Calcio, la Bundesliga ha interrotto il digiuno: per l’Italia un modello imitabile?

Die Bundesliga ist zurück (la Bundesliga è tornata). Così si erano espressi i tedeschi al via di quello che mancava da circa due mesi. Il massimo campionato teutonico di calcio ha ripreso le sue gesta e a partire dalle 15.30 cinque match hanno animato la scena. Ad attirare l’attenzione è stato il derby della Ruhr tra il Borussia Dortmund e lo Schalke 04 e sono stati i gialloneri a impartire una dura lezione agli ospiti, aggiudicandosi la sfida 4-0. Erling Håland è stato uno dei protagonisti del match e il primo a realizzare nel turno che dava il via alle danze. Per lui, dal proprio arrivo in Germania, dieci gol in nove partite.

Al di là però degli aspetti meramente di campo, che partite sono state? Un livello agonistico non esaltante senza dubbio e indubbiamente un po’ la pausa forzata per la pandemia e un po’ anche la paura inconscia dei calciatori hanno reso il gioco diverso dal solito, senza contare le precauzioni ovvie di chi non ha giocato e le porte chiuse. Ha destato sensazione, in questo senso, come nell’esultanza del primo gol di Håland i giocatori del Dortmund si siano fermati.

Di fatto la ripresa c’è stata e anche il divertimento, per alcuni tratti dei match, non è mancato. Questo modello, dunque, sarà replicabile in Italia? Se si guarda al protocollo, le distanze sono considerevoli: in Germania si è data priorità alla valenza economica e sociale del ‘Pallone’, mentre nel Bel Paese si sta prendendo tempo e non mancano i malumori. In particolare i club hanno manifestato contrarierà circa i casi positivi: nei nostri confini, infatti, basterà un soggetto malato di una compagine per portare alla quarantena di tutta la formazione per 14 giorni. Pertanto, si fa fatica a immaginare una ripresa, ma forse nei prossimi giorni avremo delle modifiche? 

In terra teutonica hanno dato un segnale di ripresa, resta da capire se l’Italia vorrà prendersi la medesima responsabilità, facendo anche una scelta rischiosa.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse