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Ciclismo, Marco Pantani e l’impresa sulla salita di Oropa: 21 anni fa la ‘magia’ del Pirata

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30 maggio 1999, 160 chilometri da Racconigi al Santuario di Oropa, 15ma tappa del Giro d’Italia: questi i riferimenti di un’impresa, tra le tante, firmate da Marco Pantani. Quell’edizione, per chi conosce la storia di Madonna di Campiglio, è tristemente nota. Non si vuol tornare però su quell’episodio, bensì parlare di altro, parlare della grandezza di un corridore che sapeva infiammare i tifosi come nessun’altro in tempi recenti.

Marco, con il suo modo di accarezzare i pedali, mani basse, riusciva a realizzare qualcosa di impossibile per gli altri: rendere scontato l’imprevedibilità. Per noi, semplici spettatori, un ossimoro e un paradosso; per Pantani invece quasi una manifestazione di normalità. Di fatto quella tappa fu da leggenda. Sì perché chi ha memoria storica ricorda benissimo quel salto di catena, lo stop, il mettere il piede a terra ai piedi della salita del Santuario. 40″ persi nonostante i meccanici siano stati rapidi in stile pit-stop di F1. Sulla salita la corsa si infiammò e Marco fu costretto a inseguire, essendo lui già leader di quel Giro.

La Maglia Rosa faticò sulle prime rampe, scortato dai suoi compagni di squadra e risentì del contraccolpo psicologico. L’attesa però per vedere il vero “Pirata” fu breve e così, staccato l’ultimo dei gregari (Marco Velo), si lanciò all’inseguimento, mangiando l’asfalto con una ferocia mai vista, superando complessivamente 49 corridori, tra cui Ivan Gotti, Gilberto Simoni e Paolo Savoldelli. Davanti a tutti c’era pero il francese Laurent Jalabert, capace di fare il vuoto in una delle sue giornata di grazia. Il “Panta” tarò il proprio “radar”, un altro scatto dei suoi e anche il francese dovette inchinarsi alla classe del romagnolo. Un moto perpetuo sui pedali lo scricciolo del Bel Paese, tagliando il traguardo in solitaria e dando un senso alla sua piacevole agonia. Questo era un campione, questo era Marco Pantani.

IL VIDEO DELL’IMPRESA DI MARCO PANTANI

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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