Beach Volley
Beach volley, sono 52 le società che chiedono nuove norme per ripartire. Tutte le firme della “LETTERA APERTA”
La voce delle scuole di beach volley si alza da ogni angolo d’Italia. La “LETTERA APERTA” redatta e firmata da otto campioni del presente e del passato (BVA Gianni Mascagna, iBeach Dionisio Lequaglie, BVU Thomas Casali, BVU Gianluca Casadei, GTA Andrea Raffaelli, BVCA Eugenio Amore, BVS Paolo Ficosecco, BSM Filippo Cecchini), in rappresentanza di sette fra le società più importanti della disciplina ha smosso gli animi di gran parte dei sodalizi italiani che hanno voluto sottoscrivere l’accordo in modo da essere compatti e uniti nella richiesta di cambiare prima possibile il protocollo per gli allenamenti e ripartire con l’attività senza tralasciare l’aspetto fondamentale della sicurezza e della salute di atleti, tecnici e inservienti degli impianti, in gestione o di proprietà delle varie società.
Riproponiamo, dunque, il testo della lettera aperta, aggiungendo alle firme prestigiose che l’avevano redatta le firme altrettanto importanti dei rappresentanti di ben 52 società che operano sul territorio nazionale con corsi di beach volley e che spesso e volentieri organizzano tornei, di varia importanza:
Le Società di Beach Volley hanno interrotto gli allenamenti il 22 febbraio in Lombardia e il 9 marzo nelle altre regioni, sono passati quasi tre mesi senza poter fare attività, senza lavorare e senza l’aiuto di nessuno. Molte società hanno in gestione centri sportivi nati per la pratica del beach volley, altre hanno i centri in proprietà e altre ancora sono in affitto. La situazione di inattività è sempre più insostenibile da un punto di vista economico con perdite che stanno mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza delle stesse Società e a rischio il lavoro di molti collaboratori sportivi.
Nel frattempo tutti gli altri sport hanno ripreso l’attività. Le società di beach volley invece sono ancora ferme al palo a causa di un protocollo Fipav inadeguato che non permette in alcun modo la ripresa degli allenamenti.
Ci chiediamo Il motivo per cui non è stato previsto un protocollo specifico per il beach volley che è una disciplina completamente diversa dalla pallavolo, nella quale in un campo di 64mq ci sono 2 atleti che possono mantenere senza troppi problemi il distanziamento. Il protocollo FIPAV fa inoltre riferimento per assurdo all’uso delle scarpe e al numero massimo di 12 persone presenti contemporaneamente nell’impianto, ignorando completamente le dinamiche nel mondo del beach volley, del tutto differenti dalla pallavolo.
Alla luce di queste riflessioni, nell’esigenza di far ripartire al più presto l’attività di base dei corsi, motore economico trainante delle società di beach volley e dei centri sportivi ad esso dedicati, siamo convinti che in questa fase si possa ripartire in sicurezza con l’attività di base dei corsi seguendo questi accorgimenti:
– Massimo 8 persone per campo (16mq a disposizione ad atleta);
– Consentire il passaggio della palla;
– Nelle esercitazioni sintetiche il divieto di muro;
– Nelle esercitazioni di gioco il divieto di muro e la limitazione del campo con un corridoio centrale
Tali accorgimenti garantirebbero il mantenimento del distanziamento sociale, allo stesso modo del protocollo adottato in Germania che ha permesso la ripartenza dell’attività amatoriale ed agonistica e che consentirà l’avvio del campionato nazionale dal 13 giugno. Ci auguriamo che questi suggerimenti, indicati da chi ha dedicato tutta la vita al beach volley, possano determinare una revisione del protocollo che permetta una ripresa immediata dell’attività ed il ritorno al gioco normale nel più breve tempo possibile.
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