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Oltre Cinquecerchi
Quanto durerà il coronavirus e quando finirà? Il confronto con le pandemie del passato. La Spagnola sparì dopo 2 anni…
Tutto il mondo sta facendo i conti con l’emergenza coronavirus, una pandemia ha travolto l’intero pianeta e ha messo in ginocchio miliardi di persone che sono costrette nelle proprie abitazioni per evitare il contagio. La situazione è molto difficile, l’Italia è in zona rossa da ormai un mese e sicuramente si andrà avanti così almeno fino a Pasquetta. La speranza è che il nostro Paese possa entrare presto nella fase 2, ovvero quella in cui si prevede una graduale riapertura delle attività pur dovendo convivere con Covid-19. Questo è bene ripeterlo: il coronavirus non verrà sconfitto in tempi rapidi, tanti gruppi di ricerca stanno cercando di trovare il vaccino ma servirà tempo. Al momento è difficile ipotizzare quando si uscirà da questa emergenza, la situazione dipenderà da Paese a Paese (l’Italia sembra essere in vantaggio sulle altre Nazioni occidentali).
Lo scenario descritto dagli studiosi dell’Imperial College di Londra parla di “un’epidemia di coronavirus a lunga durata con andamento a ondate“. Secondo questi esperti non si può pensare di avere un vaccino davvero efficace contro il coronavirus in meno di 18 mesi e poi non bisogna dimenticare che, una volta trovata la cura, bisognerà iniziare la produzione di miliardi di soluzioni e non è una procedura che richiede pochi giorni. Lo scenario di chiusura totale, quello per intenderci attuato in questo momento in moltissimi Paesi tra cui il nostro, non garantisce una cura completa e bisognerà continuare a osservare le misure di prevenzione come distante interpersonale, lavaggio delle mani, utilizzo di mascherine. Si parla di epidemia a ondate perché si vocifera di possibili chiusure di un paio di mesi alternate a riaperture ma appare uno scenario di difficile gestione e con un costo elevato a livello economico e sociale. Probabile una riapertura graduale del ciclo produttivo osservando tutte le precauzioni del caso per contenere il contagio.
Tutti concordano che il mondo stia vivendo la sua peggior situazione da 75 anni a questa parte, ovvero dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Per trovare una pandemia con questi effetti bisogna risalire alla ribattezzata “Spagnola”, un’epidemia influenzale che tra il 1918 e il 1920 (dunque subito dopo la Grande Guerra) provocò il decesso di 50-100 milioni di persone e il contagio di 500 milioni su una popolazione mondiale di 2 miliardi. Furono due anni da incubo in uscita dal primo conflitto mondiale. La Sars (2002-2003) e “l’influenza suina” (2009) sono state le epidemie del Nuovo Millenio ma hanno intaccato soltanto alcune aree del mondo e in Italia non si sono praticamente viste, non causarono particolari problematiche.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse