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Danilo Petrucci, MotoGP: “Non vedo l’ora di tornare a correre, quest’anno voglio essere sempre nella top5”

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Danilo Petrucci si prepara per una stagione che potrebbe essere decisiva per il suo futuro nella MotoGP. Il portacolori della Ducati, infatti, vedrà concludersi il proprio contratto con il team di Borgo Panigale al termine dell’annata, per cui dovrà dare tutto se stesso per meritare la conferma sulla moto tinta di rosso. Il 2020, tuttavia, è iniziato nella maniera più complicata possibile per colpa dell’emergenza sanitaria globale che ha colpito il mondo, e ha reso ancor più difficile la situazione del Motomondiale e, di conseguenza, anche del pilota ternano.

Dopo lungo tempo finalmente ha potuto salire di nuovo in sella ad una moto ed allenarsi con il suo grande amico Andrea Dovizioso. Il primo passo per un ritorno alla normalità che dovrebbe condurre i piloti fino all’esordio stagionale che, secondo le ultime indiscrezioni, sarà a Jerez de la Frontera il 19 luglio con il Gran Premio di Spagna. Danilo Petrucci ha raccontato le sue emozioni in una lunga intervista a motorsport.com: “Sono tornato a Forlì per allenarmi e siamo stati a Faenza a girare insieme. E’ stato il primo allenamento in moto insieme che abbiamo fatto dopo tanto tempo. La ripresa dopo un lungo stop in cui proprio non abbiamo avuto modo di toccare la moto“.

La voglia di tornare all’azione vera e propria, ovviamente, è massima. “Non vediamo l’ora, anche se ancora non è chiarissimo quando potremo ricominciare. Spero che possa essere il prima possibile, chiaramente rispettando le regole e cercando di essere il più in sicurezza possibile, perché la cosa più importante è la salute di tutte le persone che lavorano in MotoGP. E’ chiaro che è tantissima la voglia, perché eravamo pronti per cominciare fino alla settimana prima della gara in Qatar“.

Dorna e FIM stanno provando ad allestire un calendario non semplice. Secondo Petrucci il fatto di correre anche due volte sulla stessa pista non potrà che produrre grande equilibrio come si era visto a Losail. “La gara del Qatar è sempre affascinante, perché arriviamo tutti pronti dai test. E’ un GP che abbiamo fatto spesso in gruppo. Non ho pensato troppo se possa essere un male o un bene fare due gare sulla stessa pista. Però è chiaro che per noi con due gare sullo stesso circuito ci sarà più tempo per mettersi a posto per la seconda prova. Per lo spettacolo però penso che sarà bello, perché ci sarà la possibilità di vederci correre veramente uno vicino all’altro. E a questo bisogna aggiungere che durante i test invernali si è già visto che quest’anno c’è un grande equilibrio”.

Tra le date che si stanno collocando nel nuovo programma, però, non ci dovrebbe essere il suo amato Mugello, dove 12 mesi fa centrò il primo successo nella classe regina. “Mi dispiace molto, perché è la mia pista preferita, quella dove mi sono sempre emozionato di più. Non solo l’anno scorso, in generale è sempre stata un traccaito su cui ho fatto bene, quindi ci tengo particolarmente. Credo davvero che al Mugello non si correrà. Speriamo che in Italia si possa fare almeno a Misano”.

Pensando alle caratteristiche della Ducati saranno da sfruttare il doppio GP sul Red Bull Ring e la assenza del Sachsenring. “In realtà la pista tedesca mi è sempre piaciuta e vi ho disputato buone gare, mentre in Austria sono riuscito solamente un anno ad andare forte ed a stare nei primi cinque. Però quello di quest’anno sarà un campionato in cui bisognerà tirare fuori in 110% perché, essendo più corto, ogni gara sarà come una finale. Bisognerà cercare di fare pochissimi errori e di essere sempre competitivi, perché non c’è il tempo per recuperare. L’Austria di solito è una pista favorevole alla Ducati, quindi dovrò sfruttare tutto quello che ho per cercare di essere competitivo”.

