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Calcio, Vincenzo Spadafora: “Farò di tutto per far ripartire la Serie A in sicurezza”

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Non facile trovare una soluzione in un momento così complicato. L’Italia ha dato il via ieri alla Fase 2 dell’emergenza sanitaria. Siamo tutti chiamati a una prova molto importante perché nelle prossime due settimane si capirà se la discesa della curva epidemiologica sarà confermata o meno. Un aspetto sottolineato da virologi e da esperti, come anche dal Governo che dovrà sbrogliare anche altre matasse.

Una tra queste riguarda il calcio. Prosegue, infatti, senza soluzione di continuità il tira e molla tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e le autorità del “Pallone”. Sul fronte calcistico, almeno in apparenza, sembra che il fronte sia coeso per ritornare in campo e rispettare quanto espresso dalla Figc, ovvero un termine del campionato di Serie A entro il 2 agosto. Tuttavia non mancano le difficoltà. Le perplessità sono molte e riguardano il pericolo dei contagi e il difficile rispetto del protocollo previsto dalla Federcalcio, criticato tra l’altro dai medici sportivi.

Da questo punto di vista Spadafora ha espresso, in un’intervista a “Frontiere” (trasmissione della Rai 1), una posizione di apertura, dopo che in altre circostanze la sua idea era parsa un po’ fredda rispetto alla ripresa della Serie A: “Abbiamo confermato la road map che ci eravamo dati. Il Comitato tecnico-scientifico ha già dato l’ok per gli allenamenti individuali degli sport di gruppo dal 4 maggio, poi il 18 partiranno gli allenamenti collettivi se verrà approvato dallo stesso Cts il protocollo Figc. Sono fiducioso perché era già stato presentato un buon lavoro di base, c’è stata qualche perplessità ma entro la fine della settimana dovremmo avere un responso“.

E poi, al Corriera della Sera, la dichiarazione è perentoria: “Farò di tutto perché il campionato di Serie A possa riprendere in sicurezza, da ministro dello Sport sarebbe surreale se non fosse così. Allo stesso tempo però non vi posso dire adesso se tra un mese o a metà giugno si potrà andare in campo. L’alternativa era chiudere tutto in anticipo come in Francia, ma nessuno vuole farlo. Se non si giocherà ci sarà una valanga di ricorsi? Speriamo che non siano proprio necessari”.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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