Formula 1
F1, il dilemma del budget cup: livellamento delle forze o cristallizzazione dei valori?
Tempo di decisioni importanti in F1. In questo momento non è solo la tematica “gestione emergenza sanitaria” a tenere banco. Stando alle ultime indicazioni fornite da Liberty Media, il Mondiale 2020 dovrebbe prendere il via a Spielberg (Austria) il 5 luglio e il weekend sarà a porte chiuse proprio per prevenire ogni rischio.
Tuttavia, si lavora anche a lungo termine e ci si riferisce al cosiddetto “Budget cup”, ovvero stabilire un limite economico oltre cui non poter andare negli investimenti da parte di tutte le scuderie. Un’idea voluta dai gestori del Circus per equilibrare il contesto della F1 e far sì che non siano sempre e solo le squadre più forti economicamente a dominare la scena. Ebbene, stando a quanto rivelato da Ross Brawn (direttore sportivo del Circus) a Sky Sport UK, è arrivata la fumata bianca: “Il messaggio è chiaro: dobbiamo ridurre i costi. Per questo motivo è stato fatto un altro grosso step in questa direzione. Siamo partiti da 175 milioni di dollari. Con l’attuale situazione, inizieremo a 145 milioni (132 milioni di euro circa, ndr) e adesso si tratta di capire quanto davvero possiamo spingere ulteriormente verso il basso questo limite nei prossimi anni. Con la situazione che abbiamo, la sostenibilità economica è la priorità e penso che valga per tutte le squadre“, le parole di Brawn.
La nuova cifra, tuttavia, non è ancora stata ratificata. Come spesso capita, infatti, ci sono due fronti per separati su questa discussione. Ferrari e Red Bull, per esempio, non vogliono sottostare a questa decisione (ricordiamo che fino alla scorsa annata i top team valicavano senza problemi i 400 milioni di investimenti annui) mentre dall’altra parte c’è la McLaren che, addirittura, ritiene troppo poco stringenti queste misure e vorrebbe portare il limite addirittura ai 90 milioni. In mezzo a questi due schieramenti si collocano squadre piccole come Racing Point e Haas.
La domanda è: che cosa potrebbe comportare questo cambiamento? Le ipotesi sono due:
- Livellamento delle forze
- Cristallizzazione dei valori
Entrambe le situazioni possano avere un senso. Far sì che tutti abbiano le stesse capacità di investimento potrebbe portare i team più piccoli ad avvicinarsi, avendo dalla loro il vantaggio di essere “clienti” di alcuni costruttori (Ferrari e Mercedes) e quindi poter giocare qualche brutto scherzo. Un aspetto che il Team Principal della Rossa Mattia Binotto, nel corso delle settimane precedenti, ha sottolineato a più riprese. E’ altrettanto vero però che, potendo la collettività avere la stessa base di ricchezza, vi potrebbe essere la conferma dello status quo, tenendo conto del fatto che il regolamento 2021 sarà il medesimo di quest’anno. Le macchine saranno simili e il dominio delle Frecce d’Argento potrebbe continuare e per la scuderia di Maranello questo sarebbe un chiaro svantaggio.
Nel 2022, però, la musica cambierà: vi sarà la “rivoluzione” tecnica e le monoposto muteranno sensibilmente. In quest’ottica, forse, alcune squadre concentreranno i propri sforzi per farsi trovar pronte e magari cogliere in contropiede gli avversari, sposando una tipica terminologia calcistica.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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