Oltre Cinquecerchi
“Il Coronavirus clinicamente non esiste più. Basta terrorizzare gli italiani”, il primario Zangrillo a ruota libera
L’Italia è ormai uscita dalla fase più acuta dell’emergenza sanitaria, oggi si sono registrati soltanto 355 nuovi casi e appena 75 morti. Continua ad aumentare il numero di guariti e cala in maniera sempre più importante il numero di ammalati. Alberto Zangrillo, primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano, si è lanciato in alcune dichiarazioni di grande ottimismo durante la trasmissione In mezz’ora in più su Rai Tre: “Il Covid-19, dal punto di vista clinico, non esiste più. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più“.
Il dottore ha poi proseguito: “Questo lo dice l’Università vita-salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo/direttore dell’Istituto di virologia professor Clementi, lo dice assieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri. Tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese/due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, cioè a che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più“.
Alberto Zangrillo ha poi concluso: “Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio superiore di sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l’Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi che abbiamo visto il dramma chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare, non ce ne frega niente né del campionato né di dove vanno in vacanza ma dobbiamo ritornare a un paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo paese possa tornare ad avere da oggi ad avere una vita normale. La Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus. Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli“.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse