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Rugby, campionato italiano cancellato e scudetto non assegnato. Ma cosa accade all’estero?

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Il rugby italiano è stato il primo in tutto il mondo a chiudere in anticipo la stagione, con la Federazione che già settimana scorsa ha annunciato lo stop a tutti i campionati, lo scudetto non assegnato, retrocessioni e promozioni bloccate per un anno e tutto che riprenderà a settembre. Il rugby italiano è stato anche il primo sport in Italia a prendere una simile decisione, seguito nelle ultime ore da pallacanestro e pallavolo, mentre il calcio ancora spera di riprendere come nulla fosse. Ma cosa succede negli altri campionati europei di rugby?

Partiamo del Guinness Pro 14, il campionato dei Paesi celtici (Irlanda, Galles e Scozia), ma che comprende anche due franchigie italiane (Benetton Treviso e Zebre) e due squadre sudafricane. Il campionato è fermo, sospeso, ma una decisione sul futuro non è stata ancora presa. Il Board del Pro 14 sta capendo come e quando l’emergenza Covid-19 finirà e l’intenzione, a oggi, è quella di provare a disputare almeno semifinali e finale per assegnare il titolo o, extrema ratio, almeno la finale tra le prime in classifica nelle due conference. Al momento l’unica certezza è che la finale di Cardiff è stata cancellata.

In Francia, invece, la situazione è più complessa. Sono stati fermati e cancellati tutti i campionati delle serie minori, dal Pro D2, la seconda lega transalpina, fino ai campionati amatoriali e giovanili. Sospesa, ma non ancora annullata, invece la stagione del Top 14, il massimo campionato. In queste ore la LNR, la lega che gestisce i campionati professionistici, sta decidendo cosa fare. In ballo non solo la conclusione del campionato e l’eventuale assegnazione del titolo, ma anche la questione promozioni e retrocessioni. L’ipotesi più credibile è, per la prossima stagione, un allargamento del Top 14 a sedici squadre, con la promozione di Colomiers e Perpignan (dominatrici del Pro D2), mentre non ci dovrebbero essere retrocessioni.

Simile la situazione in Inghilterra, anche se la Premiership una decisione in più l’ha già presa. Se da un lato sono stati cancellati tutti i campionati dalla Championship in giù, mentre le dichiarazioni del Board fanno capire che, finché c’è speranza, si proverà a terminare in qualche modo il massimo campionato, dall’altro la questione promozione/retrocessione è già scritta. Un atto dovuto in questo caso, visto l’affaire Saracens. Il club di Londra, infatti, è stato condannato per aver aggirato il tetto salariale negli ultimi anni e gli è stata affibbiata una superpenalizzazione di oltre 100 punti in classifica. Una penalizzazione che, de facto, era una retrocessione automatica. Annullare tutto sarebbe stato impossibile e folle. Ecco, dunque, che i Sarries retrocederanno comunque in Championship anche se il campionato finisse qui, mentre è già stato deciso che i Newcastle Falcons, primi con ampio margine in Championship, verranno promossi nella prossima Premiership.

Infine, le coppe europee. Champions Cup e Challenge Cup, che dovevano disputare lo scorso weekend i quarti di finale, sono attualmente sospese. Anche in questo caso una decisione definitiva sul prosieguo del torneo non è stata presa, anche se l’Epcr sembrerebbe intenzionata a concludere le due manifestazioni in qualche modo, anche spostando il tutto a inizio della prossima stagione. Ma, anche qui, tutto è ancora in forse e non vi son certezze.

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Foto: LaPresse

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