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Ciclismo
Ciclismo, Domenico Pozzovivo: “Calendario sbilanciato verso il Tour. Olimpiadi? Un obiettivo. E il ritiro…”
Domenico Pozzovivo non vede l’ora di tornare a gareggiare ma dovrà per forza aspettare il 1° agosto quando il grande ciclismo ritornerà in scena dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia. Il lucano, reduce da un intervento per la rimozione del chiodo nella caviglia operata la scorsa estate, ha parlato a #SpazioTalk: “Le mie condizioni sono in netto miglioramento, non ci sono stati problemi di sorta sulle cicatrici. Quello che andava tenuto d’occhio era il tendine rotuleo, perché durante l’intervento viene reciso e poi ricucito. Adesso ho ancora il ginocchio gonfio, ma devo ammettere che sono già riuscito a pedalare sui rulli e il decorso, come al solito, è stato più veloce rispetto a quello che i medici mi avevano prospettato“. Era l’ultima operazione in vista? “Per quanto riguarda la tibia sì. Sul gomito, invece, tutti i chiodi messi nel mese di agosto sono ancora in sede perché bisogna attendere di più per una buona consolidazione delle fratture“.
L’alfiere della NTT Pro Cycling ha analizzato questa sosta forzata: “Lo stop non mi sta assolutamente danneggiando dal punto di vista del recupero. Affrettare i tempi va bene, ma a volte si tralasciano dei particolari, cosa che in questo periodo ho potuto curare. Ho potuto continuare a fare fisioterapia, sicuramente in una stagione “normale” con il periodo agonistico non avrei potuto fare. Da questo punto di vista lo stop mi sta avvantaggiando, ovvio che senza il virus l’intervento fatto la settimana scorsa sarebbe stato anticipato di 45 giorni. Forse sarebbe stato meno calcificato il chiodo all’interno, ma alla fine sono congetture. Penso che in generale ho dei vantaggi, che sto cercando di sfruttare“.
Domenico Pozzovivo spiega come ha trascorso la quarantena: “Soprattutto nella prima fase mi sono dedicato a cercare di superare un altro esame all’università, anche per impegnare di più la testa. Era un periodo in cui non c’erano certezze su nulla, anche se avevo la fortuna di essere in Svizzera e gli allenamenti su strada li ho potuti continuare sempre tranne un periodo di pausa che mi ero preso in accordo con i preparatori. Ho continuato lo studio e ho cercato di non fare programmi troppo a lungo termine, perché di volta in volta sarebbero potuti essere smentiti dalle novità che c’erano giorno per giorno“.
Il 37enne potrebbe rinviare il suo ritiro: “Facendo i conti, se si dovesse riprendere ad agosto come spero, in due anni ne avrei fatto uno di gare. L’anno scorso la mia stagione si è interrotta ad agosto dopo il Giro di Polonia. Sicuramente da quel punto di vista può essere una motivazione in più per provare a sacrifici, finché il mio fisico me lo permetterà e ne avrò voglia“.
Il lucano parla di come sarà il ciclismo dopo la pandemia: “Guardando anche quelli che sono i numeri dei contagi in Europa, penso che in estate il virus ci possa dare meno problemi sotto il profilo della contagiosità. Sicuramente i protocolli che andranno attuati saranno volti a ridurre il rischio di poterci contagiare. Il grosso punto interrogativo, dal mio punto di vista, sta sul fatto che il virus possa riprendere forza e ripresentarsi durante la stagione autunnale“.
L’analisi sul nuovo calendario è molto lucida: “Secondo me è molto sbilanciato sul Tour de France, anche se dico una cosa che hanno detto in tanti. Il movimento è troppo sbilanciato verso questo tipo di ragionamento, sistemare il Tour e che gli altri si arrangino. Adesso l’altro scoglio, che sembra tra le soluzioni possibili, è quello di poter anticipare di una settimana il Giro d’Italia per non farlo cadere in concomitanza con la Vuelta a Espana e la Parigi-Roubaix. Penso che la concomitanza di quelle tre gare sia abbastanza sanguinosa per tutte e tre“.
Domenico Pozzovivo dovrebbe partecipare al Tour de France e alle Classiche sulle Ardenne ma precisa: “Penso che ancora non abbiamo veramente messo giù un programma di gare. Non chiudo le porte a niente, sarà comunque una stagione particolare e bisogna essere flessibili tra quelli che possono essere gli obiettivi propri e quelli della squadra. Bisognerà ottimizzare le risorse che si hanno in quei tre mesi in cui tutto è concentrato. Quest’anno penso che due Grandi Giri attaccati come Tour e Giro d’Italia siano impossibili. Ci sono due settimane o forse una di stacco, non c’è il tempo materiale per recuperare ed è davvero difficile conciliare le cose. Sarà già una stagione in cui avremo pochi punti di riferimento, perché siamo abituati a preparare gli eventi in base al calendario e al susseguirsi delle stagioni. Ci sarà un impatto particolare, fare una estrema come Giro e Tour attaccati non è una buona idea“.
Il sogno di partecipare alle Olimpiadi sembra essere molto vivo: “Sarebbe veramente un grande obiettivo perché i Giochi Olimpici sono qualcosa che vanno al di là dello sport singolo e coinvolgono tutto il mondo dello sport a livello più ampio rispetto a quello che siamo abituati a vivere. Quindi sarebbe un’esperienza che mi piacerebbe vivere, speriamo di potermi meritare una convocazione per le Olimpiadi del 2021“.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Valerio Origo