Formula 1

F1, i Mondiali della Ferrari – John Surtees: 4 ritiri, 6 podi e il Campionato 1964 vinto per un solo punto su Hill!

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Nella storia della Formula 1, una delle stagioni più belle, palpitanti, imprevedibili e a tratti indecifrabile è quella del 1964, conclusasi con il trionfo della Ferrari di John Surtees sulla Lotus di Jim Clark e la BRM di Graham Hill. Andiamo a rivivere quell’annata che regalò al Cavallino Rampante il suo sesto titolo iridato piloti e permise al “Figlio del vento” di diventare il primo (e tuttora unico) uomo a laurearsi campione del mondo sia nell’automobilismo che nel motociclismo.

Nel Circus, l’annata 1963 viene dominata in lungo e in largo da Jim Clark e dalla sua Lotus-Climax, capaci di vincere ben sette dei dieci Gran Premi in programma! Quasi fosse un segno del destino, o una sorta di involontario trailer in vista del Mondiale successivo, i tre successi sfuggiti al fenomenale binomio vengono arpionati da Graham Hill (Brm) e John Surtees (Ferrari). Quest’ultimo, peraltro, si impone sul mitico Nürburgring, arpionando così la sua prima vittoria in Formula 1 e confermando di avere talento da vendere anche sulle quattro ruote, dopo aver conquistato la bellezza di sette titoli iridati nel motomondiale, divisi tra classe 350cc e 500cc. Il trentenne inglese è la punta di diamante della Scuderia di Maranello, che nel 1964 è assetata di rivincita dopo il difficile biennio precedente.
La rivoluzionaria Lotus 25, prima monoposto di Formula 1 con una struttura monoscocca, sta sbaragliando la concorrenza. Tutti gli avversari sono quindi obbligati ad alzare l’asticella per poter competere con la creatura di Colin Chapman, che pilotata da un fenomeno come Clark è pressoché inattaccabile. Per rispondere alla supremazia del binomio britannico, la Ferrari arriva addirittura a progettare contemporaneamente due nuove monoposto per sostituire l’affidabile e valida, ma ormai superata, 156. Per la verità i due modelli, ispirati alla filosofia costruttiva della Lotus 25, sono pressoché identici, eccezion fatta per l’alloggiamento del motore. La 158 è predisposta per ospitare un propulsore a 8 cilindri, mentre la 512 è pensata per montare un V12. Sul fronte dei piloti, a Maranello si farà affidamento soprattutto su Surtees, il quale userà la 158, mentre al suo fianco verrà schierato, come seconda guida, il promettente Lorenzo Bandini, che almeno inizialmente scenderà in pista con la più datata 156.

La stagione si apre il 10 maggio a Montecarlo, dove Clark parte dalla pole position e va in fuga, salvo accusare un problema meccanico che lo costringe a una lunghissima sosta ai box. Così, lo scozzese non va oltre il quarto posto, mentre la gara è appannaggio di Hill, non a caso soprannominato Mister Monaco. La Ferrari, dal canto suo, incassa un doppio ritiro. Clark si rifà due settimane dopo in Olanda, dominando dall’inizio alla fine. Alle sue spalle si piazza Surtees, mentre Hill è quarto. Big Jim vince anche in Belgio, seppur in maniera rocambolesca. Infatti a due giri dalla fine è quarto, ma a questo punto il leader Dan Gurney esaurisce il carburante. Il comando viene ereditato da Hill, il quale però si ferma nel corso dell’ultima tornata a causa di un problema alla pompa della benzina, venendo classificato quinto. Bruce McLaren ha la vittoria servita su un piatto d’argento, ma in vista del traguardo rompe la cinghia (!) e viene superato in extremis proprio da Clark, che coglie un clamoroso successo. Insomma, the Flying Scottish non solo è il più forte, ma sembra anche baciato dalla Dea bendata. È però solo un’illusione, perché nel successivo GP di Francia si deve ritirare quando è saldamente al comando a causa della rottura del motore. Gurney ringrazia e regala alla Brabham la prima affermazione della sua storia in Formula 1 davanti a Mister Monaco. Dopodiché in Gran Bretagna Clark torna alla vittoria al termine di un durissimo braccio di ferro con Hill, nuovamente secondo. Il gradino più basso del podio è occupato da Surtees, che torna così a vedere il traguardo dopo essersi ritirato sia a Spa-Franorchamps che a Rouen. Siamo esattamente a metà campionato e la classifica del Mondiale parla chiaro. Clark comanda con 30 punti, seguito da Hill a 26. Tutti gli altri sono lontani anni luce. Surtees, per esempio, ha solo 10 punti e sembra tagliato fuori. È vero che per la classifica finale avranno valore sei risultati, ma con tre successi e un quarto posto in cinque prove, è evidente come il grande favorito per la conquista dell’Iride sia proprio Big Jim, con Mr.Monaco come unica alternativa.

Invece, a questo punto, la stagione prende una piega del tutto inaspettata. Il 2 agosto si corre al Nürburgring, dove non c’è partita. Surtees si esalta e, dopo essere scattato dalla pole position, spadroneggia, conquistando la seconda vittoria della carriera sullo stesso tracciato dove aveva arpionato la prima, prendendosi anche il lusso di realizzare il giro più veloce. L’inglese precede Hill, ancora una volta secondo, e Bandini, che grazie al terzo posto marca i primi punti della stagione a bordo della vecchia 156. Clark, invece, si deve invece ritirare per un guaio al propulsore. Il 23 agosto si corre per la prima volta in Austria su una pista anomala, ricavata all’interno dell’aerodromo Hinterstoisser nei pressi di Zeltweg (il circuito odierno verrà realizzato solo qualche anno dopo). La superficie sconnessa si rivela terribile per le monoposto, che infatti subiscono rotture a raffica. In tal senso, la ben collaudata Ferrari 156 si testimonia la vettura più solida e permette a Bandini di ottenere la prima vittoria in Formula 1, mentre il compagno di squadra e i due contendenti per l’Iride si ritirano. Il 6 settembre si gareggia a Monza, che per la Scuderia di Maranello si risolve in un autentico trionfo. Surtees piega la resistenza di Dan Gurney dopo un lunghissimo testa a testa, ottenendo la seconda vittoria stagionale, mentre Bandini, per la prima volta dotato della 158, conclude terzo. Clark e Hill, invece, si ritirano rispettivamente per la rottura del motore e quella della frizione. Così, nell’arco di un mese, i connotati del Mondiale sono completamente cambiati. Ora anche Surtees è pienamente in corsa per il titolo, poiché è staccato solamente 4 punti da Hill e 2 da Clark! Al contempo, grazie ai tre trionfi consecutivi, il Cavallino Rampante si è portato al comando della graduatoria costruttori.

Il 4 ottobre si corre a Watkins Glen, negli Stati Uniti. Clark realizza la pole e sembra involarsi in una cavalcata vincente, salvo doversi fermare a causa di un problema all’iniezione. Colin Chapman decide allora di fermare Mike Spence, facendo salire sulla sua vettura proprio lo scozzese, nella speranza che possa racimolare qualche punto. Big Jim si ributta in pista e si lancia in una disperata rimonta, ma a pochi giri dalla fine anche la seconda Lotus si rompe. Così Hill vince la gara e Surtees, vittima di un testacoda fortunatamente senza conseguenze, conclude secondo.
Si arriva alla resa dei conti del 25 ottobre a Città del Messico con tre piloti ancora in corsa per il Mondiale. La classifica recita Hill 39, Surtees 34, Clark 30. Il gioco degli scarti rende la situazione ingarbugliata, ma lascia aperta la porta a ogni soluzione. Discorso analogo nella classifica costruttori, dove la Ferrari comanda con 43 punti, seguita da Brm (42) e Lotus (36).

In qualificazione Clark domina, mentre Surtees è quarto e Hill sesto. Al via lo scozzese volante prende il comando. Surtees invece ha un problema e perde parecchie posizioni. Inizia a rimontare, ma perde comunque molto tempo e con il passare dei giri la situazione si cristallizza. Big Jim sta dominando, alle sue spalle c’è la Brabham di Dan Gurney. Mister Monaco è terzo, tallonato da Bandini, con Surtees quinto e staccato dai battistrada. Con questa situazione il titolo andrebbe a Hill. Tuttavia a metà gara si verifica un primo colpo di scena. Bandini tampona il pilota della BRM, lo manda in testacoda e danneggia un suo scarico, mettendolo di fatto fuori gara. L’alfiere della Ferrari può invece proseguire. A questo punto Clark sembra avere il titolo in pugno, poiché vincendo appaierebbe Hill a quota 39, ma si laureerebbe campione grazie ai quattro successi, contro i due dell’inglese. La gara si sta avviando verso la fine e lo scozzese è saldamente al comando. Però, al penultimo giro, accade l’incredibile. Nel motore dello scozzese volante si rompe un condotto dell’olio e la monoposto inizia a procedere a rilento! La Ferrari si trova inaspettatamente con il match point, ma per convertirlo è necessario invertire le posizioni di Bandini e Surtees, altrimenti il titolo andrebbe a Hill. In un’epoca in cui non esistono comunicazioni radio, l’unico modo per dare un ordine di scuderia è aspettare che il pilota sfrecci di fronte ai box. Resta però un solo passaggio prima della bandiera a scacchi! Quando Bandini transita sul rettilineo del traguardo, al Cavallino Rampante gli segnalano freneticamente e istericamente di rallentare. Lui se ne accorge e capisce, alza il piede sino a quando il compagno di squadra non lo sorpassa e gli lascia la seconda posizione.

Così John Surtees si laurea Campione del Mondo con 40 punti, contro i 39 di Hill e i 32 di Clark. Al contempo la Ferrari conquista il Titolo costruttori. Il “Figlio del vento” entra nella storia diventando il primo uomo a vincere un Mondiale sia nel motociclismo che nell’automobilismo, mentre la Scuderia di Maranello vede premiato il suo enorme sforzo tecnico (Bandini nelle ultime due gare è infatti sceso in pista con la 512) archiviando un trionfo clamoroso e rocambolesco, nonché completamente inaspettato a metà stagione.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Harry Pot, Wikipedia

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