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Vanessa Landi, tiro con l’arco: “Il rinvio dell’Olimpiade un’opportunità. Mi alleno in giardino con bersaglio a 10 metri”

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In questi giorni siamo abituati a leggere ed essere bombardati di notizie sui principali sport del nostro panorama nazionale ed essere informati su tutti gli sviluppi delle trattative in corso per il prosieguo dei principali campionati ancora in ballo. Anche gli sport con meno adepti, tuttavia, stanno affrontando notevoli difficoltà in questo difficile periodo storico e sono proprio loro, spesso, a correre i maggiori rischi sia dal punto di vista economico che sportivo.

Oggi si è raccontata ai nostri microfoni Vanessa Landi, aviere scelta dell’Aereonautica Militare e arciere di grandissime prospettive e potenzialità, capace di laurearsi campionessa europea nel mixed team e medaglia d’argento nella prova a squadre, oltre ad essere campionessa del mondo ed europea giovanile sempre nella prova collettiva. La ventitreenne ha anche ottenuto il bronzo nella gara a coppie con Mauro Nespoli ai Mondiali 2019, strappando anche il pass olimpico (non nominale) per l’Italia in questa specialità.

Come stai vivendo questa situazione così complicata e com’è cambiata la tua quotidianità in questi giorni?

“Come tutti gli atleti principali, stiamo provando ad allenarci in casa, principalmente con dei lavori in palestra e cercando di tirare quanto meno a dieci metri. Non è ovviamente come allenarsi sui settanta metri (distanza olimpica) ma è comunque meglio che restare fermi. Ovviamente la speranza è che ci diano il prima possibile l’ok per tornare ad allenarci normalmente”. 

Come stai vivendo invece a livello emotivo il divieto di allenamento che vi è stato imposto e lo slittamento delle Olimpiadi?

“A mio avviso è stato corretto fermare anche noi finchè non verrà chiarita al meglio la situazione di questo virus. Siamo stati dei privilegiati ad esserci potuti allenare fino al 4 aprile e trovo corrette le scelte che sono poi state fatte, rinvio delle Olimpiadi comprese. Prima pensiamo alla nostra salute e poi ci sarà tempo anche per Tokyo (ride, ndr). Non sto vivendo questo periodo come un qualcosa di penalizzante e non credo che questo stop andrà a cancellare tutto il lavoro svolto, anzi, la vedo quasi come un’opportunità”. 

A livello sportivo, credi che un anno in più di lavoro potrebbe favorirti o penalizzarti nei confronti delle tue avversarie?

“Sono molto fiduciosa. Credo che in questo modo ci saranno dodici mesi in più per lavorare e arrivare ancora più performanti di come saremmo potuti essere quest’estate. Avrò anche la possibilità di provare a variare qualcosina nella tecnica che magari con la rassegna alle porte avrai evitato di andare a toccare. Come detto, la vedo più come un’opportunità che come una penalizzazione”. 

Cosa ti aspetti invece dalla qualificazione olimpica della prova a squadre da cui, presumibilmente, passeranno le tue più grandi chance di volare in Giappone?

“A livello di eventi è tutto ancora molto complicato da programmare a dire la verità. Dovevamo avere l’ultima gara a giugno ma ora non sappiamo se verrà recuperata a settembre/ottobre o direttamente il prossimo anno. Noi comunque eravamo una delle nazioni favorite per ottenere il pass e quello resterà di certo il nostro obiettivo principale. Con la qualificazione della squadra ovviamente aumenterebbero le nostre partecipanti anche nell’individuale e avremmo molte più probabilità di andare a medaglia, considerando anche il mixed team. Se la qualificazione collettiva non verrà invece centrata, sono sicura che saremo tutte al top e ce la giocheremo alla pari per il posto nell’individuale”. 

Come stanno vivendo invece questo difficile momento i tuoi compagni di squadra e gli avversari stranieri con cui sei in contatto?

“Devo dire che anche gli altri ragazzi della nostra squadra stanno vivendo questa situazione con relativa serenità. Sono tutti a casa e ognuno si è attrezzato come può per provare a tirare quantomeno a dieci metri, almeno in giardino. Anche all’estero, da ciò che vedo sui social, stanno attuando le stesse soluzioni. Ovviamente c’è anche chi dispone di ampi parchi, mi vengono in mente gli americani, e può continuare a tirare sulla distanza olimpica. Di certo questo è un bel vantaggio”. 

Quanto è impattante in uno sport di estrema precisione ed equilibrio come il vostro, allenarsi in casa e, banalmente, dover ridurre del 70/80% la distanza a cui tirare?

“Sicuramente tirando ad una distanza così vicina (10 metri invece che 70 ) si può comunque mantenere alto il volume (di frecce) e fare molta, molta quantità. Non avendo il bersaglio a condizionare si può inoltre ricercare una maggiore tecnica e pulizia nei gesti. Tuttavia, ovviamente, in questo modo perdi totalmente la dimensione dei 70 metri, che di certo implicano allenamenti diversi e ti portano a vivere sensazioni differenti anche con il tuo corpo.”

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michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: World Archery

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