Sci Alpino

Sci alpino, la NextGen femminile. Le 5 Under22 più promettenti: Alice Robinson, Magdalena Egger, Sara Rask, Meta Hrovat, Marta Rossetti

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Lo sci alpino femminile sembra il nuoto: a ogni stagione spunta un fenomeno, o quasi. Quanto meno di una singola disciplina. La NetxGen femminile è composta di tante atlete intriganti, da Nazioni diverse. Ne scegliamo cinque.

ALICE ROBISON

La neozelandese è già un talento consacrato, a 18 anni compiuti da poco. Vanta due vittorie in Coppa ottenute nella scorsa stagione. Il futuro è tutto suo. E non solo in gigante. Tra le porte larghe ha saputo rimontare Shiffrin a Soelden e imporsi a Kranjska Gora. Ha una sciata unica, di potenza, che per il momento rende al meglio sul manto duro e la fa soffrire un po’ di più su neve molli, ma alla sua età glielo si può concedere. Sembra una predestinata: già iridata junior, potrà lottare per la coppa di specialità nel 2020-2021 e sicuramente, visto il tipo di sciata, allargare gli orizzonti al superG. Ma quello che sorprende di più è la tenuta mentale: è forte di testa e non ha paura di nessuno. Potrebbe portare la sua nazione a traguardi impensabili.

META HROVAT

Altro talento già in parte consacratosi. Ventidue anni, slovena, ha un’enorme tradizione alle spalle nella sua Nazione e rispetto a Robinson vanta più esperienza, ma soprattutto maggiore continuità in due discipline: curiosamente, pur avendo vinto due titoli iridati juniores in slalom, i due podi in Coppa del Mondo (senza vittorie) ottenuti finora sono arrivati in gigante. Segno di grande versatilità. E chissà, magari in futuro potrebbe darsi anche a combinata e superG. Se limita gli errori e resta in salute, può “esplodere” definitivamente.

MARTA ROSSETTI

Classe ’99, bresciana del Garda cresciuta professionalmente in trentino, è la grande rivelazione azzurra dell’ultima stagione in slalom, cioè proprio nella specialità più sofferente per l’Italia femminile, che tra i rapid gates non vince dal 2007 (Chiara Costazza) e non sale sul podio dal 2011 (Manuela Moelgg). Se Della Mea aveva stupìto tutti un anno fa e Martina Peterlini è stata la prima a raccogliere punti quest’anno in slalom Irene Curtoni a parte, Marta Rossetti è andata più vicina di tutte alla top 10 (12esima), dimostrando grande capacità di adattamento, forza mentale, e bravura nel migliorare nelle seconde manche. Oltre a una sciata moderna. Sarà lei a riportare lo slalom femminile italiano sul podio di Coppa del Mondo?

SARA RASK E MAGDALENA EGGER

Classe 2000 e 2001 rispettivamente, dominatrici assolute dell’ultimo mondiale: alla svedese Rask è andato il titolo del gigante, all’austriaca Egger il resto, cioè discesa, superG e combinata. La svedese porta avanti la grande tradizione della sua Nazione nelle discipline tecniche, anche se ancora non ha ottenuto un punto in Coppa del Mondo, dopo diversi tentativi; Egger ha disputato due gare nel circuito maggiore, senza mai qualificarsi, entrambe però in slalom, aspetto curioso, visto che nella rassegna iridata giovanile ha dominato in tutte le altre discipline. Segno di un potenziale pazzesco. Potrebbe essere il nuovo fenomeno del futuro, ma il recente albo d’oro della Coppa Europa ci ricorda che due austriache giovani e promettenti come Depauli e Hackl si sono ritirate in fretta senza lasciare traccia tra le “grandi”, vittime di infortuni, concorrenza interna  e… chissà cos’altro. L’Austria, che ha appena scoperto la forza di Nina Ortlieb, può davvero godere sonni tranquilli per il futuro, nonostante le difficoltà e gli infortuni stiano al momento frenando tante protagoniste quali Veith, Brem, Brunner, Huetter.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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FOTO: Pentaphoto

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