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F1, i grandi duelli: Senna vs Mansell, corpo a corpo a 280 km/h sul rettilineo di Barcellona – VIDEO

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Barcellona, fine settembre 1991. La Formula 1 si appresta ad affrontare il Gran Premio di Spagna che, per la prima volta dopo cinque anni, non si disputerà sulla tortuosa pista di Jerez de la Fronteira, detestata da tutti i piloti del Circus, bensì nel nuovissimo circuito di Montmelò. È un momento d’oro per la capitale della Catalogna, che in vista dei Giochi olimpici del 1992 si sta modernizzando sotto tutti i punti di vista. In questo florido clima si è potuto costruire anche un nuovo autodromo, riportando così il GP iberico nella metropoli catalana sedici anni dopo la drammatica edizione 1975, andata in scena sul pericoloso tracciato cittadino del Montjuich. La struttura del Montmelò è, per l’epoca, faraonica. Box, sala stampa e vie di fuga sono enormi. La pista, inoltre, è molto tecnica e varia. Tuttavia offre solamente due reali possibilità di sorpasso, la più ghiotta è al termine del lunghissimo rettilineo d’arrivo.

Sul piano agonistico, il Mondiale 1991 potrebbe chiudersi matematicamente già a Barcellona. Il Gran Premio di Spagna è la terz’ultima prova della stagione e, nella classifica iridata, Ayrton Senna ha un solido vantaggio su Nigel Mansell, nonostante quest’ultimo sia dotato di una vettura più competitiva. D’altronde tra guasti meccanici e inconvenienti grotteschi, il britannico ha lasciato sul piatto una marea di punti. In tal senso, il precedente GP del Portogallo ha de facto posto fine a qualsiasi velleità iridata dell’inglese a causa di un pit-stop disastroso che l’ha fatto squalificare quando era ampiamente al comando. Il brasiliano appare dunque avviato verso il terzo titolo, ma il suo rivale è comunque deciso a dare battaglia.

Sabato Senna rompe il motore e così deve accontentarsi del terzo tempo. Partirà alle spalle del compagno di squadra Gerhard Berger e di Mansell, secondo. La domenica, nel briefing pre-gara, il presidente della Fia Jean-Marie Balestre effettua una lunga predica riguardo la sicurezza in partenza. Resta sul vago, ma il riferimento è chiaro. In Portogallo, giusto sette giorni prima, Mansell, quarto in griglia e sorpreso dal pessimo scatto della monoposto di fronte a lui, si era reso protagonista di una manovra garibaldina che aveva rischiato di generare una collisione con le McLaren. Esasperato dal pedante discorso di Balestre, che però evita di puntare il dito contro qualcuno, Nelson Piquet esclama scherzosamente “I nomi! Faccia i nomi!”. A quel punto Berger, ridendo, fa un cenno per indicare Nigel, il quale tutt’altro che divertito dalla situazione, replica piccato: “Anziché guardare me, andate a rivedere le partenze di Senna”. Il brasiliano, incredulo, scoppia di rabbia verso il britannico: “Sei un bastardo, un sacco di m***a! Sono le tue partenze di m***a che dovremmo rivedere!”. Il britannico si alza, insulta Ayrton e se ne va dal briefing, furibondo.

È in questo clima che ci si avvicina alla gara, la quale si annuncia di difficile lettura. Il cielo è plumbeo e, giusto un quarto d’ora prima del via, uno scroscio di pioggia bagna leggermente l’asfalto, cessando proprio a ridosso del giro di formazione. Al semaforo verde, Berger mantiene la leadership, mentre Senna scatta meglio di Mansell e si pone in seconda piazza. L’inglese resta impegolato per un paio di giri in una lotta con lo stupefacente Michael Schumacher. Quindi, dopo aver avuto ragione del giovanissimo tedesco, raggiunge il brasiliano e inizia a minacciarlo. La traiettoria è ormai asciutta, ma al di fuori di essa la pista è ancora umida. Sorpassare è quindi un grosso rischio. Nigel però non ha alternative, deve vincere se vuole mantenere vive le sue speranze di laurearsi campione e nel frattempo Berger sta andando in fuga. Pertanto, non può neppure permettersi di perdere tempo. Dopo qualche scaramuccia, all’inizio del quinto giro lancia il suo attacco.


Mansell si affianca a Senna sul rettilineo del traguardo. Passano alcuni secondi che sembrano eterni, la McLaren e la Williams sono letteralmente appaiate a pochi centimetri l’una dall’altra mentre viaggiano a 280 km/h! Gli alettoni anteriori strisciano sull’asfalto e generano un mare di scintille. Per un attimo i due piloti si guardano dritti negli occhi. Nigel è all’interno e, nonostante entrambi ritardino al massimo la frenata, riesce a curvare e a passare davanti, seppur andando leggermente largo. Ayrton tenta di approfittarne immediatamente, lanciando un contrattacco nella S in salita seguente, ma il britannico si difende e mantiene la posizione. Mansell andrà a vincere la gara, peraltro dopo un altro energico sorpasso ai danni di Berger, mentre Senna, alle prese con una monoposto priva di carico aerodinamico, si barcamena sino a un anonimo quinto posto. Per il brasiliano, l’appuntamento con il terzo iridato è rimandato solamente di qualche settimana. Il britannico dovrà invece attendere il 1992 per laurearsi Campione del Mondo.

Dunque una “vittoria di Pirro” per l’inglese, il quale però ha dimostrato per l’ennesima volta tutti i suoi attributi. Al di là dell’esito di quel 1991, l’immagine simbolo dell’annata è rappresentata proprio da Ayrton e Nigel affiancati sul lunghissimo rettilineo del Montmelò, in quello che rimane uno dei sorpassi più iconici della storia della Formula 1.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Wikipedia, diritti liberi

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