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Wrestling avanti a porte chiuse nonostante il coronavirus. Un caso da studiare in vista della ripresa dello sport

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Wrestlemania 2020 è stato l’evento più social della storia della WWE: 13,8 milioni di interazioni su Facebook, Instagram, Twitter ovvero numeri da capogiro che hanno letteralmente stracciato tutti i precedenti. Stiamo parlando dell’evento clou della stagione di wrestling, un vero e proprio show seguitissimo negli USA ma non solo. L’edizione numero 36 del pay per view più importante dell’anno è stato trasmesso nel weekend del 4-5 aprile, ovvero una decina di giorni dopo la sua reale disputa (25-26 marzo): i lottatori sono saliti sul ring di Orlando la settimana prima, le immagini sono state congelate e poi trasmesse in differita per allietare il pubblico in piena emergenza coronavirus.

In Florida si è combattuto a porte chiuse e senza pubblico sugli spalti, lo spettacolo è stato davvero delizioso e i risultati delle due serate sono stati di spessore: Drew McIntyre si è laureato nuovo Campione WWE sconfiggendo Brock Lesnar, John Cena è tornato in auge ma ha dovuto cedere a Bray Wyatt, Edge ha regolato Randy Orton nel “Last Man Standing Match”, l’eterno Undertaker ha stritolato AJ Styles nel Boneyard Match. Questo per fermarci al clou di quanto visto nell’arco delle due serate, altra grande eccezione insieme alla mancata diretta dell’evento (di solito si combatte in “tempo reale” e in un solo giorno). Dati di ascolto alle stelle, qualche ora di spensieratezza in un momento difficile ma stiamo parlando di uno sport di contatto proprio in un periodo in cui si continua a ribadire di mantenere le distanze, di non abbracciarci e via dicendo. Proprio negli USA dove purtroppo si sono superati i 300mila contagi e le 10mila vittime per Covid-19.

La WWE non si fermerà dopo Wrestlemania e si andrà avanti, è già stato confermato che verranno registrate puntate di Raw, Smackdown, NXT anche se non live. The Show Must Go On, è proprio il caso di dirlo. Si va avanti regolarmente, niente pubblico sugli spalti ma le superstar di questo sport proseguono nella loro attività sul ring. Sarà un modello da adottare negli altri Paesi e anche in altri sport in questo periodo tremendamente difficile? La soluzione delle porte chiuse è sempre all’ordine del giorno nelle discussioni delle varie Federazioni e Leghe ma per il momento nessuno la sta praticando, lo sport ai tempi del coronavirus è totalmente fermo salvo appunto il caso del wrestling oltre all’eccezione della Bielorussia (calcio a porte aperte!), di Tajikistan, Nicaragua e qualche piccolo Paese africano. Vedremo se qualcuno seguirà l’esempio del wrestling e se lo sport a porte chiuse ma con gare regolarmente trasmesse in tv sarà una soluzione per i prossimi mesi, nella tanto attesa Fase-2 in cui si dovrà convivere col coronavirus, ma si potrà uscire con le dovute limitazioni.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: LaPresse

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