Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Daniel Grassl a OA Sport: “Il prossimo obiettivo? Cinque quadrupli nel libero”

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È stata indubbiamente la stagione della consacrazione quella di Daniel Grassl, atleta della Nazionale italiana di pattinaggio artistico  che ha appena compiuto diciotto anni il 5 aprile scorso.

Un’annata sportiva certamente impegnativa e complessa quella affrontata dall’azzurro tesserato con la Young Goose Academy, caratterizzata dall’alternanza tra le competizioni in ambito Junior e quelle in campo Senior. Ma i risultati non hanno tardato certo ad arrivare. Daniel ha infatti collezionato la terza e la prima posizione nelle tappe Junior Grand Prix di Danzica (Polonia) ed Egna (Italia) centrando la storica Finale di Torino, chiusa al sesto posto, rendendosi contemporaneamente protagonista anche nella massima categoria con due entusiasmanti vittorie nelle gare del circuito ISU Challenger Series (Ice Star e Asian Open) e sfiorando il podio agli Europei di Graz (Austria), conclusi al quarto posto, stesso risultato ottenuto ai Mondiali Junior di Tallinn (Estonia), ultima competizione dell’anno vista la cancellazione della rassegna iridata di Montrèal (Canada) a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.

Traguardi e obiettivi raggiunti grazie al duro lavoro di un’intera squadra di primo livello guidata dall’head coach Lorenzo Magri e composta dal celebre coreografo di fama mondiale Benoit Richaud e da altre, preziosissime, figure specifiche come Matteo Zanni (Skating Skills), Eva Martinek e Giorgia Carrossa (Technique), Anna Caramuscio (trottole), Chiara Tanesini (danza), Antonio Presutti (preparazione atletica), Galya Gurianoiva (ginnastica ritmica), Dr. Monika Niederstatter (Mental coach),  Zsolt Kosz e Alice Di Silvio (Support Assistant).

Il talento altoatesino ha raccontato ad OA Sport le sue sensazioni sulla stagione appena conclusa e i suoi obiettivi futuri.

Come stai vivendo questo momento difficile?

Direi bene, mi è dispiaciuto non aver disputato il Mondiale però ovviamente è stata la decisione più giusta; in questo periodo svolgo online sia l’attività didattica che sportiva, per tenermi un po’ in forma per quando potremo ritornare nuovamente in pista e poter recuperare la condizione in modo più rapido anche se ovviamente non sarà semplice“.

Sei stato uno dei protagonisti assoluti di una stagione certamente più difficile rispetto a quella dello scorso anno, anche perché il livello si è alzato molto in categoria Junior con l’ingresso di atleti di spessore come Yuma Kagiyama e Shun Sato…

Sì, è stata una stagione particolarmente difficile soprattutto per via dell’alternanza tra le gare Junior e quelle Senior. Dopo le due tappe Junior Grand Prix di Danzica ed Egna di ottobre ho dovuto preparare due competizioni del circuito Challenger Series per la categoria Senior, per poi ritornare nuovamente in campo Junior per le Finali di Torino. Dopo i Nazionali e gli Europei in massima categoria ho affrontato i Mondiali di Tallinn per poi concludere teoricamente la stagione a Montrèal. Trovo Yuma Kagiyama molto forte, abbiamo fatto una stagione speculare in quanto anche lui ha gareggiato in entrambe le categorie. La federazione giapponese però non manda i partecipanti del Junior Grand Prix all’estero per disputare altre competizioni internazionali che non siano di prima fascia, quindi lui ha fatto poi solo i Four Continents dove è arrivato terzo. Mi piace molto come atleta nel complesso, come Shun Sato che ha vinto le Finali di Torino, entrambi hanno però hanno avuto qualche difficoltà ai Mondiali, Kagiyama ha faticato nel libero, Sato in entrambi i segmenti“.

Negli ultimi due anni sei cresciuto molto in altezza, basta guardare le tue foto del 2017 per accorgersene. Quanto sei alto attualmente? Il tuo sviluppo, molto veloce, ha creato qualche problema nella lavorazione dei salti quadrupli?

Sono alto un metro e settantasei circa. Non ho sentito particolarmente il problema perché i quadrupli li ho sempre allenati, ogni giorno, ho avuto un solo periodo di difficoltà superato poi velocemente. Il fatto di non interrompere praticamente mai gli allenamenti, ad eccezione di qualche giorno nel mese di luglio, mi ha certamente aiutato a non avere alcun tipo di intoppo. Anche per questo motivo, nonostante la pandemia, stiamo continuando ad allenarci intensamente e per quanto possibile anche da casa; non perdere l’abitudine del gesto è fondamentale“.

E nello specifico in cosa consistono gli allenamenti a distanza?

Un po’ di tutto, da esercizi a secco, rotazioni, preparazione atletica, yoga e danza“.

Rimanendo in tema quadrupli ha colpito la tua strategia votata all’attacco degli Europei di Graz, dove hai presentato ben tre quadrupli nel libero. Qual è a proposito di questo tema il tuo obiettivo per la prossima stagione?

Prima dell’emergenza il mio obiettivo per la prossima stagione era chiaro, aggiungere il quadruplo salchow e avere quindi quattro quadrupli diversi: il flip, il lutz, il rittberger e il salchow; il lutz in particolare nell’ultimo periodo aveva buone percentuali di realizzazione e avevamo pensato di presentarlo in combinazione arrivando così a cinque quadrupli. Con quello che è successo, non appena potrò tornare sul ghiaccio, insieme al mio team decideremo bene quali elementi introdurre“.

Nelle ultime due stagioni, oltre a essere cresciuto fisicamente e tecnicamente, hai affinato sempre di più la componente prettamente artistica. C’è qualche pattinatore a cui ti ispiri? Come funziona il lavoro con il coreografo durante la stagione?

Direi Jason Brown, mi piace tantissimo quando pattina. Il suo libero di quest’anno, interpretato sulle musiche di “Schindler’s List” lo trovo davvero bellissimo. Per il mio programma libero, di caratura drammatica, ho cercato di ispirarmi per quanto possibile a lui. Per ciò che concerne il lavoro di coreografia mi interfaccio con il mio coreografo Benoit Richaud, che viene ogni mese ad Egna per controllare passi e movimenti. Può infatti capitare che in sua assenza possa scappare qualche dettaglio nella coreografia, il suo check mensile è in questo senso fondamentale“.

Come ho già chiesto ad Alessia Tornaghi, salutandoti mi piacerebbe sapere il tuo programma preferito di quest’anno, non per forza della specialità del singolo ma anche delle altre…

Oltre al già citato libero di Jason Brown ho apprezzato particolarmente quello di Nathan Chen e della coppia d’artistico canadese formata da Kirsten Moore Towers-Micheal Marinaro“.

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Foto: Valerio Origo

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