ricordi quella capace di tingersi di bronzo ad Atene 2004 e di vincere medaglie nelle restanti competizioni internazionali. Il posticipo dei Giochi, pertanto, potrebbe rappresentare un’occasione in più per questi ragazzi di crescere ancora e di ambire a riscontri ambiziosi in vista della rassegna a Cinque Cerchi. E’ chiaro che in quel contesto sarà ancor più difficile che in un Mondiale perché le Olimpiadi rappresentano un’altra dimensione, ma in questa Italia orgogliosa perché non sognare?

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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