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Rugby
Rugby femminile, Italia in crescita costante: i migliori 5 prospetti Under23 da seguire
L’Italdonne del rugby è entrato nel 2020 con obiettivi ben precisi e l’emergenza Covid-19 non ha spostato quella che è la meta finale delle ragazze di Andrea Di Giandomenico. Disputare un buon Sei Nazioni, e le prime due uscite erano state in linea con le aspettative, una vittoria in Galles e un ko contro la forte Francia in trasferta, ma soprattutto giocarsi a settembre l’accesso alla Coppa del Mondo 2021 in Nuova Zelanda.
La Rugby World Cup è l’obiettivo principe del rugby femminile italiano quest’anno e quando le atlete potranno finalmente tornare ad allenarsi e a giocare staccare il biglietto per la terra delle Black Ferns diventerà ancor di più fondamentale. Con un gruppo esperto, giocatrici che in questi anni sono cresciute, sono l’ossatura di una squadra che Di Giandomenico non ha mai rivoluzionato, ma che anno dopo anno è migliorata, con innesti giovani e mirati. E in ottica RWC 2021 e oltre, ecco cinque giovanissime sulla rampa di partenza.
Partiamo dalla regia della squadra, dove sono due le giovani campionesse che scalpitano. Negli ultimi mesi ha guadagnato diverse convocazioni e minuti importanti la milanese Laura Paganini. Nata a Rho il 24 febbraio 1999, ha esordito con il Parabiago, con anche un’importante esperienza in Inghilterra da giovanissima e ora è un punto fermo del Cus Milano. A differenza del rugby maschile, anche Laura come molte colleghe si è fatta le ossa in azzurro con la nazionale Seven, mentre l’esordio nella maggiore è avvenuto lo scorso novembre contro il Giappone. Visione di gioco e velocità le sue armi migliori.
A farle concorrenza c’è una ligure che nel mondo del rugby è cresciuta fin da subito. Micol Cavina, genovese anche lei classe ’99, è un mediano d’apertura atipico con i suoi 188 centimetri d’altezza. Crescita nel Cogoleto, dal 2018 gioca nel Villorba e ha già conquistato 5 caps in nazionale. Anche lei ha accumulato un’ottima esperienza internazionale con il rugby Seven, mentre fa del passaggio la sua arma migliore. Con Laura Paganini due opzioni importanti per Di Giandomenico in regia.
Restando nella trequarti, Vittoria Ostuni Minuzzi è il nome nuovo per il triangolo allargato. Estremo, ma può giocare anche all’ala, classe ’01 di Camposampiero, Padova, è cresciuta nel Cus Padova prima di passare al Valsugana Rugby e ha esordito proprio in questo Sei Nazioni nella vittoria contro il Galles in trasferta. Giovanissima si sta già ritagliando uno spazio interessante in squadra e fa della velocità la sua arma migliore.
Restiamo nel 2001, ma spostiamoci in terza linea, dove troviamo una ragazza che ama bruciare le tappe. Francesca Sgorbini, nata a Pesaro e giocatrice del Colorno, ha solo 19 anni ma il suo esordio in nazionale risale già al Sei Nazioni 2019, contro l’Inghilterra. Flanker, ha fatto esperienza anche nell’Italseven ed è un’ottima placcatrice e un difensore di alto livello. In un ruolo dove le alternative sono tante e di qualità è già riuscita a conquistare tre presenze in azzurro ed è uno dei volti su cui l’Italia punta per il futuro.
Chiudiamo con la “vecchia” del gruppo, cioè Erika Skofca, nata il 14 novembre 1998 e, dunque, che ha 21 anni. Pilone sinistro di Tolmezzo, Udine, è compagna di squadra di Vittoria Ostuni Minuzzi al Valsugana, con i suoi 86 kg per 170 cm fa della potenza sia in mischia chiusa sia palla in mano la sua forza. Doveva esordire, partendo dalla panchina, a Parabiago contro la Scozia, ma l’esplodere dell’emergenza Covid-19 l’ha fermata, rinviando il suo primo cap, che comunque arriverà a breve.
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Foto: Lorenzo Di Cola – LPS