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Atletica
Atletica, i record del mondo: 98,48 metri, quando il mito Jan Železný sfiorò quota 100 nel tiro del giavellotto
E’ stato il padrone del tiro del giavellotto, ha solo sfiorato l’impresa straordinaria di quattro ori olimpici consecutivi, detiene tuttora il record del mondo della sua specialità e nel suo paese, ma non solo, è un mito assoluto: Jan Zelezny. Il ceco si presenta per la prima volta sul palcoscenico mondiale da primatista del mondo (76,66 il 31 maggio 1987 al meeting di Nitra, in Cecoslovacchia) a Roma 1987 e conquista la medaglia di bronzo nella gara vinta da Seppo Raty nello stesso giorno dell’oro di Maurizio Damilano nella marcia, dell’effimero record di Ben Johnson e del record del mondo nell’alto di Stefka Kostadinova.
A Seul si piazza al secondo posto alle spalle di un altro finlandese, Tapio Korjus. Nel luglio 1990 si riprende il record del mondo, nel frattempo stabilito dal britannico Steve Backley, con 89,66 al meeting di Oslo ma Backley sei giorni dopo lancia il giavellotto a 90,98. Poi risale in cattedra Raty che il 6 maggio ed il 2 giugno 1991, scaglia l’attrezzo m.91,98 e addirittura a 96,96 spingendo per la seconda volta la IAAF a modificare il baricentro del giavellotto per evitare pericoli per chi si trovata dall’altra parte della pista con tiri troppo lunghi.
Zelezny a Barcellona 1992 vince il suo primo oro olimpico con 89,66, poi si riprende il record mondiale con 95,54, vince due titoli iridati e, nell’immediata vigilia delle Olimpiadi, compie il gesto tecnicamente più apprezzabile di tutta la carriera. Il 25 maggio 1996 a Jena, nell’ex Germania dell’Est, trova il lancio perfetto e raggiunge la misura di 98,48 metri che resterà irraggiungibile per i successivi 24 anni fino ai giorni nostri.
Il tiratore ceco sarà ancora campione olimpico ad Atlanta 1996 e quattro anni dopo a Sydney riuscirà a ripetersi lanciando il giavellotto a 90,17, prima di fare il tris mondiale a 35 anni compiuti, l’anno successivo a Edmonton prima di chiudere la carriera senza però riuscire a conquistare il titolo europeo che, nel frattempo, era andato per ben quattro volte al rivale ed amico Backley.
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