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Cura plasma Coronavirus: che cos’è, quanto costa, effetti collaterali, primi risultati

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Secondo quanto scritto da TGCOM24, una delle terapie maggiormente accreditate per il trattamento del Coronavirus è quella che utilizza il plasma delle persone guarite dall’infezione: sono in corso varie sperimentazioni nel mondo, ed anche in Italia, negli ospedali di Pavia e Mantova si sta tentando questa via.

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha però detto: “Non è ancora un trattamento consolidato, perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste“. A Pavia sono stati 52 i pazienti coinvolti nella sperimentazione, mentre a Mantova sono stati in 25 gli ammalati trattati.

CHE COS’E’ LA CURA CON IL PLASMA DEI GUARITI

Il plasma è la parte liquida del sangue, contenente acqua, proteine, nutrienti, ormoni e, cosa maggiormente importante in questo caso, gli anticorpi: con il plasma sono state già trattati gli ammalati affetti da Sars nel 2002 e da Mers nel 2012, ma questa tecnica è usata da otre 30 anni.

Le persone guarite dal Coronavirus si sottopongono ad una donazione di plasma, che viene sottoposto a dei test di laboratorio, e poi viene somministrato agli ammalati di Coronavirus per donare loro gli anticorpi contro il virus: in questo modo l’azione del virus dovrebbe essere neutralizzata e la persona potrebbe guarire.

QUANTO COSTA LA CURA CON IL PLASMA DEI GUARITI

Come detto, a Mantova si sta sperimentando questa cura. Il Direttore del Centro Trasfusionale, Massimo Franchini ha dichiarato: “I costi sono contenuti. Il plasma viene infatti donato gratuitamente. Il costo per la cessione ad altri ospedali è abbastanza basso, attorno ai 172 euro. Considerando che da ogni sacca si ricavano due dosi da infondere nei pazienti, ogni trattamento ha un costo di 86 euro”.

L’altro centro dove è partita la sperimentazione è Pavia. Così Cesare Perotti, primario di immunoematologia: “Occorre raccogliere più sacche possibile e congelarle, in vista di un possibile ritorno del virus a ottobre”.

LE REAZIONI DEL MONDO MEDICO

Così il direttore generale del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Limbruno: “Occorre cautela in attesa delle evidenze scientifiche, la rete trasfusionale già da inizio marzo ha iniziato a selezionare i volontari guariti da Covid per la donazione del plasma da destinare agli studi sperimentali. Questa può essere un’opzione terapeutica ponte in assenza di farmaci specifici o di un vaccino. Strada parallela è quella di utilizzare il plasma dei guariti per una produzione su scala industriale delle immunoglobuline, ovvero degli anticorpi, al fine di mettere a punto un farmaco. Ma questo dovrà poi essere testato. Su questo fronte le aziende farmaceutiche si stanno attrezzando“.

Queste le dichiarazioni del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri: “L’orientamento del ministero sull’utilizzo del plasma è andare avanti ma sempre sulla base delle evidenze scientifiche, e a breve sono attesi primi risultati dalle sperimentazioni. Bisognerà investire su questa ricerca ed il Centro Nazionale Sangue è già attivato. Vedo una prospettiva futura anche per i sieri iperimmuni, ma su questo entrerà in gioco anche l’Agenzia italiana del farmaco, perché non si tratta di donazioni di sangue ma di farmaci. Se i risultati delle sperimentazioni saranno positivi è evidente che si può pensare ad un uso più su larga scala mediante convenzioni con aziende che possano ottenere dei sieri, ovvero farmaci. E’ un buon inizio e si spera di poter avere così un’arma terapeutica in più in attesa del vaccino“.

Giuseppe De Donno, primario del reparto di pneumologia dell’ospedale di Mantova, ha affermato: “Il plasma, in questo momento, è l’unico farmaco specifico contro il Covid-19“.

Infine il virologo Roberto Burioni ha scritto: “La tecnologia ci consente di isolare i geni degli anticorpi dal plasma e produrne in laboratorio una quantità illimitata. A questo punto avremmo un siero artificiale che potrebbe essere prodotto in modo illimitato e a costi molto inferiori rispetto a quelli necessari per il plasma“.

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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