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F1, Leclerc-Sainz: la coppia migliore? Il monegasco non avrà più il ‘parafulmine’ Vettel

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La Ferrari ha deciso: nuovo ciclo e nuovi piloti. La gestione di Mattia Binotto ha questa linea guida e quindi il progetto che vedeva al centro di tutto il tedesco Sebastian Vettel, di fatto, viene archiviato al termine del 2020. Il piano che voleva vedere Sebastian campione del mondo non ha funzionato e, al di là di tutte le considerazioni di circostanza, si era già capito da tempo che il matrimonio tra il teutonico e la Rossa fosse ai titoli di coda. Il 2019, in questo senso, è stato solo l’ultimo atto di una difficile coesistenza, esaltata dalle capacità e dalla voglia di arrivare del ‘nuovo che avanza’ Charles Leclerc.

Wind of change dunque e Vettel che ora dovrà capire cosa fare e dove andare. Le ipotesi sono tre:

  1. Ritiro
  2. Avventura in Mercedes
  3. Avventura in Renault.

Leggendo tra le righe e facendo delle valutazioni sulla base di quanto è emerso nelle ultime stagioni, non sarebbe sorprendente un ritiro o magari una pausa per Sebastian, che potrebbe pensare a un ritorno nel 2022, con un team non di primissima fascia ma ben strutturato. L’opzione “4” infatti, tra due anni, potrebbe essere l’Aston Martin che, come tutti sanno, l’anno prossimo sarà in F1 e rileverà la Racing Point Mercedes con possibilità economiche notevoli e la presenza nel proprio asset di Toto Wolff. Vedremo…

E in Ferrari? Leclerc dovrà confermare il ruolo di ‘Leader’ e stavolta non ci sarà il ‘parafulmine’ Vettel. L’anno scorso, infatti, la sensazione che Charles abbia goduto di una situazione nella quale i propri errori pesassero di meno rispetto a Seb. Indubbiamente, la differenza sostanziale in termini di ingaggio giustificava anche questa differente analisi, ma dal punto di vista mediatico/empatico le critiche nei confronti del tedesco spesso hanno messo in secondo piano alcune sciocchezze commesse dal 22enne nativo del Principato, alla sua prima esperienza con la Rossa.

In una situazione diversa, dove dovrà essere lui a incarnare una figura di riferimento, non saranno concessi sconti e Sainz, pur con un solo podio all’attivo in F1 dal suo esordio nel 2015, non è pilota da poco e da sottovalutare. Si ritiene che, dal punto di vista qualitativo, l’avvento eventuale dell’australiano Daniel Ricciardo sarebbe stato migliore, ma vi rientrano sia logiche gestionali che questioni legate al ‘portafoglio’ da non sottovalutare. Per queste considerazioni, la coppia più giovane da 50 anni a questa parte a Maranello è la migliore, ma per vincere non si potrà ovviamente prescindere da un punto essenziale: la macchina.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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