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Atletica, Anna Bongiorni: “La 4×100 può ancora migliorare, puntiamo alla finale olimpica”

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Anna Bongiorni è senza ombra di dubbio una delle atlete di punta dell’intero movimento azzurro di atletica. Velocista di razza ha ottenuto risultati consistenti sia a livello individuale che di squadra. Proprio con la staffetta 4×100 la velocista dei Carabinieri ha staccato il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Grinta e determinazione, unite ad un talento cristallino, le hanno consentito di mettersi in luce in molte gare sia a livello nazionale che internazionale. Nel mirino, nonostante il rinvio, ovviamente l’evento a cinque cerchi che si disputerà il prossimo anno. Di questo e di molto altro ha parlato Anna Bongiorni in un’intervista concessa ad OA Sport.

Anna, come stai vivendo questo periodo di emergenza?

“E’ un periodo difficile per tutti. Noi atleti siamo abituati ad affrontare le avversità, come ad esempio un infortunio, e abbiamo reagito abbastanza bene, perchè siamo sempre esposti ad imprevisti, siamo abituati ad adattarci a nuove situazioni. E’ inevitabile che ci siano giorni sì e giorni no e bisogna accettarli. Questo per noi sportivi non era un anno qualunque, era l’anno olimpico, molti di noi avevano impostato questa stagione in un certo modo per quell’obiettivo e vederlo sfumare non è stato facile da accettare. Il problema non è stato solo l’annullamento delle Olimpiadi ma anche degli altri eventi come gli Europei. Speriamo che si possa gareggiare, magari i Campionati italiani. Non sarà comunque facile avviare la preparazione in vista dell’evento a cinque cerchi arrivando da un stagione come questa. Mancheranno tante gare e non sarà facile ripartire ma siamo abituati ai cambi di programma e ritroveremo le nostre motivazioni”.

Come stai passando le tue giornate in questo periodo di emergenza?

“Sono stata tra le fortunate ad avere la possibilità di allenarmi al campo fino a poco prima di Pasqua. Non avevamo contatti con nessuno e sono stata ben contenta di allenarmi anche se da sola. E’ poco più di un mese, quindi, che sono a casa. Da quando è iniziato il lockdown mi sono presa una decina di giorni nei quali mi sono limitata a fare un po’ di attività in casa. Adesso ho ripreso ad allenarmi con maggiore intensità. Abbiamo allestito una piccola palestra sul terrazzo e avendo un giardino, seppur non molto grande, posso svolgere tutti gli esercizi di potenziamento anche se, ovviamente, non è come farlo in palestra. Stiamo cercando di mantenere un buono stato di forma. Ci avviseranno con un paio di mesi d’anticipo rispetto alla ripresa delle gare e quindi ci sarà il tempo per intensificare ancor di più gli allenamenti e raggiungere un buono stato di forma”.

Allenarsi a casa, senza aver un obiettivo a breve termine, è complicato, come hai cercato di adeguarti?

“E’ veramente difficile. I primi tempi avevo la possibilità di andare al campo ed era complicato allenarmi da sola. Nonostante sia uno sport individuale siamo abituati ad allenarci con dei compagni ma avendo il grandissimo obiettivo delle Olimpiadi ho continuato con grande grinta. Quando ci hanno tolto le Olimpiadi è stato un brutto colpo ma era rimasta la speranza dei Campionati Europei, quando hanno deciso di cancellarli ho fatto veramente tanta tanta fatica ad allenarmi a casa. Mi sono quindi concentrata sull’obiettivo successivo con la speranza che ci possa essere una stagione, magari il Campionato Italiano e per mettere le basi per il prossimo anno quando ci saranno le Olimpiadi”.

A proposito delle Olimpiadi di Tokyo, cosa pensi della scelta del CIO di rinviarle al 2021?

