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Rugby, i giovani tallonatori dell’Italia. Da Manfredi a Lucchesi, ecco il futuro azzurro

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È uno dei ruoli forse più bistrattati nel rugby, uno dei ruoli spesso poco appariscenti, ma che possono fare la differenza in una partita. In mischia chiusa, dove è il perno della prima linea, ma soprattutto in touche, dove la sua rimessa può cambiare le sorti di un match. Parliamo del tallonatore, giocatore che unisce una fisicità importante a un’intelligenza tattica che lo fa spesso venir scelto come capitano, come gli esempi di Rory Best e Leonardo Ghiraldini ben evidenziano. Ma qual è lo stato dell’arte dell’Italia in questo ruolo?

Con l’addio proprio di Leo Ghiraldini la maglia numero 2 è diventata appetibile per diversi giocatori. In primis Luca Bigi, scelto da Franco Smith come capitano nell’ultimo 6 Nazioni, che ha ‘solo’ 27 caps all’attivo ma non è più un ragazzino, con i suoi 28 anni. Ma il ruolo di tallonatore è un ruolo duraturo, cioè la maturità arriva abbastanza tardi e la carriera di un numero 2 si può protrarre a lungo quindi, nonostante non sia più giovanissimo, non si può non inserire Bigi tra i tallonatori del futuro per l’Italrugby.

Il nome caldo di questa stagione, però, è quello di Marco Manfredi, classe ’97 in forza alle Zebre. Nato in Germania, a Friburgo, prima di arrivare in Pro 14 ha vestito le maglie di Jesolo Rugby, Montpellier Herault (FRA), Rugby Calvisano e Rugby San Donà. Alla prima stagione in bianconero ha subito fatto vedere il suo valore, conquistando già 10 presenze, segnando due mete e confermandosi in quasi tutte le partite come uno dei migliori in campo per le Zebre. Le porte azzurre si apriranno a breve per lui, fermato per un infortunio alla vigilia del Sei Nazioni, ed è tra le promesse più attese.

Un giovane su cui si erano riposte tante speranze era Engjel Makelara, ma dopo un paio di stagioni con la Benetton Treviso senza trovare abbastanza spazi è stato annunciato il suo addio a termine stagione. Un passo indietro che per il 23enne è uno stop importante, ma è un nome che comunque non va dimenticato, proprio perché – come visto – spesso i tallonatori maturano tardi e per l’italomacedone una chance in futuro potrebbe ripresentarsi.

Sulla rampa di lancio, invece, ci sono i due giovani che hanno disputato l’ultimo Sei Nazioni di categoria. In primo luogo Gianmarco Lucchesi, pisano classe 2000, giocatore dei Lions Amaranto, ma con alcune apparizioni in Top 12 con il Calvisano. Buona fisicità, ottima tecnica nei punti d’incontro e nei placcaggi, per Lucchesi l’anno prossimo si apriranno le porte della Benetton Treviso. Una chance importante per il giovane numero 2 su cui molti scommettono e puntano per il futuro azzurro.

18 anni, è un classe ’01, per Matteo Baldelli, giovanissima promessa proveniente dall’Union Prato e giocatore dell’Accademia Federale. Originario di Gubbio è un giovane ancora acerbo, che sta facendo le sue prime esperienze di alto livello, ma che può in prospettiva diventare un ottimo elemento. Nel suo caso, probabilmente, l’ottica dev’essere più a medio termine, quindi non sarà una delle opzioni in vista dei Mondiali 2023, ma più probabilmente per il successivo quadriennio azzurro.

Infine, un discorso a parte per un tallonatore che giovane non è. Parliamo di Hame Faiva, classe ’94, neozelandese in forze alla Benetton Treviso. Arrivato in Italia nel novembre 2017, tra pochi mesi sarà equiparabile e da tempo si parla di lui in nazionale. Giocatore di livello mondiale, Faiva è devastante palla in mano, gran marcatore quando si riparte dalla rimessa e successiva maul ed è uno dei giocatori che in biancoverde fanno la differenza. Lo vedremo quasi certamente nel Sei Nazioni 2021.

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Foto: Massimiliano Carnabuci – LPS

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