A livello di mercato si è già mosso molto. Per l’ex Ducati Pramac la situazione merita una riflessione. “Non potendo valutare in pista il valore dei piloti, in questo momento non so se abbia tanto senso prendere delle decisioni sul futuro. E’ chiaro che questa è una cosa che non collima tanto con il pensiero che c’è in MotoGP, perché ci sono già diversi piloti che hanno firmato. Sembra che i team ufficiali si vogliano portare avanti, però io preferirei aspettare di correre prima di iniziare a parlare del futuro”.

Già, il futuro. Si tingerà nuovamente di rosso Ducati, o potrebbero aprirsi nuovi scenari? “L’obiettivo è quello di cercare di avere la moto più competitiva possibile. Quest’anno, alla fine dei test, abbiamo lasciato un po’ a metà il lavoro sul cercare di far funzionare meglio la nuova gomma posteriore sulla nostra moto, però già in Qatar andavamo meglio. E’ chiaro che vorrei essere competitivo con questa moto anche in futuro, però vorrei che ci fosse la volontà di tutti di andare avanti e di fare ancora delle belle gare insieme. Spero che tutto dipenda da me e dai risultati che farò quest’anno quando finalmente si tornerà a correre”.

Da varie parti si è letto di una possibile chance in Superbike. Ecco la risposta di Petrucci. “Ancora non ci ho pensato, anche perché questa proposta non mi è arrivata – scherza – Però io penso di poter vincere in MotoGP, non dico il Mondiale, ma ho dimostrato che almeno una gara me la sono portata a casa e vorrei rifarlo. E’ chiaro che vorrei continuare in MotoGP, ma con una moto competitiva, per cercare di lottare per le posizioni di vertice. Se questo non sarà più possibile, mi dovrò guardare intorno e magari continuare in Ducati, ma in Superbike“.

Tornando al presente, il ducatista pone i suoi obiettivi per questo campionato 2020: “Quella dell’anno scorso è stata la mia miglior stagione in MotoGP, perché ho raggiunto quelli che erano i miei obiettivi, come centrare la mia prima vittoria. Poi me ne sono posto degli altri più alti e non sono riuscito a centrarli. Anzi, forse mi hanno distolto un po’ da quella che era la serenità che avevo trovato all’inizio dell’anno, e ho perso quel terzo posto nel Mondiale a cui tenevo parecchio. E’ chiaro che quest’anno voglio far meglio dell’anno scorso. Vorrei riuscire a stare nella top 5 e a lottare con i migliori. L’anno scorso mi è mancato pochissimo per finire il Mondiale nei primi cinque, ma dal terzo al sesto eravamo davvero tutti in pochissimi punti”.

La moto, dopo un avvio complicato a Sepang, ha messo in mostra una crescita importante in Qatar, specialmente a livello di potenza del motore. “Abbiamo guadagnato qualcosa, ma non so se magari gli altri abbiano lavorato su altri aspetti. L’anno scorso la Honda andava forte sul rettilineo, ma quest’anno sembrava che noi fossimo più veloci, anche se poi con due test fai fatica a capire queste cose, perché non hai il riferimento di una battaglia vera e propria”.

Il tallone d’Achille, invece, rimangono le gomme. “Sicuramente c’era del lavoro da fare quando abbiamo concluso i test. In Malesia eravamo andati un po’ in difficoltà, in Qatar invece le cose sono andate un pochino meglio, perché tra i due test abbiamo avuto il tempo per analizzare un po’ tutto. Losail è una pista più favorevole alla nostra moto e ci siamo adattati, quindi penso che avessimo imboccato la strada giusta, anche se tra imboccarla e percorrerla tutta sono mancate quelle gare che non abbiamo potuto fare”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePassanti

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Foto: Lapresse

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