“Penso che sia stata una decisione inevitabile e assolutamente giusta. L’Olimpiade sarebbe potuto diventare un bacino incredibile per la proliferazione del contagio, sia al villaggio olimpico ma anche tra gli spettatori. Lo sport è bello con il pubblico presente che fa il tifo per i propri idoli. Non sapendo che tipo di evoluzione avrebbe potuto avere il virus è stato giusto fare questa scelta. Anche il fatto che il lockdown ha tempi diversi in base ai diversi paesi, ritengo che sarebbe stata un’Olimpiade falsata visto che gli atleti sarebbero arrivati con condizioni fisiche e preparazioni diverse”.

Come hai reagito al contraccolpo psicologico per il rinvio delle Olimpiadi dopo aver lavorato per un quadriennio?

“Noi della 4×100 aspettiamo questo momento quasi da otto anni. Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro eravamo praticamente qualificate fino all’ultimo giorno e siamo state le prime escluse. Veramente aspettiamo questo evento da molti anni. Qualificarci l’anno scorso ci aveva dato un entusiasmo incredibile. Ci tengo a sottolineare che dal mio punto di vista il rinvio è stato inevitabile e giustissimo”.

Quali sono gli obiettivi a livello personale e nella staffetta per le Olimpiadi di Tokyo?

“Quello che mi aspetto, anche in relazione della finale ottenuta a Doha che ci è valsa la qualificazione alle Olimpiadi, è di arrivare lì con la nostra consueta carica e di cercare di raggiungere la finale olimpica. Credo sia il sogno e la massima aspirazione di ogni velocista. Quando siamo riuscite ad ottenere la finale a Doha (con tanto di record italiano fissato a 42″90) venivamo da un anno difficilissimo nel quale siamo state tutte infortunate. Fino ad agosto abbiamo fatto tempi abbastanza alti e nessuno di noi sembrava in condizione di affrontare un Campionato Mondiale. Siamo passate da tante delusioni, come ad esempio nel 2017 alle Bahamas quando cercavamo la qualificazione ai Mondiali di Londra ma a causa della pista bagnata purtroppo sono scivolata e ho fatto invasione di corsia e ci hanno squalificato, ma tutto questo ci ha fortificato. Abbiamo fatto una grandissima quantità di cambi e di lavoro che alla fine ha pagato. Il pensiero che possiamo arrivare alle Olimpiadi venendo da una stagione più tranquilla, avvicinando i nostri personali, insieme allo scrupoloso lavoro sui cambi che facciamo costantemente, ci fa sperare di poter migliorare ancora e a quel punto potremmo giocarci una finale olimpica”.

Tu e le tue compagne siete cresciute agonisticamente insieme: è questo il segreto dei risultati ottenuti dalla 4×100?

“Assolutamente sì. Sono completamente d’accordo. Io e Irene (Siracusa) abbiamo la stessa età, Gloria (Hooper) ha solo un anno più di noi e Johanelis (Herrera Abreu) è due anni più piccola. Basti pensare che con queste tre ragazze ho già vinto delle medaglie a livello giovanile. Con Irene e Gloria ho conquistato l’argento agli Europei juniores nel 2011 e nel 2015, con Irene e Johanelis abbiamo vinto l’argento agli Europei Under 23. Basta vedere la nostra storia per capire che sono anni che facciamo staffetta insieme. Al di là della rivalità nelle gare individuali c’è questa amicizia e questa unione, nel momento in cui scendiamo in pista per l’Italia siamo super unite. Nonostante avessimo un bellissimo rapporto anche prima le esperienze di Yokohama e Doha, quelle gioie e quei pianti, ci hanno unito ancora di più. In questo periodo nel quale non ci possiamo vedere nei nostri consueti raduni mensili ci siamo più volte video chiamate per cercare di rimanere insieme”.

Anna Bongiorni, quale messaggio ti senti di mandare agli italiani in questo momento di grande difficoltà.

“E’ un momento di difficoltà per tutti. Ci sono persone che hanno gravi difficoltà economiche e si stanno adoperando per cercare di ripartire al meglio. Penso che un po’ come nello sport il sacrificio che abbiamo fatto sarà ripagato salvando vite umane. Dobbiamo accettare anche i giorni no che arriveranno, è normale che ci siano. Dobbiamo cercare di ritrovare la forza per rialzarci più forti di prima”.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Fidal/Colombo

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