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Sci di fondo, la NextGen femminile: Helene Marie Fossesholm all’assalto delle “grandi”

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Continuiamo il nostro viaggio nel futuro delle discipline nordiche gettando lo sguardo sulle NextGen di ogni sport. Dopo aver analizzato la situazione nel biathlon, nel salto con gli sci e nella combinata, è giunto il momento di focalizzarci anche sullo sci di fondo, cominciando dal settore femminile. Andiamo, dunque, a scoprire quali sono le cinque ragazze più promettenti nate dal 2000 in poi.

Come di consueto, sono doverose alcune premesse. In primo luogo, va sottolineato come sia stato davvero difficile ridurre a cinque le atlete da inserire nella short-list. A parte un nome scontato, le candidate con credenziali per fare il proprio ingresso nella rosa ristretta erano almeno sette. Pertanto, è stato necessario effettuare quantomeno due tagli di un certo peso. In seconda istanza, bisogna sempre ricordare come le valutazioni siano state effettuate sulla base di quanto visto al termine dell’annata 2019-20. Però la parabola della carriera di un’atleta può essere condizionata da mille fattori. Perciò, essere precoci non sempre è garanzia di successo, a meno che non si sia degli autentici fenomeni della natura. Al riguardo, tra le nate nel XXI secolo è stato avvistato un esemplare di questa specie. Effettuato il solito prodromo, passiamo alla lista delle cinque, elencandole come d’abitudine dalla più giovane alla più anziana.

WIGGER Siri (SUI)
La giovanissima elvetica va obbligatoriamente inserita tra le cinque fondiste più promettenti in assoluto. D’altronde quanto fatto dalla diciassettenne rossocrociata nel corso dell’ultimo inverno è stato davvero notevole. Classe 2003, si è messa al collo due ori e un argento ai Giochi olimpici giovanili, battendo tutte le nate nel 2002. Soprattutto, ha impressionato nel ben più qualificato contesto dei Mondiali juniores dove, pur confrontandosi con ragazze anche di tre anni più mature, si è presa il lusso di arpionare due medaglie di bronzo individuali. Insomma, la diciassettenne zurighese è di una precocità disarmante e sembra avere talento da vendere. Con un esordio in campo internazionale del genere, sarà obbligatorio seguire la sua evoluzione anche negli anni a venire.

SKINDER Monika (POL)
Il 2019-20 della teenager polacca è stato condizionato da una seria infezione alle vie aeree che l’ha costretta ad assumere antibiotici. Tuttavia, la classe 2001 è comunque riuscita a ottenere il primo punto in Coppa del Mondo della carriera. I Mondiali di categoria sono stati un fiasco, ma le performance in tale contesto contano relativamente, soprattutto se il percorso di avvicinamento si è rivelato accidentato. In Polonia ci sono grandissime aspettative attorno a questa ragazza, che non è l’unico gioiellino del vivaio della nazione che ha dato i natali a Justyna Kowalczyk. Al riguardo, appassionati e addetti ai lavori sperano di poter tornare protagonisti nel massimo circuito femminile, anche perché le cartucce da sparare sono più di una…

BÅNGMAN Tilde (SWE)
Non è stata una stagione soddisfacente per la svedese classe 2001, soprattutto a causa di qualche malanno di troppo che l’ha frenata proprio nella seconda metà d’annata. Cionondimeno, il talento della scandinava non può essere messo in discussione e gli sprazzi di classe messi in mostra tra i Mondiali junior dello scorso inverno e la Scandinavian Cup del 2019-20 testimoniano un potenziale ancora tutto da sviluppare. Al di là dell’oro mondiale junior conquistato nella sprint dalla connazionale Louise Lindström, di un anno più anziana, l’impressione è che sia Bångman la svedese più promettente tra le nate fra il 2000 e il 2001. Vedremo se, negli anni a venire, tale sensazione verrà comprovata anche dai fatti. Non che Lindström sia un bluff, ma in precedenza di è parlato di dover effettuare “dolorosi tagli”, e lei rientra proprio in tale categoria.

FOSSESHOLM Helene Marie (NOR)
C’è poco da scoprire riguardo questa ragazza, che rappresenta il nome più scontato tra le cinque della lista. Classe 2001, la norvegese ha dominato la scena ai Mondiali junior di Oberwiesenthal 2020 vincendo tre medaglie d’oro in altrettante gare individuali, il tutto dopo essersi messa al collo due argenti già nella manifestazione iridata di categoria di Lahti 2019, durante al quale aveva dato filo da torcere anche a una certa Frida Karlsson. Soprattutto, Fossesholm ha già fatto un botto in Coppa del Mondo, piazzandosi quinta nella 10 km mass start di Falun. Insomma, nell’inverno 2020-21 la scandinava è attesa nell’empireo della disciplina. Peraltro la sua precocità non è neppure ascrivibile a una superiorità fisica, poiché la teenager del Buskerud è uno scricciolo. In altre parole la domanda è una sola: quanto tempo ci metterà la ragazzina norvegese per conquistare il suo primo podio in Coppa del Mondo? Perché non è una questione di “se”, bensì di “quando”.

MARCISZ Izabela (POL)
Non si può chiudere la rassegna senza citare Izabela Marcisz, in qualche modo annunciata quando si è parlato di Monika Skinder. La polacca, classe 2000, ha già marcato punti in Coppa del Mondo e si è messa al collo tre medaglie ai Mondiali junior di Oberwiesenthal, dimostrando quindi una grande versatilità, poiché si è rivelata competitiva su ogni distanza e in ogni format di gara. A differenza delle quattro atlete già citate in precedenza, Marcisz dal prossimo inverno diventerà a tutti gli effetti una senior, di conseguenza potrà dedicarsi a tempo pieno alle competizioni del massimo circuito. In Polonia sono riposte grandi speranze sia su di lei che su Skinder, con il sogno di vederle entrambe competitive ad altissimo livello in tempi relativamente rapidi.

Come detto, è stato necessario effettuare dei tagli. Lindström a parte, il più “doloroso” è quello di Patricija Eiduka, che avrebbe avuto tutti i crismi per entrare nella ristretta rosa delle cinque fondiste più promettenti nate nel XXI secolo. La lettone, infatti, è già stata capace di entrare in zona punti in Coppa del Mondo e questo dimostra un notevole motore. Cionondimeno, in prospettiva, il fatto di provenire da una piccola nazione, non solo priva dei mezzi di superpotenze quali Norvegia o Svezia, ma anche delle possibilità economiche di squadre di media grandezza, potrebbe rappresentare un handicap difficilmente sormontabile nella rincorsa al gotha della disciplina.

Meritano di essere citate anche altre ragazze. Sempre in tema di Svezia, sarà da tenere d’occhio la classe 2003 Tove Ericsson. Si vedrà come evolverà la crescita dell’americana Kendall Kramer, reduce da un’annata meno brillante del previsto. Inoltre ci sono diverse russe da non sottovalutare. Concludendo, l’impressione è che il sottobosco dello sci di fondo femminile sia davvero fertile, anche considerando come Frida Karlsson ed Ebba Andersson siano nate rispettivamente nel 1999 e nel 1997.

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Foto: LaPresse

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