Ciclismo

Christa Luding-Rothenburger: due medaglie nello stesso anno alle Olimpiadi Invernali ed Estive! Dallo speed skating al ciclismo su pista

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Plurimedagliati olimpici ne esistono davvero tanti ma si contano invece sulle dita di una mano coloro che sono riusciti a salire sul podio sia alle Olimpiadi Invernali, sia in quelle estive. Tra loro un posto nella storia spetta alla formidabile tedesca orientale Christa Luding-Rothenburger: plurimedagliata dei Giochi invernali nello speed skating, con un oro nel 1984, un oro ed un argento nel 1988 ed ancora un bronzo nel 1992, trovò il tempo e il modo per gareggiare anche a Seul, sempre nel 1988, raccogliendo il bronzo nella sprint del ciclismo su pista.

Prima di lei ci erano riusciti lo svedese Gillis Grafström, che approfittò però del programma olimpico di Anversa 1920, che vedeva il pattinaggio di figura inserito nel calendario dei Giochi estivi. Medagliato d’oro in quell’occasione, Grafström vinse poi l’oro alle Olimpiadi invernali nel 1924 e nel 1928, ottenendo anche l’argento nel 1932, prima di morire tragicamente per avvelenamento nel 1938. Anversa 1920 vide anche la vittoria dello statunitense Eddie Eagan nella categoria dei pesi mediomassimi della boxe. Dodici anni dopo, Eagan tornò alle Olimpiadi di Lake Placid, conquistando la medaglia d’oro nel bob a quattro. Sempre nell’anteguerra, il norvegese Jacob Tullin Thams si laureò campione olimpico di salto con gli sci a Chamonix nel 1924, prima di conquistare l’argento nella vela a Berlino 1936.

Dopo di lei la canadese Clara Hughes, che nel 1996 vinse ad Atlanta due bronzi nel ciclismo su strada, prima di convertirsi allo speed skating con un bronzo nel 2002, un oro ed un argento nel 2006 ed un bronzo nel 2010 e la sprinter statunitense Lauryn Williams, bronzo nei 100 metri piani ad Atene 2004 ed oro nella staffetta 4×100 a Londra 2012, prima di ottenere un altro argento nel bob a Sochi 2014. Nessuna italiana ci è riuscita anche se Antonella Bellutti, doppio oro nel ciclismo su pista ad Atlanta 1996 e Sydney 2000, ci è andata vicina chiudendo settima la gara di Bob a 2 a Salt Lake City nel 2002 in coppia con Gerda Weissensteiner ma la più famosa delle “polivalenti” nostrane è stata negli anni ’80 Maria Canins, in grado di lottare ad altissimo livello sia nel ciclismo che nello sci di fondo anche se mai medagliata olimpica.

Nata a Dresda, nella allora Germania dell’Est, Christa Rothenburger, seguita dal tecnico Ernst Luding che nel 1988 diventerà suo marito dopo esserne stato il tecnico per otto anni, nel 1980 è una giovanissima promessa del pattinaggio velocità su ghiaccio. Luding, però, la spinge ad allenarsi anche in bici, ritenendo quella attività propedeutica a quella dello speed skating. L’inizio del rapporto non è il massimo per Christa che, più tardi, dichiarerà di essere stata terrorizzata dall’idea di partecipare ad una gara con altre atlete: “Ero convinta che se mai avessi iniziato a gareggiare mi sarei ribaltata”.

La tedesca imparerà in fretta a non ribaltarsi ma, quando chiese di poter partecipare a qualche gara internazionale in bici, ricevette la risposta negativa dagli ufficiali dello Sport della DDR che per lei avevano un solo progetto: quello di essere parte integrante della squadra che doveva dominare lo speed skating a Sarajevo 1984. E così fu perché Christa Rothenburger si presenta al via dei 500 metri all’Olimpiade in Jugoslavia e porta a casa il massimo, l’oro con il tempo di 41”020 precedendo la connazionale Karin Enke, che poi vincerà l’oro nei 1000 e nei 1500 metri e sarà argento anche nei 3000, che chiude con il tempo di 41”280 e la russa Natalya Schive (41”500).

Un successo che permette a Christa di scavalcare gli ufficiali e presentarsi direttamente al potente presidente del Comitato olimpico della DDR Manfred Ewald e chiedere direttamente a lui il permesso per poter gareggiare in bici. Permesso accordato e la campionessa olimpica non si fa trovare impreparata, iniziando una duplice preparazione: in estate in bici e in inverno sui pattini. Nel 1985 è campionessa del mondo di speed skating a Heerenveen, nel 1986 è argento ai mondiali di speed skating ma è incredibilmente oro nella sprint dei Mondiali di ciclismo su pista battendo in finale la specialista sovietica (poi sarebbe diventata estone) Erika Salumae.

Un anno dopo è ancora argento nella sprint di ciclismo su pista ai Mondiali di Vienna e bronzo ai mondiali di speed skating e nel 1988 si presenta agguerrita ai Giochi olimpici invernali di Calgary. Stavolta, però, sulla distanza dei 500 metri si deve accontentare della medaglia d’argento alle spalle della statunitense Bonnie Blair che fa segnare il tempo di 39”100, 2 centesimi meno della tedesca. Il bronzo è per l’altra tedesca dell’Est Karin Kania. Tre giorni dopo Christa Rothenburger si riprende lo scettro olimpico ma stavolta sulla distanza dei 1000 metri vincendo la gara e la sua terza medaglia olimpica con il crono di 1’17”650 davanti alla compagna Klania (1’17”700) e alla statunitense Blair (1’18”310): stesse atlete sul podio ma posizioni rivoluzionate.

Non sazia, la tedesca, dopo aver sposato l’allenatore Ernst Luding, diventa la prima e unica donna ad aver vinto una medaglia nello stesso anno sia alle Olimpiadi estive che a quelle invernali. Christa Luding-Rothenburger si presenta al via della velocità individuale del ciclismo su pista a Seul. Il piccolo capolavoro, la tedesca dell’Est lo compie in semifinale quando riesce ad avere la meglio sulla primatista mondiale del giro, la francese Isabelle Gautheron, assicurandosi il podio ed un posto nella storia dello sport mondiale.

In finale si rinnova la sfida infinita con la sovietica Salumae e Luding-Rothenburger, che due anni prima aveva battuto l’avversaria in finale dei Mondiali a Colorado Spring e l’anno prima aveva ceduto sempre in finale a Vienna, vince la prima sfida con un giro conclusivo da 11”680. Uno sforzo troppo grande per la tedesca che poi viene battuta nei due sprint successivi dalla Salumae che conquista così il suo primo oro olimpico. Per Luding-Rothenburger la delusione svanisce in fretta quando si rende conto di essere entrata nella leggenda con un argento dal valore inestimabile.

La carriera da ciclista di Christa Luding-Rothenburger si conclude a Seul, mentre quella da pattinatrice prosegue ancora per quattro anni con due medaglie mondiali (un argento e un bronzo) e la chiusura col botto nella specialità che l’aveva lanciata nel mondo dello speed skating: ad Albertvlille la tedesca (non più dell’Est dopo il crollo del muro di Berlino) si aggiudica il terzo posto nei 500 metri alle spalle della statunitense Blair (che bissa il trionfo di Calgary) e della cinese Qiaobo.

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Foto: Wikipedia

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