Formula 1
F1, le grandi rivalità: Alain Prost vs René Arnoux, il feroce duello tra due “galletti”
In tema di rivalità legate alla Formula 1, quando si cita il nome di Alain Prost viene subito in mente quello di Ayrton Senna, mentre se si parla di René Arnoux si associa immediatamente la sua figura al duello all’arma bianca con Gilles Villeneuve a Digione. Tuttavia non va dimenticato come Prost e Arnoux a inizio anni ’80 abbiano dato vita a un breve, quanto feroce dualismo, acuito dal fatto di essere connazionali e, almeno inizialmente, compagni di squadra.
Le strade dei due si incrociano nel 1981, quando si trovano assieme alla Renault. Arnoux viaggia per i 33 anni ed è considerato uno dei piloti più veloci del Circus. D’altronde nel 1980 ha ottenuto due vittorie e tre pole position, dovendo rinunciare a lottare per il titolo mondiale esclusivamente a causa di ripetuti problemi tecnici al motore turbo della Régie, sempre più potente e competitivo, ma ancora lontano da una solida affidabilità. Prost invece è un ventiseienne d’assalto, reduce dalla sua stagione d’esordio con la McLaren e con il palmares carico di successi nelle categorie minori. Logica vorrebbe che il driver affermato faccia da prima guida, mentre il giovane rampante resti, almeno momentaneamente, nella sua ombra. Invece, a sorpresa, la Renault si affida immediatamente ad Alain, considerato l’enfant prodige con cui puntare all’Iride. René, da uomo di punta della squadra, viene inopinatamente declassato a seconda scelta, vedendosi messo in un angolo e trattato quasi come lascito di un passato in realtà recentissimo.
Il bilancio del 1981 parla di 3 vittorie e 6 podi per Prost, il quale nella seconda metà di stagione tiene un rendimento che gli permette di lottare per il campionato, dimostrandosi pilota paziente, minuzioso e di intelligenza superiore. Insomma, nasce il Professore. Arnoux, invece, non si impone e mai e sale una volta sola sul podio. Cionondimeno, se si guarda alla velocità pura, i valori in campo si modificano radicalmente. Alain realizza due pole position, mentre René ne firma ben quattro. Tradotto, il giovane predestinato è più concreto in gara, ma “l’anziano” compagno di squadra ha un piede anche più pesante. Il rapporto tra loro, però, è freddo. A differenza di altre coppie di piloti inizialmente diffidenti gli uni nei confronti degli altri, diventati poi ottimi team mates (per esempio Mansell-Rosberg o Alesi-Berger), la convivenza non migliora la situazione. Anzi, i due galletti restano ben distanti.
Nel 1982 la Renault RE30B è indiscutibilmente la monoposto più veloce del lotto. Non a caso ben sette delle prime dieci pole position sono appannaggio della Régie. Tuttavia la vettura, per quanto ottima, soffre di grossi problemi di affidabilità. Così Prost, dopo aver vinto in Sudafrica e in Brasile, deve sovente ritirarsi a causa della rottura del motore. Dal canto suo Arnoux vive un autentico calvario. All’incoraggiante terzo posto iniziale di Kyalami, fa seguito una serie di disavventure tra incidenti, in alcuni casi anche terrificanti come a Zandvroort, e immancabili guasti meccanici. Così la Renault, in vista del casalingo GP di Francia, presenta un’evoluzione del sistema di iniezione, principale imputato delle ripetute rotture. In prova, le auto francesi non hanno rivali, realizzando l’ottava pole position in undici prove. Per la quinta volta in stagione sarà René a partire davanti a tutti, mentre Alain scatterà al suo fianco.
Il giorno della gara, sono le Brabham a prendere con decisione le redini della corsa. Tuttavia, prima Patrese e poi Piquet vengono fermati dall’esplosione del motore Bmw. Le Renault, per una volta attendiste e prive di noie meccaniche, diventano padrone del GP. Arnoux sta dominando, mentre il compagno lo segue a qualche secondo di distanza. Più passano i giri, più il vantaggio del battistrada aumenta. La doppietta nel Gran Premio di casa è assicurata, ma perché la festa sia completa c’è bisogno di invertire le posizioni tra i piloti. D’altronde, vincendo, Prost si rilancerebbe nella corsa al Mondiale. Ai box, il direttore sportivo Gerard Larrousse fa un cenno al suo assistente Jean Sage, il quale espone un inequivocabile cartello su cui è scritto “1 Alain 2 René”. È un ordine di squadra in piena regola. Per tutta risposta, Arnoux si mette a spingere come un forsennato, migliorando continuamente i suoi tempi! A ogni passaggio di “Néné” sul traguardo, gli viene puntualmente mostrata la segnalazione. Lui, a ogni tornata, la ignora, andando sempre più forte! Il Professore, che ha capito come andrà a finire, alza il piede dall’acceleratore e si rassegna al secondo posto.
La Renault firma una doppietta nel Gran Premio di casa. Sarebbe un trionfo se all’interno della Régie l’atmosfera non fosse pesantissima. René rivendica con orgoglio la sua condotta: “Anch’io penso di avere diritto di vincere le corse, con un tale vantaggio su Alain non avrei certo potuto fermarmi, altrimenti avrei rischiato di essere attaccato dalla Ferrari di Pironi (che in realtà era a più di venti secondi dalla seconda piazza, nda)”. La risposta di Prost, furibondo per l’accaduto, non si fa attendere: “René non è un uomo di parola. Aveva detto di essere disponibile a seguire gli ordini di squadra e invece non ha collaborato. Il bubbone è scoppiato, uno di noi due è di troppo alla Renault”. Jacques Laffitte, grande amico del Professore, commenta sarcastico: “È il primo regalo di René alla Ferrari”.
Jacquot ha già capito tutto, Arnoux, ormai messo all’angolo in Renault, sta trattando con Maranello e probabilmente si comporterà come una sorta di serpe in seno alla Régie, facendo il gioco del futuro compagno di squadra Didier Pironi, in quel momento in testa alla classifica iridata.
Eppure, il pubblico francese è schierato tutto dalla parte di Arnoux, considerato un simpatico guascone, a differenza del serioso e talvolta lamentoso Prost. Alain scopre questa amara realtà sulla sua pelle proprio la sera stessa, quando tornando a casa dopo il Gran Premio, si ferma a un distributore in autostrada. Il gestore lo scambia, incredibilmente, proprio per il suo compagno di squadra e gli dice “Avete davvero fatto bene signor Arnoux. Sono veramente contento che abbiate battuto quel piccolo str…zo di Prost!”.
Prima di lasciare la Régie, Néné si toglie la soddisfazione di vincere un’altra gara, a Monza, proprio nel GP di casa del suo futuro team. Infatti come previsto da Laffitte, René si trasferisce alla Ferrari. Non sarà il compagno di Pironi, bensì il suo sostituto, poiché Didier si è distrutto le gambe in un incidente a Hockenheim.
In Francia a inizio 1983 c’è chi vede Prost come l’uomo che ha fatto cacciare Arnoux dalla Renault. Addirittura una notte l’abitazione del Professore viene assalita da lavoratori della Régie inferociti, che arrivano a dare fuoco a una delle auto di Alain il quale, sconcertato per l’accaduto, decide di trasferirsi in Svizzera assieme alla famiglia.
Nella prima metà del 1983 i risultati di Arnoux lasciano a desiderare, due terzi posti sono gli unici arrivi a punti nei primi sette Gran premi. Il francese finisce nel mirino della stampa e dei tifosi, ma a questo punto si risveglia improvvisamente dal torpore e sale esponenzialmente di colpi, incamerando tre vittorie e due secondi posti nelle successive sei gare. Quando mancano due GP al termine della stagione è in piena bagarre per il titolo con l’odiato Prost e con Nelson Piquet. I due transalpini, che si detestano cordialmente, in Austria danno peraltro vita a un intenso duello per il successo, alfine arpionato da Alain. Quest’ultimo, però, è ai ferri corti con la Renault. Nonostante sia in testa al campionato, continua a sottolineare come Brabham e Ferrari abbiano fatto enormi progressi, mentre la Régie non si stia muovendo per evolvere la vettura, cullandosi su un alloro non ancora conquistato. Addirittura il Professore, allibito per la pachidermica indolenza del suo team, sonda in gran segreto la possibilità di montare in sella al Cavallino Rampante.
Prost avrà ragione, poiché il finale d’annata è un monologo di Piquet, il quale si laurea campione del mondo per la seconda volta. La Ferrari quantomeno incamera il titolo costruttori, mentre la Renault rimane con un pugno di mosche.
Alain, scottato per la sconfitta, accusa la squadra di non essersi mossa per tempo e di non aver approntato alcuna evoluzione alla vettura nonostante fosse evidente come le prestazioni delle dirette concorrenti fossero migliorate. La Régie, alla caccia di un capro espiatorio per la cocente disfatta, rinfaccia al suo pilota i contatti segreti con la Ferrari. Il rapporto è ormai logoro e si consuma il divorzio, con il transalpino ben contento di tornare alla McLaren.
Da questo momento in poi, le carriere del Professore e di Néné prendono due parabole completamente diverse. Il primo diventa uno dei più grandi di tutti i tempi, mentre per il secondo comincia un inesorabile declino. Cionondimeno nel 1989, anno al termine del quale René appende il casco al chiodo, le vecchie ruggini riaffiorano per l’ultima volta.
A Montecarlo Senna e Prost sono in piena bagarre per la vittoria quando piombano su un doppiato, ovvero la Ligier di Arnoux. Quest’ultimo si sposta diligentemente per lasciar passare il brasiliano, dopodiché si mette a ostacolare volontariamente il connazionale, tagliandogli la strada a più riprese e facendosi da parte solo dopo avergli fatto perdere una decina di secondi! L’accaduto da’ il via libera ad Ayrton verso il successo e soffoca ogni velleità di Alain, la cui furibonda rivalità con Magic è appena cominciata. Curiosamente, proprio all’inizio della guerra con il sudamericano, il Professore si è visto quasi simbolicamente ricordare da Néné chi è stato il suo primo vero nemico in Formula 1.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: Wikipedia, diritti liberi