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Atletica, Elena Vallortigara: “Non andrò alle Olimpiadi solo per partecipare…Il 2,02 fu il frutto di una grande consapevolezza”

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Elena Vallortigara è uno dei punti di riferimento dell’atletica italiana. In carriera è stata capace di saltare un 2,02 metri che ad oggi è la seconda miglior misura di sempre a livello nazionale per quanto concerne il salto in alto femminile. L’atleta dei Carabinieri ha conquistato per tre volte il titolo italiano indoor e nel 2018 quello outdoor.

Il 2020 di Elena Vallortigara è iniziato alla grande con la qualificazione olimpica ottenuta grazie all’1,96 saltato agli assoluti italiani indoor di Ancona. Un risultato straordinario non solo perchè vale il pass per Tokyo 2020, ma anche perchè l’ha riporta tra le grandi della disciplina dopo un periodo abbastanza complicato a causa di un infortunio al piede. In attesa che si possa fare chiarezza sul calendario e sui prossimi appuntamenti, il mirino è fissato sull’evento a cinque cerchi. Di questo e di molto altro ha parlato Elena Vallortigara in un’intervista concessa ad OA Sport.

Elena come stai e come stai vivendo questo periodo?

“Sono riuscita a trovare un mio equilibrio e quindi posso dire che sto bene. Ho deciso di concentrarmi su me stessa, aspetti sui quali posso lavorare da sola senza riferimenti esterni che in questo momento non possono essere attendibili. La fase tra la fine degli allenamenti al campo e quelli a casa è stata abbastanza difficoltosa. Pensavo di riuscire ad adattarmi meglio e più velocemente agli allenamenti a casa, ai nuovi spazi e alle nuove superfici, invece mi è costato tanto a livello energetico il fatto di cambiare ambiente. Ero proprio stanca sotto l’aspetto sia fisico che mentale. Ho seguito un programma di intensità medio-bassa e ora con il ritorno al campo le cose stanno andando meglio“.

Come hai reagito a livello psicologico alla cancellazione delle gare e delle Olimpiadi?

“Eravamo in un momento di tensione crescente, avevamo concluso la stagione indoor e ci preparavamo a quella all’aperto. Non era una stagione qualsiasi, ma quella olimpica. Avevo già il minimo e quindi la certezza di esserci alle Olimpiadi, avevo programmato la stagione ma da un momento all’altro è crollato tutto. E’ come se la mia tensione si sia azzerata improvvisamente anche a causa delle notizie che sono arrivate. Il rinvio delle Olimpiadi, la cancellazione delle gare, hanno fatto si che la difficoltà a livello psicologico si sia fatta sentire anche a livello fisico. Appena saputa la notizia delle Olimpiadi ho detto al mio allenatore che l’unica cosa che mi interessava era stare bene e potermi allenare. Tutti noi siamo costretti ad adattarci alle decisioni che vengono prese dall’alto. Siamo in un limbo nel quale siamo costretti a rimanere pronti laddove si decidesse di ripartire, ma senza avere ancora la certezza che questo avvenga. Se venisse fatto dopo settembre od ottobre sarebbe tardi perchè saremmo già a ridosso dell’inverno, anche in considerazione delle Olimpiadi”. 

Prima di aprire il capitolo Olimpiadi, ci racconti qual è il tuo ricordo più bello, probabilmente il 2,02 di Londra?

“Se la giocano il 2,02 nella tappa di Diamond League di Londra e l’1,96 degli assoluti di Ancona che mi è valso il pass per le Olimpiadi. La gara di Londra è stata sotto l’aspetto psicologico da incorniciare. Mi piace ricordare quei momenti, li ho ancora ben impressi in mente. Aver superato quella misura mi ha dato la consapevolezza del mio valore. Ho concretizzato quel che pensavo di me. Negli anni, anche quando ho dovuto affrontare diversi problemi fisici, mi chiedevo se fossi io ad avere troppe aspettative su me stessa. La consapevolezza che avevo prima di saltare i 2,00 metri e poi i 2,02 è difficile da spiegare a parole. Quando sei assolutamente certo di fare qualcosa, allora puoi riuscirci e io mi sono sentita così“.

A proposito della gara ai Campionati Italiani Assoluti indoor di Ancona, cosa hai provato dopo aver ottenuto la misura che ti è valsa la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020?

Era il mio obiettivo per i Campionati Italiani indoor. Avevo bisogno di togliermi il pensiero e di avere tutte le carte in regola per partecipare alle Olimpiadi. Questo mi ha dato una forte consapevolezza, è stato un tassello importante. Questo inverno, nonostante qualche problema al piede, avevo lavorato bene. Sapevo che avrei potuto esordire così e fare dei buoni risultati. Il fatto di essermi posta un obiettivo alla prima gara, che sarebbe potuta essere anche l’ultima della stagione, e di essere riuscita a raggiungerlo mi ha fatto capire che stavo andando nella direzione giusta. Forse per la prima volta ho sentito che tutte le energie erano state incanalate nella direzione giusta. E’ stata una grande soddisfazione e finalmente ho potuto dire: vado a Tokyo! E’ tutta un’altra sensazione dire vado agli Europei o ai Mondiali e vado alle Olimpiadi. Non pensavo, è un’emozione decisamente diversa“.

Parlando proprio di Tokyo 2020, qual è l’obiettivo?

Non vado a Tokyo solo per partecipare. Volevo togliermi il pensiero di fare il minimo e togliermi l’ansia del pass. Vado lì per fare il meglio possibile, vorrei che quello fosse il momento in cui riuscire ad esprimere il meglio di me. Ci sono 12 mesi in più, se in un primo momento ho pensato che qualcuno, senza averne diritto, mi avesse tolto il mio sogno, ora penso che ho ancora un po’ di tempo per arrivare alle Olimpiadi al top“.

Prima di salutarci una curiosità. Sono diversi anni che sei sulla cresta dell’onda: com’è il tuo rapporto con le tue avversarie e in particolare con Alessia Trost che a livello nazionale è stata la tua principale rivale?

Con Alessia in particolare ho un ottimo rapporto, ci confrontiamo spesso. Ci sentiamo in molte occasioni e passiamo le ore al telefono senza rendercene conto. Siamo amiche anche se in pedana ognuno fa il meglio per se stessa. In gara dipende molto dal momento, a volte riesco ad integrarmi meglio con le mie amiche avversarie in altri preferisco stare un po’ più chiusa in me stessa. Alessia ha anche più esperienza in questo senso e una sfumatura diversa di carattere, riesce ad integrarsi meglio anche durante la competizione. Con le altre ragazze ho un buon rapporto e ci sentiamo anche al di fuori delle gare. E’ la parte che preferisco dei Meeting. Facciamo lo stesso lavoro, abbiamo la stessa passione ed è bello condividerla: arricchisce molto“.

In chiusura un messaggio che ti senti di mandare agli italiani?

In questo periodo è stato difficile espormi perchè stiamo tutti vivendo un momento di difficoltà e ognuno la sta vivendo a modo proprio. Ci sono stati dei grandissimi cambiamenti nelle nostre vite e dobbiamo darci il tempo di abituarci alla nuova situazione. Io cerco sempre di concentrarmi sempre sul lato positivo delle cose anche quando sembra che non ce ne siano. Mi rendo conto che ci sono tante persone in difficoltà ma penso che c’è se una luce in fondo al tunnel dobbiamo concentrarci su quella e cercare di tirare fuori il meglio da ognuno di noi“.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Colombo/Fidal

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