Ciclismo

Giro d’Italia 2020, Vincenzo Nibali a caccia di nuovi record. Lo Squalo insegue Magni e Gimondi

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Il Giro d’Italia 2020 scatterà il 3 ottobre, 5 mesi dopo la tradizionale collocazione a maggio. L’emergenza sanitaria ha obbligato l’UCI ha rimodulare completamente il calendario, ammassando le gare dal 1° agosto ai primi giorni di novembre. Tra i sicuri partecipanti della Corsa Rosa, assieme al detentore Richard Carapaz ed al ‘nuovo cannibale’ Remco Evenepoel, ci sarà Vincenzo Nibali. Lo Squalo, che da quest’anno veste la casacca della Trek-Segafredo dopo aver dato addio alla Bahrein-McLaren, avrà la possibilità di andare a caccia di nuovi record che contribuirebbero ancor di più ad immortalarlo per sempre tra le leggende del ciclismo.

Quando il Giro d’Italia 2020 terminerà il prossimo 25 ottobre, Vincenzo Nibali sarà vicino ai 36 anni: li compirà il 14 novembre. Mai nessun corridore così anziano ha vinto la corsa a tappe tricolore. Il record di longevità appartiene a Fiorenzo Magni, che nel 1955 si impose per soli 13″ su Fausto Coppi (il secondo distacco più contenuto della storia; nel 1948 lo stesso Magni trionfò con appena 11″ di margine su Ezio Cecchi): all’epoca aveva 34 anni e 180 giorni. Nibali, peraltro, già nel 2019 era andato vicinissimo a stabilire questo primato, arrendendosi però all’ecuadoregno Richard Carapaz e terminando in seconda posizione: rimarrà per sempre il rimpianto di quei quasi 2 minuti persi nella tappa di Courmayeur a causa dell’eccessivo tatticismo messo in atto insieme allo sloveno Primoz Roglic.

Il nativo di Messina sinora ha vinto il Giro d’Italia per due volte, nel 2013 e 2016. Qualora riuscisse a centrare il tris, eguaglierebbe Giovanni Brunero, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Felice Gimondi ed il francese Bernard Hinault. Davanti, irraggiungibili, troviamo solo tre corridori che hanno conquistato la Maglia Rosa in cinque circostanze: Fausto Coppi, Alfredo Binda ed il belga Eddy Merckx.

Vincere a quasi 36 anni non è affatto semplice, ma di sicuro non possibile. Alcuni casi del passato fanno ben sperare Vincenzo Nibali. Gino Bartali trionfò al Tour de France 1948 quando aveva 35 anni e giunse secondo nell’edizione successiva; l’australiano Cadel Evans indossò la Maglia Gialla al Tour de France 2011 a 34 anni e mezzo; lo spagnolo Alejandro Valverde, a 39 anni suonati, nel 2019 giunse secondo alla Vuelta, provando sino in fondo a vincerla; che dire poi del discusso Chris Horner, che nel 2013, a quasi 42 anni, si impose proprio davanti ad un Nibali già nel pieno della maturità agonistica. Il tempo che passa da un lato fa perdere in esplosività, dall’altro consente di guadagnare in esperienza e resistenza. Proprio su queste armi dovrà puntare lo Squalo per provare a mettersi dietro i più giovani rivali. La stagione atipica, con la collocazione insolita del Giro d’Italia in autunno, potrebbe ulteriormente agevolare chi conosce il proprio corpo e sa gestire al meglio le energie, senza dimenticare che Nibali potrebbe apprezzare le basse temperature che si dovrebbero trovare ad ottobre.

Il capitano della Trek-Segafredo dovrà vedersela in particolare con Richard Carapaz ed il danese Jakob Fuglsang, ma ad incutere timore è il belga Remco Evenepoel. Seppur al debutto al Giro d’Italia, la sensazione è che il giovane fenomeno belga sia già in grado di vincerlo. I quasi 60 km di cronometro potrebbero consentirgli di fare il vuoto e guadagnare dai 3 minuti in su sui principali avversari. Le grandi montagne rappresentano un’incognita, ma non è così scontato pensare che sarà semplice staccare in salita il classe 2000. Un ruolo di vitale importanza sarà rivestito dalle squadre: se quella di Nibali ruoterà tutta attorno al proprio capitano, peraltro con un gregario di lusso (o forse una seconda punta?) come Giulio Ciccone, la Deceuninck-Quick Step di Evenepoel appare meno attrezzata per fronteggiare una corsa a tappe di tre settimane, anche perché in concomitanza si svolgeranno le Classiche del Nord su cui punta a fare incetta di vittorie.

Se la vittoria consentirebbe a Vincenzo Nibali di stabilire diversi record, anche un podio sarebbe importantissimo per inseguire un altro prestigioso primato. Attualmente il siciliano vanta ben 11 top3 nei Grandi Giri: 6 al Giro d’Italia, 2 al Tour de France, 3 alla Vuelta. Il record italiano è detenuto da Felice Gimondi con 12 podi, quello mondiale dal francese Jacques Anquetil con 13. E chissà che tale traguardo non spinga lo Squalo a prolungare ulteriormente una già straordinaria carriera.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Ufficio stampa Trek-Segafredo

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