Formula 1
F1, Mondiale 2020: tour de force di gare, sviluppo complesso. Sarà Max Verstappen l’anti-Hamilton? Incognita Ferrari
Era il 28 febbraio quando si concludevano i test riservati alla Formula Uno del Montmelò. Sono trascorsi solamente poco più di due mesi, ma per colpa della emergenza sanitaria globale che ha colpito il mondo sembra passata letteralmente una vita. Team e piloti erano pronti per l’avvio del Mondiale in Australia e analizzavano i dati di sei intensi giorni di lavoro sulla pista collocata vicino a Barcellona.
Il riassunto delle sessioni era chiaro: la Mercedes era ancora una volta la vettura di riferimento. Eccellente a livello di velocità con la W11, sia nei tratti misti sia in quelli di conduzione (giova ricordare che aveva anche lanciato il famigerato sistema DAS per migliorare in questi aspetti), perfetta con le gomme con le quali percorreva quasi la lunghezza di un Gran Premio senza problemi, con l’unico intoppo della fragilità della Power Unit che, in queste settimane di lavoro al computer sarà stata sicuramente limata. Alle spalle del team di Brackley, però, non c’era la solita Ferrari, bensì la Red Bull. Già, Max Verstappen e Alexander Albon avevano messo in mostra una RB16 finalmente competitiva sin dall’avvio di stagione. Una monoposto che, sostanzialmente, aveva ripreso da dove aveva lasciato nel finale del 2019. Veloce anche in rettilineo, con un motore Honda ulteriormente potenziato, impeccabile nelle curve e, come sempre, eccellente per quanto riguarda il comportamento degli pneumatici.
E la Rossa…? La SF1000, oggettivamente, nei test catalani non aveva certo brillato. Sia ben chiaro, la sensazione che la scuderia di Maranello avesse voluto tenersi qualcosa nel taschino era nitida, ma ad ogni modo la nuova macchina non appariva pronta per competere per la vittoria con le rivali. Il lavoro invernale si era concentrato (forse troppo) sul carico aerodinamico verticale, migliorando nettamente la situazione in curva, ma contemporaneamente peggiorando sul dritto. Una sorta di “coperta corta” che, se tirata da una parte, va a scoprire quella opposta.
Al team del Cavallino Rampante, quindi, sarebbe servito, e servirà ancora, un notevole sviluppo della propria vettura. Per sua sfortuna, tuttavia, tempo non ce ne sarà a disposizione. Per quale motivo? Il nuovo calendario della massima categoria del motorsport, completamente rivoluzionato e stravolto dopo la pandemia del COVID-19, proporrà una serie di gare senza soluzione di continuità. Un filotto di Gran Premi uno dietro l’altro, per sfruttare al massimo le tempistiche, che non permetterà ai team di spendere troppe ore di lavoro lontano dalla pista.
Un problema ulteriore per la Ferrari che, come detto, aveva già capito che l’avvio del 2020 avrebbe fatto rima con “rincorsa”. Già, per l’ennesima volta Charles Leclerc e Sebastian Vettel si sarebbero dovuti rimboccare le maniche assieme a tecnici ed ingegneri per ridurre il gap nei confronti di Mercedes e, questa volta, anche di Red Bull. Quando la stagione scatterà ufficialmente, a quanto pare si susseguono le conferme sull’esordio del Gran Premio d’Austria del 5 luglio, la situazione sarà ben delineata. Lewis Hamilton sarà l’uomo da battere (non si tratta certo di una novità per il sei volte campione del mondo) pronto ad andare a riscrivere il libro dei record con una W11 che rasenta la perfezione.
Ad una incollatura si troverà Max Verstappen, finalmente convinto di poter lottare per il Mondiale sin dal primo chilometro. La sua Red Bull è pronta per sospingere il suo talento verso il titolo, con la consapevolezza che, se saprà tenersi lontano dai guai, potrà davvero dimostrare il proprio sconfinato talento fino ad Abu Dhabi (dato che la stagione si concluderà comunque sul circuito di Yas Marina). Non rimane che la Ferrari. Con due piloti che partiranno con parità di status, ma una monoposto che, almeno inizialmente, dovrà faticare. Queste settimane di blocco totale del lavoro non hanno certo aiutato in quel di Maranello, per cui sarà fondamentale non sbagliare una mossa da quando si potrà finalmente fare sul serio.
La SF1000 ha messo in mostra diverse criticità. Il team lo sa perfettamente e le ha analizzate in maniera accurata. D’ora in avanti dovrà intervenire e rivedere la macchina tinta di rosso per portarla al livello delle rivali. Presentarsi al Red Bull Ring per l’esordio già in queste condizioni sarà pressoché impossibile, per cui occorrerà un lavoro in pista, weekend dopo weekend, efficace. Ogni pacchetto di aggiornamenti, ogni miglioria, ogni idea, non dovrà rivelarsi un buco nell’acqua, altrimenti per i piloti del Cavallino non si potrà che vedere da lontano, ancora una volta, Lewis Hamilton e Max Verstappen.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse